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Channel: Atelier du fantastique
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Le café de l'éclair (Cap 2- Les macarons et Marie Antoinette)

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Sono tornata!!! :D Una settimana passa in fretta ed io, come vi avevo anticipato, sono pronta a raccontarvi un'avventura magica e spettacolare, quella che ha contribuito a cambiare la mia vita. Prima però voglio sapere se avete mai sentito questa frase "S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche!" vuol dire "Se non hanno pane, che mangino brioches!" Allora? Ve la ricordate? L'avete mai sentita? Vabbè, per chi non se la ricorda o non l'ha mai sentita datemi solo un minuto, giusto il tempo di pavoneggiarmi e poi vi spiegherò tutto facendo la mestrina ahuahuahua Scherzo!!!-.-' Comunque è una frase attribuita erroneamente alla povera Marie Antoinette d'Asburgo-Lorena, quando nella primavera del 1775, il programma economico del ministro delle finanze, Jacques Turgot, provocò gravi conseguenze e molti malcontenti nel popolo francese che, messo in ginocchio, si rivoltò a causa della mancanza di pane attraverso una sommossa chiamate "guerra della farina". In verità tale frase non venne mai pronunciata dalla moglie di Louis Auguste de France perchè era un affermazione scritta, da Jean-Jacques Rousseau, nelle Confessioni, in riferimento ad un evento del 1741. All'epoca la mia compagna di viaggio non era nemmeno nata e poi...beh!!! Io la conosco! Marie non avrebbe mai detto una cosa del genere ma si sa che l'indivia, come la cattiveria, non ha limiti e quando si tratta di diffamare, oggi come ieri, ogni menzogna si trasforma in falsa verità. Vi sto confondendo? Oddio!!! Avete ragione!!! Scusate ma quando scrivo e parlo mi lasciato trascinare dai pensieri del momento e perdo il filo... Comunque bando alla ciance, mettetevi comodi e  godetevi questa ricetta con annessa storiella.  




"Spesso la verità non è la verità.
Credere e cadere nel tranello della calunnia e della diffamazione è molto semplice, tendere la mano e aprire il proprio cuore per scoprire le persone è sicuramente più difficile. Marie Antoinette era una donna superficiale e stupida oppure no? Solo conoscendola si potrà svelare l'arcano"







Il primo incontro
Ladurée Varsailles
Sette anni fa, avevo appena compiuto 24 anni e vivevo a Parigi, dopo una giornata spaventosa e disastrosa, tornando a casa, decisi di preparami un dolce. Attenzione, non scelsi un dolce qualunque ma una rara squisitezza amata dai parigini che guardavo sempre, con un enorme bava alla bocca, quando passavo davanti a Ladurée Varsailles. Sapevo che non era un dolce facile e Madame Josephines, la signora del terzo piano, grande esperta di piccola pasticceria, mi aveva detto, in diverse occasioni, di averci provato con scarsi risultati. << Mademoiselle Cholé, ils sont très bons mais très difficile...ils font des bêtise ces gâteaux la..>> Così, in quella giornata leggermente soleggiata e malinconica, poggiai la busta con gli ingredienti sul tavolo: farina di mandorle, zucchero a velo e semolato, cacao, panna, miele, cioccolato e burro. Presi le fruste elettriche, la bilancia da cucina, due ciotole medie, accesi la radio e mi lasciai trasportare dalla musica, su France inter Paris vi era Plainson dei The Cure. La stanza era vuota, le note colpivano i miei sensi ed io, presa dal ritmo, iniziai a montare il mio albume a neve aggiungendoci un pizzico di sale e 60 gr di zucchero semolato. Con gesti sicuri e veloci, quasi professionali e non miei, setacciai 25 gr di zucchero a velo e poi 45 gr di farina di mandorle quando all'improvviso mi resi conto che l'ambiente si era riempito di una nebulosa bianca e delicata, il naso mi prudeva e...etchiu'...etchiu'... Lo sforzo mi fece chiudere gli occhi per un secondo, un lunghissimo e interminabile secondo, pieno di colori sgargianti e profumo di vaniglia, precipitai nel vuoto e all'improvviso caddi, come un sacco di patate, su di un letto morbido, pieno di cuscini ricamati e stoffe pregiate. Stropicciai le palpebre chiuse con il palmo della mano e quando le aprii, al mio cospetto vi era una donna bellissima che nascondeva metà del suo volto con un ventaglio raffinato, mentre i suoi occhi lasciavano trapelare un sorriso divertito e curioso.
Stanza di Marie Antoinette
-mi scusi!!! mi scusi tanto!!!- Imbarazzata com'ero quello scusarmi, ripetitivo e impacciato, doveva farmi sembrare davvero buffa oppure era il mio muovermi da bradipo e quel tentare di scendere dal letto, senza rovinarlo, a dare un'immagine di me molto comica.
-ahuahuahuahua Bonjour Mademoiselle...?-

-ah...oui, pardon!!! Je m'appelle Cholé- Alzai la testa e lei spostò il ventaglio, era bella, molto giovane e aveva un viso conosciuto. Si, l'avevo decisamente già vista, bionda, delicata, con la carnagione chiara e un abito bellissimo in stile settecentesco, gonna ampia e corsetto stretto. L'abito era lungo, raffinato e costoso, di una nuance rosa molto delicata, le calzava a pennello, sembrava fatto su misura per lei.
-Signorina Cholé, le suona indiscreto se le chiedo se è capace di parlate la lingua italiana? -
-no, non è indiscreto Signora...mi scusi, ma ignoro il suo nome- Dopo la caduta dovevo proprio essere stordita perchè nonostante la sua eleganza, quel vestito appartenete ad un'altra epoca, il parlare cosi diverso e la stanza colma di oro, arazzi e porcellane antiche non avevo ancora realizzato di aver viaggiato nel tempo.
-molto bene!!! Mi chiamo Marie Antoinette e sono la futura moglie del delfino di Francia. Purtroppo non parlo alla perfezione il francese e il tedesco, ma grazie al maestro Pietro Metastasio parlo un italiano fluente ed elegante-
-cioè..vuole dirmi che siamo nel 700?- Finalmente realizzai dov'ero (beh!! meglio tardi che mai) -.-' Certo, mi venne un colpo al cuore e tra l'incredulità e la paura la mia mente era sempre più annebbiata e profondamente scossa. Ecco dove avevo visto quella donna, suoi libri di storia.
-per l'esattezza oggi è il 15 maggio del 1770 e domani convolerò a nozze con il Luigi XVI, il futuro Re di Francia...mi creda sono molto agitata ma grazie al suo arrivo...come possiamo definirlo? turbolento e inaspettato? mi sento decisamente più rilassata, spero che queste mie parole non le rechino dispiacere-
-oh, no...no..no...anzi le porgo le mie più sentite scuse -
-mia cara non occorre...vuole un macaron?- Si voltò con grazia e mi porse un'alzatina deliziosa in porcella decorata a mano colma di pasticcini.
-grazie!!!- Ne presi uno titubante e lo morsi vergognosa, era buono ma diverso da quelli che si vedono in giro.
-non ha mai mangiato macarons? sono deliziosi, vero? Oramai a corte e nelle mie stanze non mancano mai. Guardi, me li ha fatti scoprire Caterina de' Medici, la conosce?-
-si, li ho mangiati ma non cosi...Caterina de' Medici!!! Emmm si, la conosco? beh! in verità ho letto di lei su alcuni libri di storia- Le dissi con tono incerto.
-Caterina è suoi libri di storia? Non mi dica che hanno scritto di lei i francesi perchè ha portato a corte questo delizioso dolcetto di origini veneziane-
-no, assolutamente...o almeno per quanto ne so!! Conosco Caterina come conosco lei...lei di più, di lei si parla molto-
-di me!!!- Mi guardo stupefatta e compiaciuta. Il suo volto era un libro aperto che lasciava trapelare, con disinvoltura e dolcezza, ogni emozione dal dispiacere alla felicità.
-certo lei è la regina, la moglie dispendiosa e dispotica del povero Luigi ...- La voce improvvisamente si bloccò e ad un tratto il mio corpo cominciò a scomparire diventando trasparente, alzai la testa e lei mi guardo dispiaciuta. Le porsi la mano e lei lasciò scivolate tra le dita un rubino a forma di lacrima incastonato nell'oro giallo.
-non andate!!! Cholé!!! Vi prego tornate prestooooo...- Ormai ero quasi del tutto scomparsa, l'unica cosa visibile era il mio volto spaventato.
-Cholé prendete il mio rubino in segno di amicizia e tornate a trovarmi, domani mi sposo...vi aspetto!!!- Una lacrima le rigò il viso e mentre una fitta nebbia mi riportava nel mondo reale sentì un dolore al cuore. Marie Antoinette mi aveva regalato un rubino e io l'avevo lasciata con una descrizione di lei brutta e cattiva, frutto dei libri e della storia tramandata o studiata in maniera forse troppo superficiale.
Dopo poco ero nuovamente nella mia cucina, i macarons erano nel forno e io mi sentivo triste e strana. Quell'incontro era reale o frutto della mia immaginazione? Mille domande iniziarono ad assalirmi mentre ultimavo il mio dolce e soddisfatta del risultato, inaspettato e sorprendente, tirai un morso al mio macaron, era dolcissimo e delizioso, proprio come quella donna che per una vita avevo giudicato in modo sbagliato. Voltandomi feci cadere una ciotola, vidi il rubino e lo ripulii con uno straccio, lo infilai in una vecchia collana d'argento e andai a letto convinta che averi avuto un'altra opportunità. Avevo realmente conosciuto Marie Antoinette e dentro di me sentivo che quella donna sarebbe diventata una delle mie migliori amiche.  

Cari amici, vi ho sconvolto raccontandovi il mio segreto? Spero di no!!!Perchè se ne avrete voglia e passerete nuovamente tra 7 giorni, io sarò pronta e raccontarvi una nuova esilarante avventura.  Nel frattempo vi lascio la ricetta dei macarons che mi fecero conoscere la delfina di Francia, spero vi stuzzichino l'appetito!!!

Baci Cholé



Cholé e "Le café de l'éclair" vi da appuntamento alla settimana prossima, non mancate!!! Se volete recuperare la prefazione e capito 1 cliccate QUI .


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