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Fatterellando: Il giardino dei Finzi-Contini

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Titolo: Il giardino dei Finzi-Contini
00466606Paese di produzione: Italia
Anno: 1970
Durata: 90 min
Genere: drammatico, sentimentale
Regia: Vittorio De Sica
Soggetto: tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani
Sceneggiatura: Vittorio Bonicelli, Ugo Pirro
Fotografia:Ennio Guarnieri
Montaggio: Adriana Novelli
Musiche: Manuel De Sica
Scenografia: Giancarlo Bartolini Salimbeni, Mario Chiari
Personaggi: Lino Capolicchio-Giorgio, Dominique Sanda- Micol Finzi Contini, Helmut Berger- Alberto Finzi Contini, Fabio Testi- Giampiero Malnate, Romolo Valli (padre di Giorgio), Barbara Leonard Pilavin (madre di Giorgio), Camillo Cesarei- prof. Ermanno Finzi Contini (padre di Micol), Franco Nebbia- prof. De Marchis, Giampaolo Duregon: Bruno Lattes, Inna Alexeievna- Regina Finzi Contini (nonna di Micol), Katina Morisani- Olga Finzi Contini, Marcella Gentile- Fanny, Michael Berger: studente Tedesco, Raffaele Curi -Ernesto

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Trama:

Siamo nel 1938 quando, una ricca famiglia ebrea dell’alta borghesia di Ferrara, i Finzi-Contini, decide di aprire le parte della sua immensa villa e l’giardino-dei-finzi-contini incantevole e quasi surreale giardino agli amici dei due figli: Micòl e Alberto.  I due, difatti, assieme a loro combriccola, a causa delle legge razziali, sono stati espulsi dal circolo del tennis della città e pertanto non possono più allenarsi né partecipare al torneo annuale. Tra gli invitati, tutti rigorosamente vestiti di bianco e con un’aurea quasi surreale, vi è Giorgio, figlio di un commerciante ebreo che disapprova quest’amicizia altolocata e Giampiero Malnate, un comunista milanese. Attraverso una serie di flash back si apprende che Giorgio e Micòl si conosco sin dall’infanzia e che il ragazzo è da sempre segretamente innamorato della giovane donna. Nella villa il tempo sembra essersi fermato come se tutto fosse protetto da una campana di vetro, invece, al di fuori la guerra è alle porte e la situazione per gli ebrei è sempre più critica e pericolosa: Ernesto, il fratello di Giorgio di rifugia in Francia, e quest’ultimo, oramai prossimo alla laurea, decide di rimanere a Ferrara anche se gli viene impedito di frequentare la biblioteca dell’Università. Per questo inizia a recarsi soventemente dai Finzi-Contini  per consultare alcuni testi del professor Ermanno e al contempo per restare aggiornato sulla sorte di Micòl, partita a Venezia con l’intento di ultimare i suoi studi. Dopil-giardino-dei-finzi-contini-foto-4o la laurea Micòl torna a casa ove trova Giorgio pronto a dichiarare i propri sentimenti ma lei, dura come una roccia, respinge il giovane con una scusa banale e ridicola. Giorgio, titubante e triste, una sera scavalca le mura di cinta del giardino e scopre che Micòl ha una relazione segreta con Malnate, il quale trascorre con lei l’ultima notte prima di partire per il fronte. Purtroppo, però, gli eventi precipitano e Malnate perde la vita in Russia, Alberto Finzi-Contini lascia il mondo terreno a causa di una malattia, Giorgio scappa con la madre in Francia. Nel finale la famiglia Finzi-Contini viene prelevata dai repubblichini e costretta a sostare in una scuola ove la gente viene ammassata in delle vecchie aule. In classe, circondata da persone disperate e intente ad aspettare, Micòl viene travolta da un ricordo legato all’adolescenza e subito dopo incontra il padre di Giorgio, chiede notizie sul suo amico, abbraccia l’uomo e assieme, spaventati e fiduciosi, guardano verso la finestra il panorama nebbioso di una città diversa.

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Recensione:

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Stilisticamente parlando posso affermare che, a mio avviso, il film ha una buona fotografia e una meravigliosa colonna sonora che lo valorizza. Le scenografie sono curate, gli abiti, i dialoghi e l’interpretazione degli attori rendono il tutto perfetto. De Sica, secondo la critica di allora e anche in base agli oscar vinti, sembra abbia realizzato un capolavoro. Il regista, difatti, sceglie di raccontare, a suo modo, quella che è una pagina triste della storia del mondo e lo fa seguendo la trama di Bassani, in una Ferrara degli anni ’30. Il bello del lungometraggio è rappresentato sicuramente da questo giardino ove il tempo sembra fermarsi per regalare, a chi lo frequenta, una spensieratezza quasi azzardata viste le tristi vicende che si sviluppano al di fuori. De Sica, con questo film, pare quasi prendere le distanze da quelli che sono i memorabili capolavori neorealisti che lo contraddistinguono adattando il suo stile alla richiesta del mercato cinematografico dell’epoca. Il lungometraggio viene cosi descritto come un sussulto che fa percepire velatamente i sentimenti, i profondi stati d’animo e quell’alone di nostalgia e dramma che la storia racconta. Le mie considerazioni, invece, sono differenti e questo mio vedere la storia con un occhio critico negativo mi ha messo in serie difficoltà. Sinceramente ho trovato il film troppo lento, talmente lento da soffocare quasi l’evolversi degli avvenimenti. Se alla base vi è un racconto riflessivo su uno spaccato di società, su alcuni rapporti umani e sulla complessità dei sentimenti e delle emozioni, dall’altra la prolissità e l’eccessiva retorica appesantiscono quella che è la struttura portando ad un interpretazione a tratti stanca e quasi svogliata che sembra cercare un intellettualismo fuori tema e ingombrante. Dopo alcune ricerche ho scoperto che tale sensazione è stata provata anche da taluni critici che affermano che De Sica nell’opera delude anche se cerca di mantenere una certa fedeltà nel portare in scena la trama di Bassani. Quest’ultimo, a sua volta, in un’intervista, afferma che il lungometraggio non è credibile ne attendibile. Lo stesso poi sottolinea che il ruolo del protagonista diviene cosi privo di significato con conseguente banalizzazione della storia. Alla fine quello che ho provato io è intrappolato in un limbo, nel senso che non posso dire che il film non mi sia piaciuto ma non posso nemmeno affermare che per me sia stato un bel film da rivedere. Non ho letto il libro quindi il mio non è un paragone effettuato sul racconto ma esclusivamente su quello che ho visto e, dopo aver visionato ciò che pensa la critica positiva su tale opera, mi sono persino posta delle domande su me stessa. Questo perchè mi sono sempre reputata una persona sensibile e capace di cogliere anche le più piccole sfumature, ma visionando questa pellicola non ho provato nessuna sensazione, nemmeno la più piccola emozione. E, purtroppo, alla fine del film mi sono chiesta cosa mi avesse lasciato e la risposta è stata “niente”. Il finale mi è parso inconcludente e sospeso nel vuoto come quando Rossella O’hoara, in “Via col vento”, dice “domani è un altro giorno” e la scena pian piano sfuma via. La storia d’amore mi è parsa quasi inesistente e anche li, come nel resto del film, tutto mi è apparso etereo, senza fine, senza cuore, freddo e impassibile come il volersi ostinare, da parte dei protagonisti,  a non vedere il cambiamento della storia all’interno di Ferrara e il pensare che il mondo potesse restare immobile e fermo in quell’attimo eterno all’interno delle mura del giardino, mura che però possono essere scavalcate. Capisco che tali affermazioni possono apparire forti e che la maggior parte della gente reputa “Il giardino dei Finzi-Contini” un grande film, un film di “un certo livello”, ma non posso scrivere una cosa che non ho pensato. Quindi, per onestà, anche se il mio parere non è certo quello di un critico o di un giornalista ma di una semplice e umile spettatrice preferisco essere sincera, forse sarà una mia incapacità non riuscire a cogliere la grandezza di questo “capolavoro”,  però mi conforta aver scoperto che non sono stata l’unica e che lo stesso Bassani reputasse il lungometraggio banale.

Curiosità sul film:

1- Il regista Alessandro D’Alatri ha interpretato il ruolo di Giorgio ragazzino nel film, mentre Cinzia Bruno iil_giardino_dei_finzi_contini1interpretò il ruolo di Micòl giovane adolescente.

2- il regista affidò la parte
da protagonista a Patty Pravo che però rifiutò la parte a causa dei tanti impegni.

3- Le scene nel giardino sono state girate presso Villa Ada a Roma, quelle dalla villa dei Finzi-Contini , invece, a villa Litta Bolognini di Vidano al Lambro in Brianza. Al contrario, l’ingresso del giardino, è situato veramente a Ferrara in Corso Ercole I d’Este, come aveva immaginato lo stesso Bassani.

4-In prima battuta l’autore, Giorgio Bassani, cooperò alla stesura dei dialoghi e della sceneggiatura del film , ma dopo una serie di disaccordi e malintesi lo scrittore entrò  in conflitto con il regista e dopo la causa ottenne, dal giudice, la possibilità di togliere il proprio nome dai titoli di coda.

5-Contrariamente al romanzo il film non utilizzata la tecnica dell’Io narrante, difatti, la narrazione, coincide con il ruolo del protagonista. Il film termina con l’epivlcsnap-12661sodio della deportazione mentre il romanzo continua, difatti, è lo stesso Giorgio che, fuggito all’estero, racconta la storia della sua giovinezza rievocando i fatti dopo all’incirca 14 anni.

 

6-Il film vinse diversi premi: Premio Oscar miglio film straniero, Orso d’oro a Vittorio De Sica al Festival di Berlino, David Donatello miglior film e David speciale a Lino Capolicchio, Nastro d’Argento miglior attore non protagonista a Romolo Valli e migliore scenografia a Giancarlo Bartolini Salimbeni, Globo d’Oro miglior attore rivelazione Fabio Testi e Premio BEFTA a Vittorio De Sica.

La curiosità di Antonella Il film fu presentato in tutto il mondo, ebbe successo al botteghino, anche se Bassani prese le distanze perché in disaccordo con le scelte fatte dal regista in fase di sceneggiatura, cambiò l’impostazione del romanzo. “Ricordo la prima a Gerusalemme – racconta Christian De Sica – ero seduto vicino a mio padre che aveva accanto Golda Meir e vicino a mamma c’era Moshe Dayan. Scorrono i titoli di coda e l’applauso non parte, mio padre mi stringe il braccio: ‘Non è piaciuto’. Quando si accesero le luci, tutto il pubblico piangeva. Vedere Golda Meir con le lacrime agli occhi è un’emozione che mi porto ancora dentro. Poi ricordo gli applausi, e la felicità di papà”.

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Clicca qui per recarti da Antonella del blog “Il tempo ritrovato” e leggere la biografia di Bassani e la trama del libro con recensione.


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