DA SAN NICOLA A BABBO NATALE
Il Natale nella tradizione cristiana è legato alla nascita del bambin Gesù, quindi all'usanza del presepe, alla sua simbologia ed a tutto quello che circonda questo avvenimento importante. Per i pagani, invece, il Natale è legato ad un altro simbolo, quello dell'albero, una tradizione di origine medioevale che sembra affondare le sue radici in Estonia ed è riconducibile al rinnovamento della vita. Cosi, mentre presepe ed albero sono ancora oggi fonte di discussione, rivalità e divisione in quello che il simbolismo della ricorrenza; Babbo Natale con il suo abito rosso resta il fulcro di questa festività, che mettere d'accordo grandi e piccini, atei e cristiani, credenti e non. Vi sono solo dei piccoli particolari su di lui che non tutti sanno e che oggi vedremo di riassumere un pò. Infatti insieme scopriremo chi è il suo antenato, le storie e le leggende legate a quest'uomo barbuto e il suo evolversi tra letteratura, arte e pubblicità.
Tutto nasce da un uomo ben conosciuto nella mia regione, amato e venerato non solo dai pescatori italiani, ma anche da russi e greci; il suo nome è San Nicola.
San Nicola, nacque a Pàtara, una regione occidentale dell'antica Grecia, oggi divenuta Turchia del sud, intorno al 260-280 d.C. Nel 300 divenne vescovo di Myra, in un periodo in cui tutti i cristiani erano perseguitati e sotto Diocleziano fu imprigionato ed esiliato. Nel 313 venne liberato grazie a Costantino, riassumendo la sua vecchia carica. Nicola era un uomo molto buono e dopo la morte dei suoi genitori, aiutò i poveri del paese grazie alla grossa eredita ricevuta da quest'ultimi.
Alla sua morte il suo corpo fu seppellito a Myra e poi portato a Bari nel '62, ad opera dei pugliesi. San Nicola divenne uno dei santi più venerati sia dai cristiani che dagli ortodossi e sul suo personaggio esistono una serie di leggende. Difatti, si narra che fu il benefattore di tre ragazze, le quali rischiavano di finire come prostitute, non essendo il loro padre in grado di pagare i vari debiti contratti (lo ritroviamo anche nella Divina Commedia di Dante -Purgatorio XX 31-33). Quando seppe la cosa, per tre notti di seguito gettò un borsellino di monete nel castello. Le prime due notti trovò la finestra aperta riuscendo cosi a lanciare le monete direttamente dentro, la terza notte trovando la finestra chiusa fu costretto ad arrampicarsi e gettare il sacchetto di monete nel camino, facendolo finire nella calza appesa ad asciugare, fu cosi che strappò le tre fanciulle dal loro infausto destino. Un'altra leggenda afferma che il santo fosse in possesso del Sacro Graal, che gli permetteva di avere doni in abbondanza, questa versione è dovuta anche al trafugamento delle sue spoglie per volere di papa Gregorio VII. Infine si dice che il Santo esortò i parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo, dicendogli di recarsi nelle case per portare ai bambini un regalo e di cogliere l'occasione per spiegare chi fosse Gesù.
I parroci, riempirono dei sacchi pieni di doni e li portarono ai bambini con l'aiuto di alcune slitte trainate da cani. Cosi tra il 243 e 366 d.C., amici e parenti iniziarono a scambiarsi le prime "stranea", per festeggiare il "dies natalis" e agli auguri di salute, si accompagnarono presto cesti di frutta e dolciumi. Tra le tradizioni popolari legate al santo la più significativa è quella dei doni, per questo in occasione della sua festa, vengono offerti dei regali. Nella tradizione Ceca la strenna di san Nicola avveniva il 5 dicembre, alla vigilia della festa del santo, che è appunto il 6 dicembre. Anche in Francia nelle scuole, proprio in quella data, passa San Nicola a lasciare dolciumi e raccontare la sua storia ai bimbi che restano ammutoliti guardando il suo enorme copricapo, il suo bastone e il maestoso abito rosso. Questo perchè Santa Claus ha origine da Sinterklaas, nome olandese del personaggio fantastico derivato da San Nicola, chiamato anche Sint Nicolaas. I suoi abiti sono simili a quelli di un vescovo, porta una mitra rossa con croce dorata e si appoggia su di un bastone pastorale. Si narra che Sinterklass avesse un cavallo bianco con il quale volava sui tetti e che i suoi aiutanti scendessero dai comignoli per lasciare i doni, egli arrivava in piroscafo dalla Spagna ed era accompagnato da Zwarte Piet.
Anche in alcune zone dell'Italia, esiste un'antica tradizione Medioevale, quella delle maschere di San Nicola, che giunge a piedi o su di un carro, accompagnato da degli angeli e dal suo servo Davide, distribuendo dolci e caramelle ai bambini buoni. Nel Trentino Alto Adige, nella Val Canale, nelle zone del Trevisano, Ugovizza, Malborghetto nel Friuli-Venezia Giulia e in molte zone di lingua tedesca, ma soprattutto nella Baviera, Svizzera e Tirolo; si festeggia con la sfilata del Krampus, per le vie del paese.
La leggenda dei Krampusè legata ai periodi di carestia, quando i giovani dei paesotti di montagna si travestivano usando pellicce e corna. Irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per affrontare l'inverno. Dopo un pò di tempo, i giovani si accorsero che tra di loro vi era un impostore: il diavolo, riconoscibile solo grazie alla zampe a forma di zoccolo di capra. Fu cosi che venne chiamato il vescovo Nicola, per esorcizzare la presenza alquanto inquietante. Da allora tutti gli anni i giovani travestiti da demoni, sfilano lungo le strade dei paesi per portare doni o "picchiare" i bambini cattivi. Nella sfilata dei giorni nostri, il santo è trainato su di un carro, interroga i bimbi e con chi è stato bravo si dimostra generoso, mentre quelli cattivi vengono rimproverati e ricevono del carbone. Inoltre durante la sfilata San Nicola placa le ire dei krampus nei confronti degli spettatori. Appena il sole tramonta, San Nicola scompare dalla sfilata, lasciando i diavoli senza freni e controlli, liberi d' inseguimenti e rincorrere la gente anche per ore, sino a quando il buio non riavvolgerà la parata.
Sempre in quello che è il folklore tedesco, vi è un'altra storia, che risale ad un periodo precedente alla conversione al cristianesimo.
Questa storia narra di un certo dio Odino (Wodan), che ogni anno nel periodo del solstizio invernale teneva una grande battuta di caccia, accompagnato da altri dei e guerrieri.
La tradizione vuole che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del camino, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo del dio. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo in regali o dolciumi. Questa credenza sopravvive ancora in Belgio e nei Paesi Bassi ed è associata ancora una volta alla figura di San Nicola. Infatti, i bambini tutt'oggi appendono le loro scarpe al camino per farle riempire da San Nicola, che arriva a cavallo ed il suo aspetto, l'aria misteriosa e la faccia barbuta, sono simili a quella del dio Odino.
La versione del nostro moderno Babbo Natale, sembra risalire al 1800, quando il rito del natale trovò la sua personificazione in un vecchietto cicciottello e dalla barba lunga e bianca. La sua dimora è collocata in posti differenti, secondo gli americani vive al Polo Nord, per i canadesi al nord del paese, per gli europei in Lapponia esattamente sul Circolo Polare Artico, per i norvegesi a Drobak, alcuni lo collocano in Svezia, altri in Groenlandia. Solo una cosa mette tutti d'accordo, Babbo Natale non fa tutto da solo a dargli man forte ci sono gli gnomi che l'aiutano a costruire i giocattoli, selezionare le letterine e preparare l'itinerario del suo viaggio, inoltre le renne l'aiutano ad essere veloce e trasportare con la slitta i vari doni.
Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus. Ma vi è un Babbo Notale, ancora più datato, quello di Charles Dickens, chiamato anche Spirito del Natale presente nel Canto di Natale, egli risale al XVII secolo e nella sua antica illustrazione è raffigurato con indosso un grande mantello verde, lungo sino ai piedi e ornato di pelliccia. In merito all'evoluzione dei colori ho trovato due scuole di pensiero. Quella che io conoscevo da tempo attribuisce l'abito rosso al marchio CocaCola, che durante gli anni '30, per una pubblicità natalizia, vestì il vecchietto dei colori rappresentativi della sua scritta grazie al pubblicitario Sundbolm. Anche se tale cambiamento, sembra essere addirittura precedente e forse deriva dalla White Rock Beverages, per la vendita di acqua minerale nel 1915 e per la vendita di ginger nel 1923. Però ancora prima, nei primi anni del ventesimo secolo, pare che Babbo Natale fosse apparso con i consueti colori in alcune copertine della rivista Puck. Resta di sicura attribuzione del marchio Cocacola la trovata dell'arrivo di Santa Claus a bordo della slitta trainata da renne, visto che San Nicola come Odino per la tradizione arrivano al galoppo di un cavallo bianco.
Una seconda suola di pensiero, quella a me sconosciuta, attribuisce una parte essenziale della trasformazione di San Nicola in Babbo Natale a Clement Clarke Moore, scrittore e linguista di New York, che nel 1823 scrisse la poesia "A Visit from Saint Nicholas" ,ove rappresentò il santo com'è oggi. Per il Natale del 1862 l'illustratore Thomas Nast raffigurò sulla rivista "Harper's Weekly" Babbo Natale con giacca rossa, barba bianca e stivali neri. Comunque tale manifesto è in bianco e nero, quindi non si più propriamente affermare che tali colori siano da attribuire a quest'epoca, ma a livello di fisiognomica questo Babbo Natale è molto simile a quello della famosa bevanda nera analcolica.
Gli islandesi dicono che da loro esistono ben 13 Babbo Natale, perchè la loro tradizione di doni a Natale era basata sulla presenza di 13 folletti chiamati Jòlasveinar. Una volta all'anno, due settimane prima di Natale, questi folletti fanno il bagno nelle acque calde delle sorgenti del lago Niva, quindi lasciano le grotte dove abitano per portare ai bambini islandesi buoni dei doni. In pratica i bimbi buoni trovano nelle loro scarpe 13 regali, uno per ogni giorno della settimana che precede il Natale. I bambini cattivi ricevono patate ed i folletti possono anche essere dispettosi e fare scherzi.
Oggi grazie all'avvento di Internet è possibile, tramite alcuni siti web, seguire via radar il percorso di Babbo Natale. Anche se in realtà si tratta di un jet della US Air Force che parte da una base canadese per recarsi a Città del Messico. In verità questo desiderio di conoscere la strada che percorre il tenero vecchietto la notte del 24 ha origini più lontane, infatti nel 1955 Sears Roebuck, un grande magazzino del Colorado Spring, distribuì un fantomatico numero di telefono ai bambini, da utilizzare il giorno della vigilia per chiamare Babbo Natale. Il caso volle che per un errore di stampa il numero corrispondesse a quello della difesa aerea CONAD, e che un certo Harry Shoup, di turno in quella nottata rispose ai bambini che sui radar c'erano segnali d'arrivo dal Polo Nord da parte di Santa Clause. Fu cosi che nel 1958, statunitensi e canadesi approntarono un programma congiunto di monitoraggio di Babbo Natale, disponibile sul sito web del comando della difesa.
Appare pertanto chiaro che Babbo Natale non è altro che un discendente dall'antichissimo San Nicola, quindi oltre ad essere magico e buono, non è ateo come molti credono, bensì ha qualcosa di religioso in sé.
Ma infondo cosa importa, quello che conta è che lui personifichi un pò questa festività, regalando ancora qualcosa di estemporaneo, divertente, bello e fantastico ai bambini e perchè no anche ai grandi.
Alla fine tutti possiamo credere alla sua magia, al suo girare il mondo in una notte per premiare chi è stato buono, è sufficiente mettersi li, scrivere una letterina e poi spedirla. Se poi abitate negli Stati Uniti o in Italia basterà lasciare un bicchiere di latte e dei biscotti su di un tavolo la sera della vigilia, secondo me se passa li mangerà. Se invece siete inglesi lasciategli mince pie e sherry, ne andrà goloso. Inoltre pensate un pò alle renne e mettete due carote fuori casa , se spariranno qualcosa vorrà pur dire. Tutto ciò che ruota intorno al Natale può cambiare in base alle tradizioni, ma la speranza di trovare un regalino, la voglia di credere in quell'uomo tanto buffo e dolcissimo perchè dobbiamo perderla a causa delle disillusioni della vita, perchè crescendo dobbiamo dimenticare le nostre emozioni di bambini, perchè non dobbiamo credere più nella magia del Natale. Non sò voi, ma io quest'anno, come tutti gli anni lascerò del latte e dei biscotti e se spariranno sono sicura che non sarà stato il mio papà a mangiare tutto, bensì sarà opera del mio caro ed adorato Petit Papa Noël .
Per continuare a leggere da Antonella
"Presepe e simbolismo: una tradizione fatta d'amore"
clicca qui.
Il Natale nella tradizione cristiana è legato alla nascita del bambin Gesù, quindi all'usanza del presepe, alla sua simbologia ed a tutto quello che circonda questo avvenimento importante. Per i pagani, invece, il Natale è legato ad un altro simbolo, quello dell'albero, una tradizione di origine medioevale che sembra affondare le sue radici in Estonia ed è riconducibile al rinnovamento della vita. Cosi, mentre presepe ed albero sono ancora oggi fonte di discussione, rivalità e divisione in quello che il simbolismo della ricorrenza; Babbo Natale con il suo abito rosso resta il fulcro di questa festività, che mettere d'accordo grandi e piccini, atei e cristiani, credenti e non. Vi sono solo dei piccoli particolari su di lui che non tutti sanno e che oggi vedremo di riassumere un pò. Infatti insieme scopriremo chi è il suo antenato, le storie e le leggende legate a quest'uomo barbuto e il suo evolversi tra letteratura, arte e pubblicità.
San Nicola |
San Nicola, nacque a Pàtara, una regione occidentale dell'antica Grecia, oggi divenuta Turchia del sud, intorno al 260-280 d.C. Nel 300 divenne vescovo di Myra, in un periodo in cui tutti i cristiani erano perseguitati e sotto Diocleziano fu imprigionato ed esiliato. Nel 313 venne liberato grazie a Costantino, riassumendo la sua vecchia carica. Nicola era un uomo molto buono e dopo la morte dei suoi genitori, aiutò i poveri del paese grazie alla grossa eredita ricevuta da quest'ultimi.
Alla sua morte il suo corpo fu seppellito a Myra e poi portato a Bari nel '62, ad opera dei pugliesi. San Nicola divenne uno dei santi più venerati sia dai cristiani che dagli ortodossi e sul suo personaggio esistono una serie di leggende. Difatti, si narra che fu il benefattore di tre ragazze, le quali rischiavano di finire come prostitute, non essendo il loro padre in grado di pagare i vari debiti contratti (lo ritroviamo anche nella Divina Commedia di Dante -Purgatorio XX 31-33). Quando seppe la cosa, per tre notti di seguito gettò un borsellino di monete nel castello. Le prime due notti trovò la finestra aperta riuscendo cosi a lanciare le monete direttamente dentro, la terza notte trovando la finestra chiusa fu costretto ad arrampicarsi e gettare il sacchetto di monete nel camino, facendolo finire nella calza appesa ad asciugare, fu cosi che strappò le tre fanciulle dal loro infausto destino. Un'altra leggenda afferma che il santo fosse in possesso del Sacro Graal, che gli permetteva di avere doni in abbondanza, questa versione è dovuta anche al trafugamento delle sue spoglie per volere di papa Gregorio VII. Infine si dice che il Santo esortò i parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo, dicendogli di recarsi nelle case per portare ai bambini un regalo e di cogliere l'occasione per spiegare chi fosse Gesù.
San Nicola |
Krampus |
La leggenda dei Krampusè legata ai periodi di carestia, quando i giovani dei paesotti di montagna si travestivano usando pellicce e corna. Irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per affrontare l'inverno. Dopo un pò di tempo, i giovani si accorsero che tra di loro vi era un impostore: il diavolo, riconoscibile solo grazie alla zampe a forma di zoccolo di capra. Fu cosi che venne chiamato il vescovo Nicola, per esorcizzare la presenza alquanto inquietante. Da allora tutti gli anni i giovani travestiti da demoni, sfilano lungo le strade dei paesi per portare doni o "picchiare" i bambini cattivi. Nella sfilata dei giorni nostri, il santo è trainato su di un carro, interroga i bimbi e con chi è stato bravo si dimostra generoso, mentre quelli cattivi vengono rimproverati e ricevono del carbone. Inoltre durante la sfilata San Nicola placa le ire dei krampus nei confronti degli spettatori. Appena il sole tramonta, San Nicola scompare dalla sfilata, lasciando i diavoli senza freni e controlli, liberi d' inseguimenti e rincorrere la gente anche per ore, sino a quando il buio non riavvolgerà la parata.
Odino |
Questa storia narra di un certo dio Odino (Wodan), che ogni anno nel periodo del solstizio invernale teneva una grande battuta di caccia, accompagnato da altri dei e guerrieri.
La tradizione vuole che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del camino, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo del dio. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo in regali o dolciumi. Questa credenza sopravvive ancora in Belgio e nei Paesi Bassi ed è associata ancora una volta alla figura di San Nicola. Infatti, i bambini tutt'oggi appendono le loro scarpe al camino per farle riempire da San Nicola, che arriva a cavallo ed il suo aspetto, l'aria misteriosa e la faccia barbuta, sono simili a quella del dio Odino.
Dickens- Lo spirito del Natale Presente |
Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus. Ma vi è un Babbo Notale, ancora più datato, quello di Charles Dickens, chiamato anche Spirito del Natale presente nel Canto di Natale, egli risale al XVII secolo e nella sua antica illustrazione è raffigurato con indosso un grande mantello verde, lungo sino ai piedi e ornato di pelliccia. In merito all'evoluzione dei colori ho trovato due scuole di pensiero. Quella che io conoscevo da tempo attribuisce l'abito rosso al marchio CocaCola, che durante gli anni '30, per una pubblicità natalizia, vestì il vecchietto dei colori rappresentativi della sua scritta grazie al pubblicitario Sundbolm. Anche se tale cambiamento, sembra essere addirittura precedente e forse deriva dalla White Rock Beverages, per la vendita di acqua minerale nel 1915 e per la vendita di ginger nel 1923. Però ancora prima, nei primi anni del ventesimo secolo, pare che Babbo Natale fosse apparso con i consueti colori in alcune copertine della rivista Puck. Resta di sicura attribuzione del marchio Cocacola la trovata dell'arrivo di Santa Claus a bordo della slitta trainata da renne, visto che San Nicola come Odino per la tradizione arrivano al galoppo di un cavallo bianco.
Babbo Natale della Coca Cola |
Gli islandesi dicono che da loro esistono ben 13 Babbo Natale, perchè la loro tradizione di doni a Natale era basata sulla presenza di 13 folletti chiamati Jòlasveinar. Una volta all'anno, due settimane prima di Natale, questi folletti fanno il bagno nelle acque calde delle sorgenti del lago Niva, quindi lasciano le grotte dove abitano per portare ai bambini islandesi buoni dei doni. In pratica i bimbi buoni trovano nelle loro scarpe 13 regali, uno per ogni giorno della settimana che precede il Natale. I bambini cattivi ricevono patate ed i folletti possono anche essere dispettosi e fare scherzi.
![]() |
Il Babbo Natale di Thomas Nast |
Appare pertanto chiaro che Babbo Natale non è altro che un discendente dall'antichissimo San Nicola, quindi oltre ad essere magico e buono, non è ateo come molti credono, bensì ha qualcosa di religioso in sé.
Ma infondo cosa importa, quello che conta è che lui personifichi un pò questa festività, regalando ancora qualcosa di estemporaneo, divertente, bello e fantastico ai bambini e perchè no anche ai grandi.
Alla fine tutti possiamo credere alla sua magia, al suo girare il mondo in una notte per premiare chi è stato buono, è sufficiente mettersi li, scrivere una letterina e poi spedirla. Se poi abitate negli Stati Uniti o in Italia basterà lasciare un bicchiere di latte e dei biscotti su di un tavolo la sera della vigilia, secondo me se passa li mangerà. Se invece siete inglesi lasciategli mince pie e sherry, ne andrà goloso. Inoltre pensate un pò alle renne e mettete due carote fuori casa , se spariranno qualcosa vorrà pur dire. Tutto ciò che ruota intorno al Natale può cambiare in base alle tradizioni, ma la speranza di trovare un regalino, la voglia di credere in quell'uomo tanto buffo e dolcissimo perchè dobbiamo perderla a causa delle disillusioni della vita, perchè crescendo dobbiamo dimenticare le nostre emozioni di bambini, perchè non dobbiamo credere più nella magia del Natale. Non sò voi, ma io quest'anno, come tutti gli anni lascerò del latte e dei biscotti e se spariranno sono sicura che non sarà stato il mio papà a mangiare tutto, bensì sarà opera del mio caro ed adorato Petit Papa Noël .
Per continuare a leggere da Antonella
"Presepe e simbolismo: una tradizione fatta d'amore"
clicca qui.
A conclusione di ogni post troverete un wallpaper e per realizzarlo ci siamo rivolti ad un esperto qual'è Xavier autore del blog Le chat noir. Il quale in sintonia con lo spirito di collaborazione di questi post ha accettato di accompagnarci per queste settimane. Quindi da qui a Natale troverete in chiusura del post una sua creazione ed una nostra frase augurale.