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Marianna Solari |
Marianna scrive da sempre riscuotendo grande successo grazie al suo stile estroso e agile. Giovane, intelligente, solare, simpatica e anche bella; sta per realizzare uno dei suoi sogni nel cassetto. Difatti, venerdì 13 dicembre alle ore 17:30 nella Sala del Carroccio, Palazzo Senatorio (Roma), presenterà "La bellezza femminile dal mondo greco ad oggi". Un libro interessante e ricco di curiosità, miti, arte e passi di autorevoli letterati, filosofi e pensatori. In 136 pagine la Solari ci regala un viaggio nel tempo fatto di donne e bellezza, di evoluzione, cambiamenti e tante informazioni importanti che ci aiuteranno a ripercorrere, assieme all'autrice, oltre duemilacinquecento anni al femminile. Una lettura piacevole, affascinante e scorrevole, anche se rigorosa e impegnativa, conduce il lettore verso un excursus che parte dalla bellezza mitologica e ammaliante di Venere, passando alla carnalità seicentesca dell'opera di Bernini "Il ratto di Proserpina", sino ad arrivare al modello di donna Twiggy di Moschino, esile e dallo stile inconfondibile.
In queste settimane ho avuto il piacere, oltre che la possibilità, di conversare con lei e scoprire qualcosa in più su quello che la Solari definisce "piccolo contributo per conoscere il cammino della bellezza". In 14 risposte scoprirete la Marianna: studentessa, scrittrice e donna. Un connubio perfetto tra sapere e beltà che traspare nel suo raccontare elegante, coinvolgente e dettagliato.
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La bellezza femminile dal mondo greco ad oggi |
Certo! Oltretutto giovani
2-Bene! Allora Marianna, prima di entrare nel vivo dell'intervista volevo complimentarmi con lei per il grande traguardo raggiunto. Sa, mi sono documentata e leggendo di lei, qua e là, ho scoperto che la sua passione per la scrittura è nata già nell'età dell'infanzia. Mi ha divertito molto sapere che la sua Prof. di italiano e latino l'aveva per giunta nominata “La mia giornalista”, questo vuol dire che ha il mestiere nel sangue. Com'è avverare un sogno nel cassetto? Che sensazione dà?
Sì, la grandiosa Professoressa Gucciardi! Che dire… sia lei che la Suora delle mie scuole elementari trovavano nel mio modo di scrivere qualcosa che le colpiva. Ogni volta che la Gucciardi veniva in classe con i nostri temi corretti divagava con qualche elogio nei miei confronti, ed erano le descrizioni il mio punto forte, oltre ai particolari tagli a effetto probabilmente precoci. Diciamo che sin dalle elementari assimilai il concetto di dover spiegare il “perché” una certa cosa la vedevo bella, buona ecc., in quanto non bastava scrivere “la mamma è bella”, bisognava parlarne con la scrittura in modo che il lettore potesse figurarsela davanti: ecco, da qui ebbe inizio il mio amore per le descrizioni, che man mano desideravo fossero sempre più originali ed esaustive, traendo spunto da mie letture e utilizzando accostamenti azzardati ma ai miei occhi efficaci ecc. Del resto adoro descrivere le opere d’arte o recensire libri proprio per cercare di far “vedere” ciò che un occhio distratto può non scorgervi. E tuttora quando scrivo dei piccoli saggi universitari non vedo l’ora di arrivare al punto: l’ekphrasis.
Riguardo alla realizzazione di questo sogno… beh, che gioia! Iniziai a scrivere le pagine di quello che ora appare con questa lucida copertina lilla proprio aspirando alla pubblicazione, quindi l’idea che così è stato mi spinge ancora di più a pensare che, per avverare un sogno, una buona probabilità di riuscita dipenda proprio dal crederci VERAMENTE, con tutto l’entusiasmo e la determinazione che si ha nel sangue: io l’ho fatto!
3-Tra le altre cose ho letto che si è laureata in Lettere con indirizzo storico-artistico presentando una tesi di Estetica. I suoi studi sono stati utili e determinanti per la realizzazione del suo libro?
Direi proprio di sì, altrimenti non avrei mai potuto sintetizzare un così vasto argomento e selezionare le opere (letterarie o figurative) più adatte. Pensi che me le “appuntavo” via via negli anni facendo un’orecchietta alle pagine interessanti dei vari testi che studiavo! Sì, perché in effetti, cosa che mi rende ancora più felice, questo libro in origine era la mia tesi di laurea! Appunto in Estetica, materia a me molto cara, la filosofia dell’arte, del bello, nonché la disciplina dei quesiti più vari. Ed essere allieva del Professor D’Angelo rappresenta per me un grande onore. Adesso sto per laurearmi in Storia dell’arte… di nuovo con lui, stavolta sull’estetica del paesaggio marino. Chissà..
4-Complimenti! Ha scelto un argomento altrettanto interessante e affascinate.
Ritornando al libro ”La bellezza femminile dal mondo greco ad oggi” edito da Progetto Cultura racconta in duemilacinquecento anni i volti, i corpi e le figure che hanno fatto la storia della bellezza attraverso arte, letteratura e cuore. Trovare informazioni inerenti ai vari periodi storici è stato un lavoro complesso?
Il cuore è quello che ci ho messo io, sicuramente. “Complesso” non è forse il termine più adatto, proprio perché avevo elaborato quest’idea da tempo, quindi molto materiale di spunto me lo ritrovai facilmente grazie alle famose “orecchiette” . Però la cosa che mi colpì fu che, per una bibliografia di base, non trovavo mai un testo che facesse il mio stesso percorso, ossia trattavano o solo dei Romani o solo del periodo tra Ottocento e Novecento ecc. Sicuramente lo facevano in modo molto più approfondito del mio, però… come nella mia introduzione sottolineo… secondo me il lettore ha anche bisogno di visioni d’insieme (senza per questo tralasciare il rigore), non di troppa specificità, altrimenti rimane col dubbio di cosa ci sia stato prima e di cosa sia avvenuto dopo. Io invece ho cercato di raccontare la bellezza femminile tutta, seppur in nuce. E per fare questo tipo di sintesi bisogna avere le idee chiare…
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Twiggy modella Moschino |
Penso che nessuno debba scrivere di getto, o meglio, di getto si può mettere su carta un’emozione, ma poi questa va “abbellita”, “ricamata”, non lasciata allo stato “grezzo”. Ho riletto all’infinito, sono pignola sulla scelta delle parole più appropriate, sui refusi, sulla punteggiatura, su eventuali ripetizioni (non le sopporto!), sulla fluidità e consequenzialità dei concetti, sull’impaginazione delle figure e tanto ancora. E il bello è che, forse per “assuefazione” mentre lo componevo e perfezionavo, rileggendolo ora che è stato pubblicato ho beccato qualche refuso! Pazienza… mi consolo pensando che anche i testi di alcuni professori universitari celano dei piccoli refusi e in quei casi, proprio per mia estraneità, non me ne sfugge uno!
6-Essere pignola, in alcuni casi, è un grande pregio. Quindi chapeau!!
Il fine ultimo del libro è anche una riflessione profonda sul concetto di bellezza e su quanto oggi si ignori “il senso della vera bellezza perché nella società dei consumi e dello spettacolo si ha bisogno di un pubblico planetario omogeneo e povero di idee, i cui gusti e i cui bisogni siano regolabili e modificabili a seconda delle esigenze di mercato”, non trova che tutta la storia della bellezza femminile alla fine abbia lo stesso filo conduttore? Se analizziamo a fondo la donna e la bellezza noteremo che, nei vari secoli, essa si è spesso piegata ai canoni richiesti nelle diverse epoche, canoni dettati dall'arte o comunque dagli uomini. Certo prima il concetto delle esigenze di mercato non aveva molto senso, ma l'omologazione l'ha sempre fatta da padrone.
Dunque, questo pensiero espresso da Roberto Gramiccia, affermato critico d’arte e medico, si collega più a ciò che sta avvenendo nella nostra epoca, in quella del XXI secolo che nel libro intitolo “Assenza di quel non so che”. In effetti oggi è così, basta guardarsi intorno per accorgersene… In particolare non ho nulla contro la chirurgia estetica (purché se ne faccia un uso solo correttivo, motivato da reali complessi o dall’età che avanza, senza mai stravolgere la figura) ma… il concetto di armonia dove è finito? E quello di bellezza “peculiare”? A me oggi sembrano tutte uguali, la differenza posso coglierla soltanto nei risultati più o meno felici, ma di fatto si tratta in generale di una spaventosa (e brutta) “omogeneità”, essenzialmente racchiusa in tre punti: unghie finte, seni che sembrano scoppiare, labbra improbabili. Il tutto viene potenziato da una certa volgarità diffusa, ormai dimenticando il concetto di femminilità… così caro invece (ancora oggi) agli uomini.Tutto questo non avveniva nelle epoche precedenti; c’erano le mode, ad esempio nelle acconciature e nell’abbigliamento, c’erano degli ideali di bellezza, ma mai una realtà come quella odierna senza alcun reale riferimento bello! Temo che un valido contributo in questa direzione l’abbia dato la TV… basta vedere, senza scadere nel solito discorso sulle veline (che agli esordi sono anche molto belle, è dopo che si “omologano”), i volti delle recenti eroine dei cartoni animati: aggressive, esageratamente allungate e col volto squadrato… nulla a che vedere con lo sfumato degli occhi di una Biancaneve e neppure con la sensualità della strega!
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Venere Canova |
Distinguersi è tutto! La natura non è madre di errori, semmai “compone” figure più o meno belle, guarnendole di più o meno intelligenza e valori, ma non si tratta di errori, quelli in questo senso li commette il libero arbitrio! Figuriamoci nel caso di una Venere! Alcuni di quelli che oggi vengono reputati difetti (soprattutto dalle donne), spesso denotano invece bellezza, come ad esempio la morbidezza delle curve o un naso non piccolissimo. Sicuramente dei canoni ci sono e ci sono sempre stati, non voglio apparire ipocrita, come una certa armonia e proporzione dell’insieme, ma poi a fare bella una donna sono i particolari, oltre al famoso “non so che”, ossia quel quidgrazie al quale spesso una donna carina ed elegante spicca molto più di una bellissima. Penso che quindi prevalga il fascino. E sicuramente la stupidità non aiuta ad emanarlo…
8-Nel suo libro cita sculture, dipinti, fotografie e passi di autorevoli filosofi e letterati. Quali sono i suoi preferiti e quali sente come più rappresentativi e vicini alla sua opera a livello di pensiero?
Un passo chiave penso sia quello rinascimentale del Firenzuola: “che questo splendor nasca da una occulta proporzione e da una misura che non è ne’ nostri libri, la quale noi non conosciamo, anzi non pure immaginiamo, ed è, come si dice delle cose che noi non sappiamo esprimere, un non so che”. Come teoria mi piace molto quella settecentesca di William Hogarth, secondo la quale la bellezza si racchiude nella linea curva. Invece riguardo a descrizioni è molto intensa quella che Mantegazza a fine Ottocento offriva della bellezza italiana: “Ha tipi diversi, quante sono le ondate di sangue, che son venute a battere sulle spiagge del suo duplice mare”. Questi ovviamente sono solo degli stralci… chi leggerà il libro troverà molte e dettagliate descrizioni per ogni epoca trattata…
9-Un altro aspetto degno di nota è senz'altro la ricchezza del suo libro nel citare miti e leggende, oltre che nel riportare consigli di bellezza dati, per esempio, anche del grande poeta Ovidio. Le va di condividere con noi il consiglio migliore che abbia trascritto nel suo libro e magari anche uno suo?
Beh, visto che ha citato Ovidio, direi che ce n’è uno che nella sua semplicità racchiude la magia del rapporto uomo-donna: “quando il pallio di lei pende troppo e tocca il terreno, prendilo e sollevalo con delicatezza (…). Come ricompensa ai tuoi occhi si presenterà subito, senza che la fanciulla possa evitarlo, lo spettacolo delle sue gambe”. Penso che uno dei principali segreti di bellezza sia il vedo non vedo…
10-Parole sante!!
Verso la fine di “La bellezza femminile dal mondo greco ad oggi” lei cita Dostoevskij facendo un po' anche nostro l'augurio dello scrittore che affermava “il mondo sarà salvato dalla bellezza”, crede realmente che possa essere cosi?
Sarà certamente così! Ma dovrà trattarsi di Bellezza con la “B” maiuscola, quella che incanta e commuove in quanto riflesso esteriore di una grandezza interiore.
11-L'argomento da lei trattato ha sempre suscitato in me un grande interesse, difatti, tempo fa scrissi un post molto breve sulla bellezza della donna attraverso l'arte del tempo e svolgendo alcune ricerche mi sono chiesta perché i canoni, nelle varie epoche, siano cambiati in maniera cosi forte. In pratica siamo passati dalla Venere primitiva donna formosa e simbolo di fertilità alla donna pelle ed ossa, simbolo di una bellezza effimera e innaturale. Se dovesse scegliere un modello tra tutti quelli visti nella storia, quale preferirebbe?
Mi identifico molto col periodo rinascimentale e con quello barocco: apprezzo nella donna la grazia (rinascimentale) ma anche la sensualità (barocca): mi piacciono la sana “civetteria” femminile, il trucco anche un po’ vistoso, orecchini e collane, il raso, la seta, le piume, i luccichii, il rosa, il lilla, le belle calze, i fiocchi; ma a guidare qualsiasi forma di originalità ed ecletticità preferisco sia sempre la sobrietà, l’eleganza, il buon gusto.
12-Noto con piace che abbiamo gusti simili, anch'io adoro le donne rinascimentali dai corpi burrosi e dalla sensualità innata. L'ultima curiosità riguarda trucco, acconciatura e vestiario. Potrebbe dirci qual è, secondo lei, il trucco più caratteristico, l'acconciatura più curiosa e il vestiario peggiore e migliore di tutti questi duemilacinquecento anni?
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Pisanello |
13- Davvero!! Io ho sempre trovato alquanto strane le acconciature del ’400 inizio '500, quando le donne erano costrette a radersi la parte superiore dei capelli per rendere la fronte più alta visto che era un simbolo di grande regalità e beltà. Una raffigurazione importante di tale consuetudine, se non erro, è rappresentata da Da Vinci nel quadro “La dama con l'ermellino”, che tra l'altro adoro.
Tralasciando la chirurgia plastica, qual è l'artificio più spaventoso al quale si è sottoposta la donna pur di rappresentare un determinato canone?
In assoluto tutto ciò che concerne la volgarità. Mi capita di incappare su profili Facebook e di vedere grandi immagini copertina con ragazze in posizioni che lasciano poco all’immaginazione, solitamente quasi di schiena e coperte unicamente da un perizoma. Ciò che questa ostentazione comunica è soltanto sesso, non bellezza. Quindi mi domando: come mai si ha il bisogno di comunicare messaggi sessuali così diretti? Qual’ è l’insicurezza di fondo di queste giovani donne di oggi? Credo sia in atto un serio fraintendimento di cosa sia la bellezza: non è un qualcosa da mettere sul banco in mostra come carne da macello! La bellezza deve sconvolgere da vestita! Ed è quella bellezza lì che poi travolge veramente anche le sfere sensuali. L’uomo vuole scartarli i dolci, e prima immaginarli, non trovarseli già belli apparecchiati, pronti per il palato e magari anche insipidi. Tutto ciò è dozzinale, misero, e denota anche frustrazione interiore… che di certo non si risolve valutandosi così poco.

Marianna, concludo ringraziandola per la disponibilità mostrata, la gentilezza e la grande professionalità. Infine colgo l'occasione per ricordare ai lettori un grande appuntamento, quello di venerdì 13 dicembre alle ore 17:30 presso la Sala del Carroccio (Palazzo Senatorio-Roma), ove presenterà questa grande opera assieme al critico d'arte Roberto Gramiccia, all'attore Corrado Solari e alla presenza del Consigliere del I Municipio di Roma Stefano Tozzi. Le faccio i mie migliori auguri e le lascio questo spazio libero per scrivere quello che desidera. In questo modo può deliziare i miei lettori con qualche aneddoto, darci qualche informazione in più che ho maldestramente trascurato o semplicemente donare incisività a qualche aspetto del libro che non sono riuscita a cogliere.
Grazie per il termine “grande opera” (!), penso però che sia solo un piccolo contributo per conoscere il cammino della bellezza e magari poter aspirare ad essa nel migliore dei modi, innalzando il livello odierno. Spero che queste pagine che mi sono impegnata a rendere fluide il più possibile valgano da musa ispiratrice, ecco.
Grazie a Lei per tutte le curiosità manifestate e… crepi il lupo!
Saluto i lettori, tutti invitati il 13, con un monito di Flaubert che ogni donna dovrebbe far proprio: “Non sono una donna, sono un mondo”.