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LA STAZIONE (Cap 13- terza parte) Sopravvissuti e sopravviventi

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LA STAZIONE-portate immediatamente una barella. La ferita sembra superficiale ma dobbiamo trasportarlo subito in ospedale- il paramedico, dopo aver controllato Luca, chiama i colleghi che corrono vicino dal ferito con la barella.
-al mio tre lo solleviamo tutti insieme. UNO...DUE e TRE...preso!! veloce in ambulanza-
Luca viene portato via sotto gli occhi dei curiosi e di qualche passeggero che scatta un po' di foto da mostrare, postare o dare in pasto ai giornali. In fondo, quello sulla lettiga è un personaggio noto colpito da un pazzo e circondato da due donne, una delle quali lo abbraccia disperatamente.
Nel frattempo, proprio qualche metro più in la, la polizia disarma Giulio che immobilizzato e sconvolto ha ancora la pistola puntata verso il pazzo maniaco.
-Mirko, cos'è successo?- domanda uno dei poliziotti.
-Non ho idea! Sono arrivato in stazione per prendere il treno e quando mi sono affacciato, dalla sala d'attesa, ho visto questo tizio con la pistola puntata verso quella donna e il Dott. Luca Pagliotta. Ho studiato un attimo la situazione e dopo aver notato che il criminale era abbastanza sconvolto, ho approfittato del suo stato d'animo per colpirlo alle spalle e disarmarlo. Purtroppo ha sparato e con il mio intervento sono riuscito solo a sviare il colpo, non a fermarlo. Quel ragazzo è innocente, mi ha dato una mano- spiega il nostro barbone bello e tenebroso.
-dovete seguirci tutti in commissariato- urla l'ispettore capo.
- lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dica può e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha il diritto alla presenza di un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene verrà assegnato uno d'ufficio...- uno degli agenti trascina l'uomo verso l'uscita della stazione elencandogli i suoi diritti.
-io ho diritto ad ucciDERLA...lei è MIA...MIA!!!! avete sentito- grida, sbraita e si dimena mentre Claudia piange tra le braccia di Muna.

-Cluadia, ma cosa vuole da te? è lui vero? l'uomo che ti faceva paura? - chiede Muna tentando di calmarla.
-non può farti più nulla, vedi? lo stanno portando via- ribadisce abbracciandola e confortandola nonostante l'agitazione che sente dentro di lei.
-oh Munaaa...ho paura!!! questa non è la prima volta che tenta di uccidermi, riesce sempre a uscire dal carcere...- più che una donna Claudia sembra una bambina piccola, fragile, sensibile e talmente delicata da far tenerezza.
-vedrai, questa volta sarà diverso, questa volta ha fatto dal male a qualcuno che conta. Luca è un grande avvocato, credimi!!! - Muna non ha mai stimato il nostro eroe. Oggi però qualcosa dentro di lei è cambiato perchè quell'essere, ai suoi occhi spregevole è meschino, ha compiuto un gesto importante, talmente altruistico da farla sentire in colpa.
-mi dici almeno chi è?- domanda la ragazza.
-è il mio ex marito. L'ho lasciato perchè mi picchiava, minacciava, violentava. Ha ucciso il bambino che aspettavo, ha ucciso la mia anima, me...si è preso tutto, la mia gioventù, la mia vita, la mia casa, il mio bambino e io dopo anni di dolore sono scappata...ma come vedi nemmeno questo disperato tentativo è servito a qualcosa...lui torna sempre e quando riappare fa male più di prima- Claudia sviene tra le braccia di Muna, uno dei paramedici le alza le gambe facendo allontanare Muna. Alcuni poliziotti portano via Mirko e Giulio, altri restano con le due donne. Qualche agente scatta delle foto, la scientifica effettua i vari rilievi e tra i suoni ed i rumori di tutti le mattine scende la malinconia e la tristezza. Alla fine queste sono storie di tutti i giorni, racconti che suscitano un interesse folle per un attimo e poi spariscono nel dimenticatoi e tra le pagine di una vita ormai distrutta da chi non sa distinguere il bene dal male.

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