LA STORIA DEL JEANS
Il "fustagno", l'antenato del denim, era formato da una trama in cotone e un ordito in lino e/o in canapa. Tale tessuto era prodotto un po' ovunque e conosciuto da molti con appellativi differenti: pignolato, bambagine, terlice, ecc. Nel '500 l'industria italiana del fustagno andò in crisi e nello stesso periodo, negli empori di Londra, venne cognato un nuovo termine: Jeans. Con il tempo l'Inghilterra divenne la maggiore importatrice di fustagno tedesco proveniente dalla Svevia e fustagno genovese proveniente dall'Italia. Il traffico di "fustagno rurale" arrivava principalmente da: Novi Ligure, Serravalle, Alessandria, Asti e Voltaggio. Il tessuto non era di qualità elevata e sulle banchine veniva chiamato Jeans (da Génes, alla francese) perchè giungeva da Genova mentre quello della Svevia, di qualità nettamente superiore, era denominato holmes. Il 14 marzo del 1853, Morris Levis Strauss, un mercante bavarese fallito, approdò in California per commerciare tessuti in una zona invasa dalla famosa "febbre dell'oro". Secondo una vecchia leggenda, pare che Strauss, prima di raggiungere la nuova terra, avesse venduto tutta la stoffa e rimasto solo con un scampolo di tela, fece fabbricare per un "prospectors" un pantalone color cachi di quel tessuto. Il 20 maggio del 1873, l'US Patent and Trademark Office (ufficio brevetti) rilasciò la licenza numero 139.121"For improvement in fastening pocket openings". Tale licenza permetteva, al nostro mercante e al suo socio, il sarto Jacob Davis, di produrre pantaloni in cotone robusto tenuti assieme dai punti del cucito tradizionale e da rivetti metallici. L'idea di Davis era quella di cucire resistenti capi da lavoro da far indossare a mandriani, agricoltori e minatori; non possedendo i 68 dollari necessari per inoltrare la pratica propose al suo venditore di tessuti, Levis Strauss, di creare una società.
In questo modo l'idea ebbe il suo brevetto e il tessuto Denim divenne la divisa della ferrovia transamericana, dei miners, dei cowboy. Il cinque tasche più amato di tutti i tempi vide la luce. I primi ad utilizzarle il famoso jeans prodotto, a San Francisco, da Levi Stauss & Co e contrassegnato con il mitico codice 501 (che indicava il lotto di tessuto da 9 oce, quindi dal peso leggero), furono i cercatori d'oro. Nel 1886 comparve, per la prima volta, l'etichetta con i due cavalli in cuoio, posta sul retro dei pantaloni per indicare taglia e modello, i due cavalli stavano a sottolineare la resistenza e l'elevata qualità del capo. Nel 1873 si creò l'impuntura a doppio arco, che venne registrata nel 1942. Il prodotto aveva comunque la necessità di distinguersi dalla concorrenza e così, nacque la "red tab", un'etichetta rossa di minuscole dimensioni cucita a bandiera sul bordo della tasca posteriore a destra che riportava la scritta Levi's, coperta da copiright nel 1936. Nel 1942, per evitare gli sprechi e indicizzare le risorse alla produzione militare, anche i jeans furono regolamentati dal War Production Board, che modifico alcune sue caratteristiche: i bottoni della patta furono ridotti a tre e prodotti in metallo scadente, i rivetti in rame vennero aboliti assieme alle tasche dei giubbetti, le martingale e le impunture sulle tasche posteriori dei pantaloni, venne eliminato il taschino dell'orologio e la double arcuate dei 501 venne semplicemente disegnata sulla stoffa e non cucita a macchina. Nel 1900 altre due aziende, Lee e Wrangler, iniziarono a produrre gli amati "overall", sottraendo al marchio Levi's una grossa fetta di mercato. Nel 1911, Hanry David Lee propose anche una linea di abbigliamento capace di soddisfare l'enorme bisogno di workwear, realizzò cosi le prime salopette (Bill Overall) da 8 once con bretelle regolabili e la "Union-All" tuta da lavoro. Quest'ultima fu una vera rivoluzione per l'epoca, visto che copriva il lavoratore dalla caviglia al collo, grazie all'unione di un paio di dungaree e una giacchetta. Sul "Saturday Evening Post", il marchio Lee sfoggiò la prima pubblicità fatta da una fabbrica di abbigliamento. La storia dei Wranglerè datata 1897, quando C.C. Hudson partendo da un laboratorio d'abbigliamento diede vita l'azienda Blue Bell che, nel 1926, venne acquistata dalla Big Ben Manufacturing del Kentucky.
Nel 1943, l'azienda continuò la sua espansione comprando anche la Cosey Jones Company e attraverso un referendum tra i dipendenti della Blue Bell, venne scelto il nome Wrangler (attaccabrighe), per riconoscere il brand. Negli anni '30 il blue jeans si impose, negli Stati Uniti, come indumento del tempo libero e nel 1935 venne lanciato il primo modello da donna. Nel '37, il jeans entrò nella storia della moda attraverso la sua apparizione su Vogue. La stoffa di jeans, nata proprio nella nostra Europa, venne riscoperta come capo d'abbigliamento nel lontano 1959, quando furono commercializzati i primi Levi's. Nel 1962, in Belgio, si apri la prima fabbrica Blue Bell e nel '64, il primo stabilimento Lee. In verità, qualche jeans made in Europa circolava già da tempo, da quando l'imprenditrice Rica Levy aveva fondato, nel 1928, quella che divenne la Rica Lewis. In Germania il marchio Mustang risale al 1932 e Lee Cooper, di origini inglese, è datato 1937.
LE CARATTERISTICHE
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Il demin ha delle caratteristiche essenziali, la prima, come abbiamo potuto intuire dalla sua storia è la resistenza, la seconda è il processo di restringimento e la terza è la decolorazione. Adorati dai giovani dell'epoca, grazie alla loro capacità di restringere il corpo, negli anni e con il cambiare delle mode tale qualità si è scomparsa per dare spazio a modelli dal cavallo basso, dalla zampa larga o stretti solo alla caviglia. Per quanto concerne la decolorazione, essa fa parte del processo di invecchiamento che può essere ottenuto anche artificialmente. In un primo momento veniva attuato attraverso vari lavaggi e sostanze chimiche (sale, candeggina, pietruzze, acqua calda...) Quando le aziende scoprirono che una parte del mercato adorava questo processo, anche le industrie si attrezzarono per creare, attraverso vari trattamenti, tessuti: marmorizzati, sbiancati e stone-wash.
Il vero Jeans subisce pertanto 4 passaggi indispensabili prima di arrivare a noi: la filatura che è formata dei fili utilizzati (oggi si aggiunge anche l'elasten), la tintura che avviene prima della tessitura, la tessitura ed i lavaggi che permetto di ammorbidire il tessuto e di fargli perdere il 10-12% del suo colore
ECCOVI I JEANS PIU' GETTONATI DELLA STAGIONE (PRIMAVERA 2014)
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RIPPED JEANS
LE CARATTERISTICHE
Il demin ha delle caratteristiche essenziali, la prima, come abbiamo potuto intuire dalla sua storia è la resistenza, la seconda è il processo di restringimento e la terza è la decolorazione. Adorati dai giovani dell'epoca, grazie alla loro capacità di restringere il corpo, negli anni e con il cambiare delle mode tale qualità si è scomparsa per dare spazio a modelli dal cavallo basso, dalla zampa larga o stretti solo alla caviglia. Per quanto concerne la decolorazione, essa fa parte del processo di invecchiamento che può essere ottenuto anche artificialmente. In un primo momento veniva attuato attraverso vari lavaggi e sostanze chimiche (sale, candeggina, pietruzze, acqua calda...) Quando le aziende scoprirono che una parte del mercato adorava questo processo, anche le industrie si attrezzarono per creare, attraverso vari trattamenti, tessuti: marmorizzati, sbiancati e stone-wash.
Il vero Jeans subisce pertanto 4 passaggi indispensabili prima di arrivare a noi: la filatura che è formata dei fili utilizzati (oggi si aggiunge anche l'elasten), la tintura che avviene prima della tessitura, la tessitura ed i lavaggi che permetto di ammorbidire il tessuto e di fargli perdere il 10-12% del suo colore
ECCOVI I JEANS PIU' GETTONATI DELLA STAGIONE (PRIMAVERA 2014)

SKINNY JEANS
Fasciano il corpo come una seconda pelle. Stretti, versatili, colorati o no, sono perfetti per qualsiasi occasione. Chic con le ballerine per un look comodo e sobrio, sexy con il tacco 12, rock se abbinato ad uno stivale, sportivi se sfoggiati con un paio di snakers. Eccovi 4 outfit con i quali giocare per essere perfetti in ogni occasione proposta da questa stagione primaverile.
RIPPED JEANS
può essere skinny o boyfriend, l'importante è che sia strappato e lasci le ginocchia in bella vista. La particolarità di questo jeans è che vi permette di giocare molto con gli accessori creando abbinamenti casual ma dal sapore: classico, grunge o stiloso, proprio come vi mostro in questi look.
Ovvero il jeans rubato al vostro lui. La vestibilità è comoda, morbida e spesso sono caratterizzati da stoffa usta e scolorita. Io adoro indossarli con una bella camicia ampia che può essere sfoggiata nei pantaloni sblusandola un po', le più esili possono anche portarla larga sul jeans, mentre chi ama osare può inserire una parte fuori e una dentro al pantalone. Un look semplice ma d'effetto. Questo jeans ha il suo perchè anche se abbinato ad un bel anfibio, per un look da dura, o se portato all'estremo grazie ad accessori esagerati e sexy.
Il jeans che rappresenta uno status symbol, evocando gli anni '70 e che ha da sempre delineano uno stile particolare, è il famigerato "jeans a zampa". La sua caratteristica è quella di slanciare la figura se indossati con un tacco alto nascosto sapientemente dalla famosa zampa. Bene, non è carnevale e non dobbiamo emulare i figli dei fiori, ma reinventare un look che sia al passo con i nostri tempi. Quindi perchè non mescolare uno stile navy al bootcut? Oppure perchè non rendere il look romantico attraverso la scelta di colori tenui e accessori delicati?Come sempre, per chi adora osare, l'outfit giusto e quello che vi ho riproposto in altro a destra (in verde), un Valentino che trasuda charme e eleganza.
Il modello del denim può cambiare, l'importante è mostrare la caviglia arrotolando il jeans per scelta o come escamotage. Io vi mostro linee differenti, tutte da abbinare in modo raffinato grazie agli accessori, alle bluse, maglie e cardigan Dolce& Gabbana.
PATCHWORK JEANS
sono i jeans decorati con toppe e applicazioni di ogni genere. Molti pensano che siano troppo difficili da abbinare. Io ho tentato tre combinazioni dal sapore classico e neutro. Il primo look ha come base un jeans classico, il secondo un boyfriend e il terzo un bootcut, tre jeans, tre applicazioni differenti e tre outfit che spaziano dal casual al gipsy style.
Che siano a vita alta o modello sigaretta i washed out della nuova stagione devo avere una sola e unica caratteristica fondamentale la nuance chiara, chiarissima, talmente delicata da sembrare bianca. Con questi jeans potete sia sfoggiare un ton sur ton o stupire con i contrasti accentuati e accesi. Giusti sia con le ballerine o con il tacco altro, sono jeans che si prestano bene per un look sobrio, elegante e classico.
E voi? che jeans indosserete questa primavera?
E voi? che jeans indosserete questa primavera?