La Puglia e le sue meraviglie: il mare cristallino, le grotte naturali, le insenature, gli alberi d'ulivo secolari, le sue piazze, le sue chiese, i suoi castelli, le sue feste, il suo cibo. La nuova rubrica "A spasso per la Puglia"è proprio questo: la scoperta di tante piccole bellezze collocate in questo tacco dodici che saprà sorprendervi appuntamento dopo appuntamento. Per iniziare al meglio vi porto con me nel castello Normanno Svevo della mia provincia. Un piccolo tour fatto in una notte di mezza estate che voglio condividere con voi.
Il castello Normanno Svevo di Bari è il bastione simbolo di questa città. Situato a difesa dell'ingresso principale del centro storico, praticamente a pochi passi dalla cattedrale dedicata a San Sabino, è una delle fortificazioni più interessanti della regione. Sorto sui resti di strutture bizantine, il castello, durante i secoli, ha subito l'influenza di diversi stili apparenti a epoche comprese fra il XII e il XVI secolo. Il nucleo originario edificato, nel 1131, da Ruggero il Normanno (figlio di Ruggero I di Sicilia e re di Sicilia, Puglia e Calabria), è caratterizzato da un impianto quadrangolare con torri quadrate situate agli spigoli. Fra il 1233 e il 1240, dopo i danneggiamenti causati da Guglielmo il Malo, fu oggetto di ristrutturazione da parte di Federico II di Svevia, infatti: il portale ogivale del lato ovest con archivolto scolpito, la sala sveva, il vestibolo voltato a crociera e la loggetta affacciata sul cortile con capitelli di raffinata fattura firmati da Minerrus da Canosa, Melis da Strigliano e Ismael; appartengono alle migliorie apportare da Federico II per smorzare la sua aria austera conferendogli requisiti più prossimi ad una residenza. Nonostante i vari cambiamenti nemmeno il passaggio di San Francesco d'Assisi che, secondo la tradizione, proprio qui avrebbe respinto la bellezza spudorata di una fanciulla mandata dallo stesso Federico II per indurre il santo in tentazione, riuscì a smorzare la cupezza del posto. Durante il periodo Angioino, per volere di Carlo I, vennero eseguiti importanti lavori di restauro ad opera di Pietro d'Angicourt e Giovanni di Toul. Tra il 1501 e 1549Isabella d'Aragona e Bona Sforza, duchessa di Bari, lo trasformarono in una dimora principesca conferendogli raffinatezza e al contempo lo fortificarono con una cinta bastionata ed un ampio fossato. Nell' Ottocento il castello diventò prima un carcere e poi una caserma. Oggi, il castello Svevo, è la sede della Soprintendenza per i beni culturali architettonici e paesaggistici per la provincia di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, nelle sue sale ospita mostre importanti mentre una parte viene utilizzata come Gipsoteca e sala multimediale.
Cosi, quello che siamo abituati ad identificare come "castello Svevo"è in verità un casello nel castello. Una sorta di gioco, stile scatole cinesi, in cui si integrano le torri della difesa medievale e le mura della reggia rinascimentale a loro volta incastrate e parte integrante di una città murata e denominata castrum. Il castello era contemporaneamente castello e città. Bari era un castello perchè, nel Medioevo, solo la presenza delle mura conferiva il titolo di città a quello che altrimenti sarebbe stato identificato come villaggio, casale o insieme di abitazioni.
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Nelle due sale situate nell'ala ovest vi è una collezione di copie: calchi in gesso e decorazioni scultoree, poste all'interno di edifici monumentali religiosi e civili appartenenti alla regione Puglia a partire dal medioevo fino al XVII secolo. Le riproduzioni che vedete nelle foto sono stata realizzate prevalentemente dall'Amministrazione Provinciale di Bari in occasione della mistra delle Regioni tenutasi, nel 1911, a Roma per il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Al di sotto della Gipsoteca, attraversando una botola, si accede ai resti di abitazioni civili appartenenti all'epoca bizantina.
Il cortile interno rispecchia la ristrutturazione cinquecentesca voluta da Bona Sforza. La trasformazione si ispirò ai canoni rinascimentali e l'unica rampa medioevale, orientata da nord verso sud, fu sostituita da una scalinata. La cortina muraria del lato nord verso il mare fu innalzata e al centro del lato est fu collocata la cappella fatta realizzare da Sforza in memoria del marito Sigismondo Iagallone.
Il Catello Svevo, come vi ho spiegato sopra, è situato nel centro storico della città. Pertanto, vista la sua collocazione strategica, lo street food da non perdersi sono le famosissime "sgagliozze". Le sgagliozze o scagliozze sono fette di polenta che vengono lasciate seccare per qualche giorno, in modo da espellere la parte acquosa, fritte nell'olio bollente e salate. La loro forma è irregolare, difatti, il loro nome deriva proprio da questa irregolarità che ricorda una scaglia o comunque un pezzo tagliato in maniera grossolana. Con 2-3 euro i venditori ambulanti, situati in prossimità del lungomare a pochi passi dalle mura della città vecchia, vi offrono un grande quantitativo di sgagliozze da gustarvi passeggiando e chiacchierando per le vie di questa prima spettacolare città del sud.
IL CASTELLO NORMANNO SVEVO
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Castello Svevo visto dall'alto (Immagine dal web) |
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Plastico del castello |
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Corridoio che conduce nella sala delle esposizioni |
LA GIPSOTECA : I CALCHI IN GESSO, LE SUE SCULTURE

Nelle due sale situate nell'ala ovest vi è una collezione di copie: calchi in gesso e decorazioni scultoree, poste all'interno di edifici monumentali religiosi e civili appartenenti alla regione Puglia a partire dal medioevo fino al XVII secolo. Le riproduzioni che vedete nelle foto sono stata realizzate prevalentemente dall'Amministrazione Provinciale di Bari in occasione della mistra delle Regioni tenutasi, nel 1911, a Roma per il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Al di sotto della Gipsoteca, attraversando una botola, si accede ai resti di abitazioni civili appartenenti all'epoca bizantina.
CORTILE INTERNO
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Cortile interno di notte |
Il cortile interno rispecchia la ristrutturazione cinquecentesca voluta da Bona Sforza. La trasformazione si ispirò ai canoni rinascimentali e l'unica rampa medioevale, orientata da nord verso sud, fu sostituita da una scalinata. La cortina muraria del lato nord verso il mare fu innalzata e al centro del lato est fu collocata la cappella fatta realizzare da Sforza in memoria del marito Sigismondo Iagallone.
Uno scorcio del castello e della Cattedrale
CIBO DA BARI VECCHIA

Fonti : Stupormundi.it, libro Bari Vecchi editore Adda, pdf Mibao Ministero per i beni culturali e le attività culturali.
Immagini: wall realizzato dal "L'Atelier du Fantastique", prima immagine (Castello ripreso dall'alto) dal web, tutte le altre immagine sono di proprietà dal blog.