Albero secolare 1700 anni circa
Se nu te scierri mai delle radici ca tieni rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni dai chiu valore alla cultura ca tieni!
Simu salentini dellu munnu cittadini, radicati alli messapi cu li greci e bizantini, uniti intra stu stile osce cu li giammaicani, dimme mo de du ede ca sta bieni!
I Sud Sound System nel bravo “Le radici ca tieni“, tra una strofa e l’altra, parlano di tradizioni, della bellezza del proprio dialetto, dell’importanza della terra e di quanto sia indispensabile amarla, difenderla e curarla. Si, perchè la nostra terra siamo noi, al suo interno affondano le nostre radici, la nostra storia, quello che siamo stati e come ci siamo evoluti. La nostra terra rappresenta il passato, il ritorno alle origini ma anche il presente e il nostro futuro. Purtroppo, però, per troppo tempo, a causa dell’evoluzione e del processo di industrializzazione si è dimenticata l’importanza di quelle radici e di quel suolo che, nel bene o nel male, ci ha fatto da madre. Oggi, dopo anni di emigrazioni e abbandoni, si è riscoperta la sua bellezza, la sua forza, il suo magnetismo, il suo valore ma soprattutto la sua importanza. Sono nati così i vari GAL (gruppo di azione locale), composti da soggetti pubblici e privati, con lo scopo di sviluppare e favorire la crescita locale di un’area rurale. Essi, infatti, elaborano dei piani di azione locale gestendo i contributi finanziari erogati dall’Unione Europea e dal Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia al fine di riunire i vari attori economici nell’attuazione di una politica “concentrata”. L’evento “Il salone dello sviluppo locale“, tenutosi a Gallipoli dal 6 al 9 ottobre, tra dialoghi culturali, workshop, educational, vetrine del territorio, incontri B2B e degustazioni ; si è prefisso l’obiettivo di mostrare tutto quello che è stato attivato, evidenziando i risultati conseguiti e le best practices realizzate nei territori appartenenti al gal delle serre salentine per dare il via ad un nuovo anno di lavoro ripartendo proprio con l’illustrazione di quella che sarà la futura programmazione attraverso una tavola rotonda costituitasi il 9 ottobre, in occasione della giornata di chiusura dell’evento. L’apertura del salone, invece, è avvenuta il giorno 6 ottobre, presso il teatro Schipa di Gallipoli, ove per l’occasione erano presenti : Alessia Ferreri direttore GAL Serre Salentine, Guido Aprea Commissario Prefettizio del Comune di Gallipoli, Antonio Maria Gabellone presidente della Provincia di Lecce, Francesco Pacella Presidente GAL Serre Salentine e Loredana Capone assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, che ha conquistato i presenti con il suo discorso incentrato sulle cinque specializzazioni intellettuali ricercare nella regione per ripartire economicamente. Ogni giorno, poi, seguendo il modello TEDx: giornalisti, blogger, opinion leader, esperti, testimonial …, hanno potuto partecipare, durante le varie mattinate, ai diversi Educational tour suddivisi in quattro temi: percorso tra arte gastronomia e ruralità, percorso tra manufatti e sapori d’altri tempi, percorso tra natura e antichi mestieri, percorso tra mare e terra. I comuni oggetto di osservazione sono stati quelli appartenenti al comprensorio delle Serre Salentine: Alezio fondata da Lizio Idomeneo mitico re di Creta, Alliste il cui nome deriva dalla parola Ali (quella dell’Arcangelo Michele che salvò la città nell’IX secolo dalle scorrerie dei pirati), Casarano risalente all’epoca romana quando al centurione Caeser fu assegna
ta la terra per meriti militari, Collepasso il cui nome deriva dal toponimo bizantino Kulupatze, Galatone la cui etimologia potrebbe riferirsi al latte o alla famiglia Galatos, Gallipoli che secondo una leggenda fu fondata da Idomeneo e che nei secoli divenne un punto di riferimento importantissimo per il commercio dell’olio lampante, Matino territorio abitato sin dall’epoca preistorica, Melissano primo agglomerato urbano risalente all’epoca bizantina, Neviano le cui prime notizie certe lo fanno risalire al periodo angioino, Parabita ove sono state rinvenute due statuette in osso note come le Veneri di Parabita, Racale abitato da messapi, greci e romani, Sannicola ove è presente l’abazia di San Mauro, Taviano i cui territori furono frequentati sin da neolitico e Tuglie abitata dall’antico popolo dei Tulli una popolazione coeva dei Messapi ma di classe inferiore. Ogni pomeriggio, dopo aver scoperto musei, chiese, agriturismi e aziende del posto, alle ore 15:00, era possibile partecipare, presso la Galleria dei Due Mari, nel centro storico di Gallipoli, ai “Dialoghi del Salone“, ove
si dibatteva e rifletteva sui 14 tematismi previsti nel programma e legati al territorio, al cibo, alla genuinità e quindi al biologico, al turismo e alla cooperazione, all’accessibilità, all’innovazione, alla ruralità e pertanto anche al ritorno alla terra, al suo riutilizzo, all’agricoltura e al ricambio generazionale. A conclusione di ogni giornata, seguendo quella che era il tema affrontato: il territorio, la dieta mediterranea, la cultura e l’innovazione, l’appartenenza; le papille gustative degli addetti ai lavori potevano godere attraverso la degustazione di alcuni piatti tipici o rivisitati da Alessandra Ferramosca mamma del blog “My Cool Kitchen“. Tra le aziende partners dell’evento che si sono occupate dell’ospitalità dei giornalisti, blogger, ecc… vi erano: Caroli Hotels di Gallipoli, Albergo diffuso salento di Taviano e Al pescatore hotel & restaurant di Gallipoli, mentre I Move Puglia di Lecce si è occupata della comunicazione .

Felline
I Musei visitati attraverso gli Educational tour (a breve post dedicati interamente a Musei e città affini nella rubrica “a spasso per la Puglia”)
1-L’Abbazia di San Nicola di Macugno (Neviano)
2-Ecomuseo del paesaggio delle serre di Neviano
3-Civico Museo Messapico (Alezio)
4-Museo del vino “Muia” (Parabita)
5-MACMA, Museo d’arte contemporanea (Matino)
6-Musei della Civiltà Contadina e delle tradizioni popolari del Salento (Tuglie)
7-Palazzo Marchesale De Franchis (Taviano)
8-Palazzo Ippolito e Museo Laboratorio dell’Emigrazione delle Serre Salentine (Racale)

Valigia immigrato salentino e attrezzi da lavoro (Museo Laboratorio dell’Immigrazione delle Serre Salentine)- Scuderie affrescate (MACMA Museo d’arte moderna) – Ingresso Museo della Civiltà Contadina e delle tradizioni popolari Salentine – Corredo tomba infante e corredo giovane adolescente (Civico Museo Messapico) – Botte e attrezzi per il vino (Museo del vino “Muia”)
Tra artigianato e agricoltura
Durante gli Educational tour, oltre ad aver visitato i paesi appartenenti alle Serre Salentine, vi è stata la possibilità di riscoprire e scoprire antichi mestieri attraverso le mani sapienti degli artigiani del posto. A Casarano l’azienda “Fatti di carta” ci ha mostrato come creare delle statue in carta pesta illustrandoci i vari step di lavorazione e spiegandoci alcune differenze fondamentali nella loro realizzazione. A Taviano l’abile Marco Gianni, artigiano del ferro battuto, ha aperto le porte del suo laboratorio dandoci l’opportunità di vedere i suoi attrezzi da lavoro e le sue realizzazioni. Passeggiando per le strade di Gallipoli “Ricami Veronica” ci ha omaggiate di una piccola creazione realizzata al momento. Recandoci presso lo yacht messo a disposizione da “Salento in Barca“, nel porticciolo turistico di Gallipoli, è stato possibile ammirare le abili dita dei pescatori che preparavano le reti per la pesca. Ma il salento non solo artigianato bensì, soprattutto agricoltura, quella buona, quella bio, quella nata dalla cooperazione e dalla voglia di tornare alla terra. Infatti, proprio attraverso i vari tematismi, abbiamo appreso quanto i giovani salentini amino il loro territorio. A dimostrazione di ciò i vari ospiti ci hanno raccontato come si sono messi in gioco pur di tornare a casa per costruire o ricostruire qualcosa di importante: Arianna Tosi, co-founder del laboratorio rurale Luna, assieme alle sue colleghe è tornata alle origini riportando nel suo paesino alcune coltivazioni di zafferano e investendo, al contempo, sulla canapa; con lei vi erano anche Simona Schirosi amministratrice dell’azienda agricola Schiosi, Daniela Margatito della Società Cooperativa Agricola Margarito produttrice di miele, Giuseppe Pellegrino dell’azienda agricola Piccapane, Lucio Cavazzoli di Alce nero… Parallelamente ci sono persone che non hanno mai abbandonato le loro tradizioni, proprio come ha fatto la famiglia Adamo che da tre generazioni produce olio extravergine di oliva. Adamo, durante gli educational tour, non solo ci ha mostrato il processo di produzione, spiegandoci le varie fasi dell’olio: dalla raccolta all’imbottigliamento, ma ci ha addirittura offerto l’o
pportunità di apprendere tanto su di esso. Per esempio, il Fior d’olio viene estratto con sistema di affioramento, è un fruttato delicato che si gusta su pesce e carni bianche. L’extravergine è un fruttato medio indicato per il condimento di verdure, legumi e minestre mentre l’extravergine “Le chiante” è più intenso pertanto ottimo sulle carni rosse. Presso l’azienda agricola “Gustosalento“, al contrario, abbiamo appreso la storia dell’olio e la sua suddivisione in extravergine, vergine e lampante. Un passo alla volta, paese dopo paese, questa terra oltre ad una forma si è colorata regalandoci anche i suoi profumi: quello del buon vino e dell’ottimo olio.
I Tematismi
I tematismi, quelli dei “Dialoghi del salone”, ci hanno permesso di dibattere su alcune tematiche di fondamentale importanza, prima tra tutte “l’accessibilità” illustrata da Pete Kercher . Un territorio per aprirsi agli altri deve per prima cosa essere accessibile. L’accessibilità riguarda tutte le categorie di diversamente abili, pertanto non solo chi ha difficoltà motorie, bensì anche i non vedenti, i sordomuti, gli anziani, le donne in dolce attesa, i bambini, i celiaci, gli intolleranti… Insomma, per rendere un posto accessibile non basta l’ascensore in hotel o la minestra al ristorante. L’accessibilità migliora la vita di tutti permettendo a disabili e accompagnatori di vivere in tutta serenità la propria vacanza. La speranza quindi è di muoversi anche in tale direzione e qualcuno lo stà già facendo, difatti “Città tra le mani“, ospite del secondo tematismo del giorno 6 ottobre, ha proprio mostrato come sia possibile offrire ai non vedenti la possibilità di godersi, attraverso il tatto, la bellezza di un monumento. Il 7 ottobre, invece, con il settimo tematismo abbiamo parlato di cibo. Pino Africano e una serie di nutrizionisti, biologi, docenti e imprenditori, hanno dibattuto sugli alimenti visti come cura e fonte di benessere al quale poi si lega la biodiversità che ci permette di mangiar sano e bene anche se a un prezzo non proprio adatto a tutti. Il cibo, inoltre, può diventare anche identità di un territorio, collaborando con il turismo e trasformandolo in un amico o nella faccia della stessa medaglia. Il tematismo 11 con l’esperienza esposta dal Presidente della Fondazione Franciacorta: Adriano Baffelli, ha dato dimostrazione di come una primizia possa trasformarsi nell’identificazione di un territorio portando turismo e, viceversa, come un territorio possa permettere di ottenere un prodotto di qualità invidiato nel mondo e riconosciuto da tutti. Questi sono solo alcuni dei temi trattati durante i dialoghi culturali basati sui luoghi, la fertilità e la civiltà. Tematismi che tra di loro si sono intrecciati assieme alle varie esperienza, racconti di vita e riflessioni sulle quali è possibile lavorare per realizzare qualcosa di buono.

I salentini tra racconti e folclore. Taviano: signora affacciata alla finestra mentre racconta storie affascinati sulla seconda guerra mondiale. Parabita: Prof. Aldo D’Amico narra la storia della produzione del vino in quello che adesso è il suo museo. Felline: balli, brindisi e canti, con sposi incontrati per caso.
Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri.
(San Bernardo)