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Cocktail Divino: Schioppettino (American schioppy)

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E sebbene il vostro risveglio ne cancelli la memoria la tavola dei sogni resta sempre imbandita.

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Questo mese la rubrica, di Antonella, “Lieti calici” propone un vino raro, particolare e dal sapore molto fruttato. Un vino che, almeno dalle mie ricerche, sembra non esser stato mai utilizzato per la creazione di nessun cocktail. Sarà colpa del suo pregio, della sua rarità o della produzione limitata ma scoprire qualcosa in più su di lui in ambito “superalcolici” è praticamente una mission impossible. Però, pensandoci un po’, sono arrivata alla seguente conclusione e mi sono detta: se lo schioppettino può diventare ingrediente da cocktail la possibilità, secondo me, è una sola, l’Americano. L’elisir amato dal grande schermo e conosciuto da tutti attraverso James Bond, suo grande estimatore, è anche una bevanda raffinata e sofisticata, proprio come questo vino. Una bevanda composta da pochi ed essenziali ingredienti che, a mio avviso, possono essere sostituiti per creare un “Americano” alternativo dal sapore più fruttato. Il vero Americano, come accade per molti cocktail e pietanze, ha delle origini ignote e controverse. Secondo alcuni pare essere nato, nel 1860, presso il Gaspare Campari’s bar di Milano. Secondo altri le sue origini risalirebbero agli anni trenta e il suo nome che, ovviamente non può derivare dai suoi ingredienti tipicamente italiani (il Campari e la soda sono milanesi e il vermut torinese), sembra sia stato scelto in onore di Primo Carnera, un pugliese molto attivo negli Stati Uniti, chiamato da tutti l’Americano. Il cocktail considerato “papà” del Negroni è quindi composto dai tre ingredienti su citati mentre, la sua versione alternativa, sostituisce il vermut con dello schioppettino che dona decisamente carattere e incisività alla bevanda ed elimina le note agrumate, di limone e arancio, per dar spazio a quelle più fruttate dei frutti di bosco presenti nel bouquet del nostro vino.

COSA SERVE PER PREPARARE QUESTO COCKTAIL?

attrezi accorrenti per preparazione americano

Per preparare questo cocktail servono: un bicchiere Old Fashioned e uno stirrer.

AMERICAN SCHIPPY

Cocktail Divino: AMERICAN SCHIOPPY
 
Prep time
Total time
 
Ricordatevi: l'americano si prepara direttamente nel bicchiere attraverso la tecnica denominata build e si serve, rigorosamente, in un bicchiere Old Fashioned.
Author:
Recipe type: Drinks
Serves: 5
Ingredients
  • 3 cl di Campari
  • 3 cl di Schioppettino
  • una spruzzata di soda
  • ghiaccio q.b. (deve riempire il bicchiere)
  • 2 more e 2 lamponi
  • una fragola e due lamponi per decorare il bicchiere
Instructions
  1. Versare il ghiaccio nel bicchiere, lo schioppettino, il campari e completare il tutto con una spruzzata di soda. Mescolare, con una cannuccia (o con lo stirrer), strizzare leggermente le more ed i lamponi per versare il loro succo all'interno dell'old fashioned e inserire la frutta nel cocktail. Decorare con con fragola e lamponi.

Carta d’identità

schiopp (1)

Denominazione: Colli Orientali del Friuli Schioppettino Doc

Vitigni principali: Schioppettino Gradazione alcolica minima: 12 gradi

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Caratteristiche

* Colore Rosso rubino intenso, brillante con sfumature granate.

* Odore Fruttato da giovane, acquista con il tempo profumi di mirtillo, di mora di lampone Sapore Pieno, caldo, vellutato con sentori di spezie.

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Servizio

* Temperatura 16 – 18 gradi

* Abbinamenti Primi piatti saporiti, arrosti di carne e, se invecchiato carni lungamente cotte in intingolo

La Ribolla nera è chiamata schioppettino in Friuli, molto probabilmente perchè gli acini, essendo dotati di buccia spessa, quando vengono schiacciati emettono un caratteristico scoppiettio. Il vino che si attiene è per armonia e compostezza motivo di vanto per l’enologia friulana.

Il vitigno

La stiria di questa vite non è documentata. Se ne conosce la terra d’origine, ossia Prepotto, un comune situato nella regione vinicola denominata Colli Orientali del Friuli e, come precisa L’Annuario 1927 – 30 del Consorzio per la Viticoltura di Udine, la sua frazione Albana. Verso la fine dell’880 l’area fu flagellata da oidio, peronospora e fillossera: quasi tutti i vigneti andarono distrutti. La ripresa che seguì comportò un cambiamento della connotazione enologica dell’intera regione. Si verificò cioè un abbandono dei vigneti autoctoni, in sintonia con la campagna informativa operata dalla Cattedra Ambulante di A gricoltura e del Consorzio Provinciale per la Viticultura di Udine, con l’appoggio dei più influenti agrari della pianura. Rischio di estinzione. La campagna poggiava sulla convenienza di mettere a dimora vitigni francesi in luogo di quelli tradizionalmente allevati, in quanto più redditizi perchè maggiormente produttivi. I coltivatori seguirono tali indicazioni e il Friuli viticolo cambiò fisionomia. Il primo conflitti mondiale causò ulteriori notevoli danni e i vigneti che nacquero su quelli distrutti furono quasi esclusivamente di origine transalpina. Per lo Schioppettino che era coltivato solo in una ristretta area, il pericolo di estinzione divenne sempre più concreto. Il legislatore poi non fu certo d’aiuto, perchè, in epoca più recente lo Schioppettino non fu autorizzato in quanto non veniva destinato alla produzione di un vino riconosciuto dalla DOC. Nello stesso anno proprio uno Schioppettino prodotto dalla Ronchi di Cialla di Prepotto vinceva il premio del concorso Risit d’Aur ( Barbetelle d’oro ) organizzato dall’azienda Nonino per la rivalutazione dei vitigni friulani autoctoni e dei relativi vini. Pochi mesi più tardi usciva la legge n.799 che in conformità con il Consiglio CEE 1162, vietava la messa a dimora di vitigni non ammessi ( quindi anche dello schioppettino ). Nonostante l’onerosa sanzione amministrativa che avrebbe colpito i trasgressori, lo shioppettino continuò ad essere coltivato. Chi trasgredì i divieti finì per dare l’irrinunciabile contributo che permise infine, nel 1989, di ottenere la DOC. La zona di produzione originaria -Prepotto e la valle di Cialla – è stata allargata.Schioppettino vinidellanima.it Lo Schippettino, divenuto doc, rientra nel disciplinare dei Colli aoarientali del Friuli e pertanto l’area di produzione è estesa all’intera ampia zona vinicola. La Doc La disciplinare stabilisce una la resa massima di uva per ettaro pari a 110 quintali, ma le aziende vinicole più qualificate hanno rese talvolta inferiori alla metà di quanto stabilito per legge. Lo Schioppettino è infatti un vino di grande pregio che merita particolare attenzione e quindi, anche basse rese, a tutto vantaggio della qualità. Il vino al momento della commercializzazione presenta colore rosso rubino intenso, brillante con sfumature granate. L’odore, fruttato da giovane, acquista con il tempo profumi di mirtillo, di mora, di lampone. Il sapore è pieno, caldo, vellutato con sentori di spezie. Esistono anche le versioni Superiore ; nella sotto zona Cialla viene inoltre prodotto uno Schioppettini superbo nella versione Riserva. Le produzioni di Riserva rivestono una notevole importanza in quanto lo Schioppettino acquisisce, più di altri vini, maggiore pregio invecchiando; infatti, grazie all’invecchiamento, si esaltano i profumi di frutti di bosco e il sapore caldo e speziato. Lo si serve a 16 – 18 gradi di temperatura per accompagnare primi piatti saporiti, arrosti di carne e, se invecchiato, carni a lunga cottura in intingolo. Lo Schioppettino a tavola Come abbiamo visto lo Schioppettino è un vino rosso, fruttato da giovane, che invecchiando acquisisce profumi di mirtillo, mora, lampone. Il sapore è pieno, cald, vellutato con sentori di spezie. Queste caratteristiche possono diversificarsi secondo la produzione. Nei Colli Orientali del Friuli esistono infatti cinque varietà di Schioppettino, ossia quello non invecchiato a cui si aggiungono i tipi Superiore, Riserva, Cialla, Cialla Riserva, questi ultimi sono frutto di basse rese e più accentuato invecchiamento. Gli abbinamenti devono pertanto tener conto della specificità delle varie tipologie. A grandi linee, per semplificare, le cinque varietà si possono ricondurre a due gruppi: giovane, di contenuta alcolicità, dotato di medio corpo; maturo, di buon tenore alcolico e ampia struttura. All’interno di ciascuna categoria esistono pur semcartinapre differenze ma più sfumate. Schioppettino giovane non esprime ancora il meglio di sè, in quanto questo vino richiede di essere invecchiato per poter offrire maggiore ricchezza gustativa oltre che olfattiva e cromatica. Ma anche colto nel pieno della gioventù è in grado di comunicare piacevoli sensazioni. Lo si serve 16 gradi di temperatura per accompagnare primi piatti saporiti e secondi piatti di media sapidità. Pertanto lo si può servire con le zuppe della cucina montanara e contadina, dove ai cereali ( frumento, orzo e farro ) sono aggiunti legumi ( lenticchie, fagioli e ceci ) e talvolta carni ( in genere maiale o manzo ). Si può inoltre abbinare a primi piatti asciutti conditi con sughi a base di carne come i tagliolini al sugo d’anatra, i maltagliati al sugo d’arrosto, le tagliatelle al ragù di piccione, le lasagne alla bolognese. Accompagna inoltre faraona in umido con funghi, quaglie al pomodoro, agnello al forno, lonza di maiale in casseruola, spezzatino di vitello. Schioppettino maturo Il vino mostra tutta la sua armonica pienezza, appaga i palati più esigenti e seduce con le note speziate e di piccoli frutti. Servito a 18 gradi di temperatura si abbina a preparazioni di carne di buona ampiezza aromatica. Si accosta ad anatra al torchio, bottaggio d’oca, fagiano alla normanna, pernici in crosta. nocette di cervo al forno, gallina ” ubriaca ” ( ossia cotta al vino rosso ), costolette di cinghiale in padella. Le produzioni più corpose possono inoltre essere servite con carni cucinate in ricchi fondi di cottura sia rosse sia nere, come controgirello di manzo stufato, carbonada al vino rosso, manzo alla borgognona, spezzatini di cinghiale, lepre in salmì, capriolo in civet.

lo schioppettino

Clicca qui per recarti nel blog di Antonella (Il tempo ritrovato) e scoprire altre interessanti informazioni e ricette da abbinare a questo vino.

Immagini: dal web- wall Audrey
Parte dedicata al vino a cura di Antonella del blog Il tempo ritrovato. Cocktail a cura del “L’atelier du Fantastique”

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