LA VITA Isaac Lee Hayes è stato un musicista, doppiatore, attore e cantante soul statunitense. Nacque, il 20 agosto del 1942, nel Tennessee da Eula e Isaac Sr. Hayes. Dopo la morte dei suoi genitori venne allevato, assieme al fratello maggiore, dai nonni materni e all'età di 5 anni iniziò a cantare nel coro della chiesa. La sua grande passione l'aiutò ad apprendere, da grande autodidatta, a suonare diversi strumenti musicali. Agli inizi degli anni sessanta cominciò a lavorare per la Stax Records come autore insieme a David Porter. Nel 1968 uscì, Presenting Isaac Hayes, il suo primo album che purtroppo non riscosse molto successo. Nel 1971 compose il tema musicale del film Shaft-il detective e nel 1972 vinse l'Oscar come migliore canzone e un Gremmy, diventando così il primo artista afroamericano ad ottenere tale riconoscimento. Tra gli anni '80 e gli anni '90 apparve in diversi film tra i più famosi ricordiamo: Fuga da New York, Blues Brothers-Il mito continua e Soul Men ove interpretò se stesso. Nel 1997 arrivò all'apice del successo doppiando il cuoco Chef del cartoon South Park. In Soul Men, uscito nelle sale nel 2008, Isaac recitò insieme a Samuel L.Jackson e Bernie Mac, il lungometraggio era dedicato proprio a Mac e Hayes ma entrambi morirono, per tristi coincidenze a poche ore di distanza, tre mesi prima dell'uscita del film.
Chef canterino
LA MORTE Come sempre la nostra storia fatta di rock e morte inizia proprio da qui. Siamo nel Tennessee ed è una domenica mattina particolarmente temperata, nonostante ci troviamo nella stagione estiva. Isaac si sta rilassando, ha sessantacinque anni e si trova in casa sua, nei pressi di Memphis. Nella sua bella dimora, il nostro mitico doppiatore, passa le giornate con sua moglie o nella palestra che ha fatto allestire per curare la sua forma fisica. Ecco, il 10 agosto del 2008, nel silenzio della mattina, dopo un po' di stretching obbligatorio Hayes è pronto per salire sul tapis roulant e bruciare qualche caloria. Mette in funzione l'apparecchio, viene colto da un malore e si accascia sul pavimento. La moglie sente un tonfo provenire dalla sala sport, si precipita nella palestra e soccorre sconvolta il suo uomo. Il cantante vine trasportato immediatamente al Baptist East Hospital dall'ambulanza, ma dopo un'ora del ricovero muore. Viene a mancare cosi un grande personaggio, un bambino cresciuto nella miseria e tra i campi di cotone, un amante della musica che ha saputo farsi strada grazie alla sua bravura, un uomo che, a causa delle sregolatezze giovanili, viene colta da un infarto passando a miglior vita proprio nel periodo più bello dell'esistenza terrena. Una morte banale e usuale la sua se non fosse per quel film, per quella strana e fortuita coincidenza o per un piano architettato dal destino nei minimi particolari. Ancora una volta il connubio rock-morte ci lascia con degli interrogativi rendendo strana anche la morte più banale.
Giulio guarda Muna sconvolto e atterrito da quel racconto forte, breve ma dettagliato. -Luca!!! deve pagare ogni singola schifezZA!!...voglio vederlo marcire in carcERE- afferma il futuro dottore con un impeto di rabbia. -Giulio, tranquillo!!! anch'io voglio bene a Claudia e credimi farò il possibile, se è necessario anche l'impossibile...ma quell'uomo farà una brutta fine con o senza l'aiuto della legge- sottolinea Luca sprezzante. Nel frattempo il treno prosegue la sua corsa, il tempo sembra scorrere lentamente e la tensione, arrivata alle stelle, porta un certo nervosismo appesantendo l'atmosfera. Un fischio avverte i passeggeri dell'imminente fermata nell'enorme stazione di Torre a Mare, il capotreno scende e due persone fanno il loro ingresso in stile guru della moda: graffatissimi, radiosi, sfavillanti, a testa alta e con passo deciso; i futuri sposi raggiungono i 4 amici per recarsi assieme in tribunale e offrire la loro testimonianza. -Ciao ragazzi- dicono a mo' di cantilena Anna e Marco. -Muna, come sei bella oggi!!! senti ti andrebbe di sfilare al nostro matrimonio? - domanda Anna con un super sorriso stampato sulle labbra. -sfilare?- Muna è perplessa e non capisce perchè ad un matrimonio si dovrebbe sfilare. -si, Giacinto ha deciso di organizzare una bellissima sfilata durante il pranzo. In breve serve sia per dare eleganza all'evento rendendo speciale, sia per sponsorizzare la nuova collezione primavera-estate...ah dimenticavo! Claudia mi ha detto che sei una ballerina, pardon!!! insegnante di danza del ventre, ti andrebbe di esibirti? sai, vorrei anche mettere in scena dei piccoli spettacoli indimenticabili- spiega Anna con una certa soddisfazione e una buona dose di egocentrismo. -ovviamente ti pagheremo profumatamente per entrambe le cose- Marco come al solito ha l'eleganza di un asino che vola. -capisco!!! Ci penso e vi faccio sapere- Muna non ha bisogno di soldi, la sua famiglia è proprietaria di una catena di alberghi presenti in diverse località dell'Asia, ma lei vuole essere indipendente. Per questo non accetta soldi dai genitori e lavora come una matta. -Claudia, come ti senti? hai una brutta cera!!! io ho parlato del mio matrimonio per distrarti ma sembra che non abbia funzionato- Anna come sempre è fuori luogo e non riesce a non spostare l'attenzione su di lei con una marea di stupidate. -tranquilla!! continua con il tuo racconto mi aiuta a non pensare- Claudia, dopo il suo triste sfogo, si sente a disagio e vorrebbe tanto nascondersi da tutti. Muna intuisce la cosa, e senza farsi notare dagli altri, le sorride e le stringe la mano. -allora, reggetevi forte miei cari... La cerimonia avverrà con rito civile in stazione. Poi saliremo sul treno per raggiungere Molfetta, ove una serie di limousine ci aspetterà per accompagnarci tutti al New Leon...il resto è una sorpresa, vedrete!!! Posso solo anticiparvi quello che già avete sentito, sfilata, esibizioni, balli eeee...tema dominate la musica, colore rosa e verde Tiffany -Anna si blocca interrotta dal marito. -e tanto altroooo!!! Amore, non svelare tutto, ti stai facendo scappare tanti particolari...basta!!!- Marco ha l'aria di essere scocciato e stanco di questi preparativi lunghi mesi. Inoltre non sopporta più i mille racconti di Anna, le sue fasi di eccitazione e quel pavoneggiarsi al cospetto di tutti. -amore, capirai!!! Solo Claudia è invitata al matrimonio visto che è una nostra amica e collaboratrice. Anche se loro sanno... che fa? mica devono venire!!! ah al massimo...si, avvocato lei vorrebbe essere dei nostri? ci conosciamo solo da qualche mese...insomma, da quando è successo l'irreparabile...- Anna, per la seconda volta, non riesce a concludere il discorso sovrastata dalla voce imponente del compagno. -quello che la mia futura moglie vuol dire e che saremmo onorati della sua presenza, sua e della sua famiglia...Naturalmente anche voi siete invitati, ormai sono mesi che ci conosciamo grazie a Claudia- Marco tenta di sistemare le cose dopo la gaffe di Anna. -siamo arrivati!!! Claudia, vieni!! prendi il mio braccio, ti faccio da cavaliere - Luca sorride all'amica accarezzandole dolcemente la spalla e conducendola verso l'uscita. Giulio mostra il braccio all'amata emulando Luca e la sua galanteria. Muna, per la prima volta, arrossisce davanti al ragazzo e afferra il suo braccio mentre un fremito le attraversa la schiena. Si guardano negli occhi per un interminabile momento, lui percepisce un filo d'imbarazzo e un'emozione che non aveva mai visto prima d'ora. Lei, travolta da questo nuovo sentimento, abbassa la testa per nasconde il rossore che sta invadendo le sue guance e quando la mano di Giulio le sfiora la spalla, nuda e fresca, entrambi percepisco una scossa. Con il battito del cuore accelerato scendono, un gradino alla volta, le scale del sotto passaggio e un passo dopo l'altro, le loro mani si sfiorano. L'eccitazione cresce ad ogni tocco delicato, timido e insicuro. Poi, con naturalezza, le dita di Giulio s'intrecciano con quelle di Muna come se si conoscessero da sempre, come se le une non potessero più fare a meno delle altre. Raggiunta l'uscita Luca si ferma per accertarsi che tutti siano presenti all'appello. Si volta e nota due timidi ragazzi staccarsi l'uno d'altro con estremo imbarazzo, le dite che tentano di sciogliere quel nodo ormai perfetto, i corpi che si allontano ma che senza volerlo si ritrovano irrimediabilmente vicini. Luca si rigira e Muna, nel tentativo di raggiungerlo, cambia direzione di scatto finendo tra le braccia di Giulio. Arti e busto sembrano non voler collaborare e anche se la mente comanda un veloce allontanamento, il profumo di Muna rapisce i sensi di Giulio e le sue braccia, leggermente muscolose, la cingono in un abbraccio che sembra eterno. Il tutto dura solo pochi secondi, giusto il tempo di avvicinare i loro volti e riconoscere quell'odore che in molto casi è causa d' innamoramento. Finalmente la chimica ha fatto il suo ingresso scombussolando gli equilibri precari di questi due giovani. Giulio si avvicina sempre di più, Muna alza leggermente la testa piegandola di lato quando una ragazza, correndo verso l'obliteratrice, travolge la bella indiana allontanandola dal suo cavaliere e spezzando l'incantesimo che aveva circondato i loro sensi.
Le mini cake sono delle vere e proprie torte in formato mignon. Spesso vengono utilizzate nei matrimoni come segna posto o piccolo dolce da regalare alla fine della festa. Solitamente, le mini cake, vengono decorate con la pasta di zucchero e confezionate in modo particolare. Ciò non toglie che questa torta, dalle dimensioni ridotte, sia perfetta anche per una cena o un pranzo. La vostra torta tradizionale può trasformarsi cosi in una deliziosa "tortina" mono porzione da decorare anche con semplicità. Per questo vi presento "la torta al gianduia con salsa al gianduia" diventata mini cake per le grandi occasioni. Una ricetta semplice, facile e veloce che conquisterà i vostri commensali grazie alla sua bontà.
Tutti gli ingredienti di questo dolce sono senza glutine. Come sempre anche chi non è celiaco può utilizzare la stessa ricetta adoperando la farina 00 in sostituzione a quella gluten free. Gli intolleranti al latte possono utilizzare il latte di soia e sostituire il cioccolato gianduia (se non dovessero trovarlo senza lattosio e lattulosio) con del cioccolato fondente.
PROCEDIMENTO:
Per prima cosa sciogliete, a bagnomaria, il vostro cioccolato gianduia. In una ciotola ponete la margarina (a temperatura ambiente) e lavoratela con le fruste elettriche. Una volta ammorbidita ed amalgamata aggiungeteci lo zucchero e lavorate il composto per qualche minuto. Separate gli albumi dai tuorli, montata a neve i primi e metteteli da parte. Prendete i tuorli ed incorporateli nel composto, una alla volta, non aggiungete il secondo uovo se il primo non è ben amalgamato. A questo punto versate il cioccolato gianduia sciolto, che sarà diventato leggermente tiepido, e lavorate con le fruste per qualche minuto. Poi aggiungete un pizzico di sale e lasciate riposare. In un'altra ciotola unite farina, lievito e cacao setacciato e versatelo nel composto un po' alla volta alternandovi con il latte. Ultimata quest'ultima operazione incorporate le uova montata e neve con l'aiuto della frusta manuale e versate l'impasto nei vostri stampini. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180° per all'incirca 40-50 minuti.
Potete decorare le vostre mini cake in diversi modi. Se volete qualcosa di semplice vi basterà una spolverata di zucchero a velo. Se preferite ingolosire vi suggerisco di preparare una salsina al gianduia da versare sulla mini torta o anche direttamente sul piattino dove adagerete la vostra piccola cake. Se il vostro scopo è stupire vi basterà un po' di panna montata e un sac à poche.
Salsina al gianduia Sciogliete, a bagnomaria, all'incirca 100 gr di cioccolato gianduia e aggiungete una noce di margarina vegetale e 3 cucchiai di panna da montare (liquida). Togliete la salsa dal fuoco e incorporate altri 50 gr di cioccolato gianduia e girate. Lasciate intiepidire per qualche secondo e versate la salsina sul dolcetto. I più golosi possono aggiungere dei frutti rossi o 2 cucchiai di Marsala alla salsina prima di servirla.
"...Don’t you ever say I just walked away I will always want you I can’t live a lie, running for my life I will always want you
I came in like a wrecking ball I never hit so hard in love All I wanted was to break your walls All you ever did was break me Yeah, you wreck me
I put you high up in the sky And now, you’re not coming down It slowly turned, you let me burn And now, we’re ashes on the ground
Don’t you ever say I just walked away I will always want you I can’t live a lie, running for my life I will always want you..."
Rebecca canticchia "Wrecking ball" di Miley Cyrus mentre fa il suo ingresso in stazione. Al secondo binario non c'è nessuno se escludiamo i due ragazzini, storditi e mezzi fatti, accucciati per terra. Il brano è solo all'inizio ma la musica ha già rapito il suo corpo. Convinta di non essere vista alza la mano destra che scendendo fa dei movimenti ondulatori, al contempo e senza volerlo, esegue un ball change con i piedi. Presa dal ritmo effettua inconsciamente due chasses che le permette di scacciare un piede usando l'altro. Miley urla "I came in like a wreckong ball" e lei salta dando un colpo con le spalle e spostando energicamente la testa dal basso verso l'alto. Il ritornello le infonde grinta facendole dimenticare, per un attimo, tutta la merda e le negatività. Balla Rebecca mettendo in scena un barrel turn, un'altro passo di jazz che lei adorava perchè la faceva sentire leggere e con le ali. Poi si ferma perchè nella testa sono arrivate mille domande e un susseguirsi di pensieri.
Sono come la Cyrus? mah!!! a volte credo di essere anche peggio...Chissà perchè alla fine le bambine per bene si trasformano in adolescenti spaventose!!! Perchè ho iniziato a fare quello che sto facendo? a me piaceva ballare!!! ero timida, ero chiusa ...ero come lei, come Miley. Una piccola Hannah Montana solo in versione ballerina...poi tutto è cambiato..Boh!!! forse sono gli ormoni!!! fatto sta che non sono più la stessa...chi sono io adesso? una spacciatrice, una drogata e una grande imprenditrice. In poco tempo ho messo su un bel gruzzoletto e grazie alla masseria abbandonata ho fatto rinascere l'economia pugliese servendo mezza provincia e accontentando ragazzini, uomini e anche donne. Ho creato un business...un giro d'affari enorme...in verità dovrei essere fiera di me. Rebecca la ragazzina dei soldoni...sono pure un po' mafiosa ahuahuahua altro che Rosy Abate!!! solooo..solo che pensandoci ho fatto tutto questo per un fine poco nobile, comprarmi l'ero....il problema è che non resisto se non mi sparo una pera. Prima mi bastava la musica per sentirmi viva, per avere la forza e dare il meglio...ora sono schiava della droga. ahuahuahuahuahua Chissà perchè anche lei è diventato cosi...alla fine aveva tutto: successo, fama, soldi, credo anche uomini. Di bella è bella... anche se ha tagliato i capelli ed è diventata un po' agressive o era più bella prima? boh!! non riesco a fare un paragone. Però adesso adora la volgarità, le piace proprio farsi vedere porca...la foto dove bacia qual bambino con la capa enorme, per esempio, mi turba, eppure...voglio dire nella vita mi turbano poche cose...Mi domando se anche lei si fa la mia stessa domanda, cosa sono stata? per quanto mi riguarda sono solo un'adolescente, frequento ancora le scuole superiori e la mia vita è all'inizio...però è come se fossi arrivata alla fine e non ricordassi la vecchia me...secondo me si è persa lungo il cammino. Quindi non so più cosa sono stata...si ero una bambina diligente, obbediente e bambolina. Credo che tutto abbia avuto inizio per colpa di Jack è stato lui...si, ne sono certa, l'amore nei suoi confronti e la paura di apparire fragile, stupida e bambina ha fatto smarrire chi ero io. Mi sono tinta i capelli, ho rasato una parte della mia chioma come moda comanda, mi sono tatuate e ho cambiato il mio look. Vabbè!!! quello andava modificato a prescindere, mamma mi vestiva come la figlia di un lord inglese...tutta bimba minkia gna gna ...ora almeno sono tosta e anche figa...il treno...cavolo!!!
Dai Rebecca corri o rischi di perderlo... ma perchè mi sono incantata?
Ecco, sono salita, meno male!!! cavolo a culo proprio!!!!
Quasi quasi vado in bagno e mi sparo una bella pera...tutto questo pensare mi ha distrutta.
Rebecca chiude la porta e butta lo zaino per terra. Il bagno puzza di piscio e di sporco ma sembra talmente presa da non rendersene conto. Si guarda allo specchio, si accarezza il volto spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. In seguito, in presa ad una crisi, si gratta i gomiti con forza, si bagna il viso, poggia una bustina trasparente sul lavandino, mette un po' d'acqua in un cucchiaio e la riscalda con l'accendino. In una fialetta ha del limone spremuto, butta qualche goccia nell'acqua poi mette l'ero. Con un elastico per capelli stringe il braccio, prende la siringa dell'insulina rubata a sua nonna e infila l'ago nell'incavo tirando un po' di sangue per accertarsi di aver beccato la vena. Chiude gli occhi e raggiunge l'estasi sentendo una miriadi di orgasmi che si diffondono velocemente lungo tutta la muscolatura del corpo, confusa si disfa della siringa buttandola nel cesso, si alza ma viene colta dalla nausea... vomita. Completamente sudata prova a mettersi in piedi, si pulisce la bocca usando prima il braccio e poi il dorso della mano, prende lo zaino e tenta di aprire la porta. Proprio nello stesso attimo Mirko spalanca la stessa e lei sviene, lui l'acchiappa al volo e con un'occhiata rapida mette a fuoco ogni minimo particolare, la prende in braccio afferrando le gambe con una mano, raggiunge un posto a sedere, adagia Rebecca sul sedile e sbricia nello zaino. Lei si è ripresa ma è troppo confusa per rendersi conto di ciò che sta accadendo.
-ehi, stai bene?- domanda Mirko.
-si!!! cosa vuoi?- ribatte con difficoltà.
-niente!!!- afferma Mirko.
-allora smettila di fissarmi!!!- grida la ragazza sempre più nervosa.
-Rebecca, sono io Mirko-
-si, so benissimo chi sei non ho mica l'alzheimer!!! Mirko, tu mi segui?-
-no, perchè dici questo?- chiede preoccupato.
-dove siamo?-Rebecca non riesce a riconoscere il panorama fuori dal finestrino.
-in verità abbiamo superato Bari da un pezzo e stiamo per...- Mirko non riesce a concludere la frase che Rebecca si alza di scatto e scende di corsa sparendo tra la folla.
Qualche secondo dopo Mirko cerca tra i binari la ragazza, in seguito prende il telefono e chiamo il terzo numero memorizzato in rubrica.
-Antonio-
-si, sono io!!!-
-tua figlia è in un brutto guaio, non ti sbagliavi!!!-
-no, non posso dirtelo per telefono-
-no, ci vediamo nel pomeriggio in stazione cosi ti spiego tutto-
-ciao!!!-
N.B. Viste le numerose richieste delle ultime settimane ho deciso di accontentare i lettori raddoppiando l'appuntamento con "La stazione".
Titolo originale:Jane Eyre Lingua originale:inglese Paese di produzione:Regno Unito Anno:2011 Durata:115 min Genere:drammatico, romantico Regia:Cary Fukunaga Soggetto:Charlotte Brontë (romanzo) Sceneggiatura:Moira Buffini Produttore:Alison Owen, Paul Trijbits Produttore esecutivo:Christine Langan Casa di produzione:BBC Films, Focus Features, Ruby Films Fotografia:Adriano Goldman Montaggio:Melanie Oliver Musiche:Dario Marianelli Scenografia:Will Hughes-Jones Interpreti e personaggi: Mia Wasikowska-Jane Eyre, Michael Fassbender- Edward Rocheste, Jamie Bell- St. John Rivers, Judi Dench- Mrs. Fairfax, Sally Hawkins- Mrs. Reed, Imogen Poots- Blanche Ingram, Simon McBurney- Mr. Brocklehurst, Holliday Grainger- Diana Rivers, Tamzin Merchant- Mary Rivers, Jayne Wisener-Bessie Lee.
Le varie trasposizioni cinematografiche La storia di Jane Eyre è talmente forte, bella, emozionate e straziante, da aver avuto diverse trasposizioni cinematografiche durante gli anni. Nel corso del tempo è diventata anche una miniserie, un'opera teatrale e uno sceneggiato televisivo. Se volessimo partire dagli esordi troveremmo un giovane Theodore Marston, regista, sceneggiatore statunitense e pioniere del cinema muto, alle prese con la primo lungometraggio dedicato a quest'opera letteraria. Difatti, proprio nel 1910, apparve per la prima volta in assoluto la grande Jane. Un doppio debutto che portò al successo Marston e anche la Brontë. Nel 1914, Frank Hall Crane, attore e regista del cinema muto, interpretò l'eroe romantico Edward Rochester. Nel 1921, invece, fu la volta di Hugo Ballin, nel '34 di Christy Cabanne e Virginia Bruce. Come potete notare i decenni avanzarono portando sul grande schermo nuovi interpreti e registri. Tra le trasposizioni più significative vi è sicuramente quella messa in scena dal grande maestro Zeffirelli, nel 1996. Un lungometraggio fedele ma non esente di tagli e cambiamenti, che riscosse un elevato consenso e successo tanto da essere annoverato tra i migliori . L'ultimo film dedicato a questa giovane donna è stato trasmesso, nelle sale cinematografiche, nel 2011. La sceneggiatura è di Moira Buffini, che ha cercato di delineare un adattamento fedele alla narrazione della Brontë, anche se l'attrice Imogen Poots critica il personaggio di Blanche Ingram trovandolo meno connivente rispetto al romanzo. A dirige il tutto è stato Cary Fukunaga che decise di enfatizzare gli elementi gotici del romanzo nell'adattamento dopo la seguente riflessione << Ho speso molto tempo rileggendo il libro e cercando di sentire quello che Charlotte Brontë sentiva mente lo scriveva. C'è un qualcosa di sinistro che affligge l'intera storia...ci sono stati qualcosa come 24 adattamenti, ed è veramente raro che si veda questa sorta di lato oscuro. Lo trattano come se fosse soltanto un romanzo d'epoca, e io penso sia molto di più>>. Quest'ultima trasposizione cosi vera e straziante è, come afferma anche Fukunaga, gotica e misteriosa. Il film di Cary vanta inoltre un'ottima fotografia, una buona colonna sonora e una rosa di attori degni del ruolo interpretato.
La storia
Jane corre nella fredda e gelida campagna inglese. Pallida, stanca e allo stremo delle forze, viene trovata dal pastore St. John Rivers che, dopo averla soccorsa, la conduce nella sua umile dimora. Ancora stordita dagli ultimi avvenimenti la ragazza decide di presentarsi come Jane Elliott accettando di lavorare come insegnante di campagna. Durante i giorni trascorsi nella solitudine Jane rivive il passato, sente la voce del suo amato e tra un flashback e l'altro ci racconta, attraverso i ricordi, la sua vita.
Jane e la governante di Thornfield Hall
Jane è molto piccola, i suoi genitori sono morti e lei vive nella casa degli zii. Le giornate sono pesanti, solo lo zio le vuole bene ma venuto a mancare troppo presto, lascia la bambina nelle grinfie della perfida mogli e del figlio geloso e cattivo. La piccola però ha un carattere forte e combattivo che le permette di superare la vita in collegio, la morte della sua migliore amica e le angherie delle insegnanti eccellendo negli studi sino ad emanciparsi grazie anche ai suoi talenti.
Figlia adottiva di Mr. Rochester
Molto giovane Jane trova occupazione presso Thornfield Hall, la residenza della nobile famiglia Rochester, come istitutrice della figlia adottiva del padrone di casa, una bambina di origini francesi alquanto fantasiosa, intelligente e vivace.
L'incontro tra Jane e Edward
Un giorno Jane, sotto richiesta della governante, esce di casa per spedire alcune lettere e durante il cammino si scontra con un giovane uomo a cavallo. L'incontro si trasforma in uno spiacevole incidente che irrita il ricco signore, lasciando l'istitutrice un po' allibita e spaesata.
- Rochester: Avete stregato il mio cavallo.
- Jane: Non è vero.
- Rochester: Aspettavate la vostra gente al sentiero?
- Jane: Io non ho gente, signore.
- Rochester: Intendo i folletti, gli elfi e quegli omini verdi.
- Jane: La triste verità è che se ne sono andati via. La vostra terra per loro non è abbastanza selvaggia.
Una volta rincasata, Jane, scopre che l'uomo disarcionato non è altro che Mr. Rochester. I due, ritrovandosi nuovamente faccia a faccia, sostengono una conversazione animata, seria e intrigante. La giovane donna sembra diversa dalle altre istitutrici, ma anche l'opposto del resto del mondo femminile. La sua voglia di scoprire, il suo temperamento e la sua spontaneità incuriosiscono Edward sino a portarlo a trascorrere del tempo in compagnia della nuova serva.
Con il passare dei giorni Jane capisce di essere attratta del bel Edward, ma dopo l'arrivo della nobile, raffinata e stupenda Blanche Ingram; un briciolo di gelosia e il concretizzarsi di pensieri negativi la spingono ad allontanarsi nonostante i tentativi di avvicinamento dell'uomo.
- Rochester: Perché ve ne state andando?
- Jane: Sono stanca, signore.
- Rochester: Perché non siete venuta a parlarmi? Non vi vedo da settimane... sarebbe stato normale ed educato dirmi buona sera.
Stanco della vita mondana e della sua facciata falsa e scontata, Mr. Rochester, decide di dichiarare il proprio amore all'istitutrice.
- Rochester: In primavera sono tornato a casa con il cuore dolente e l'anima appassita, e ho incontrato una dolce sconosciuta la cui compagnia mi rallegra. Con lei sento di poter rinascere in una maniera più alta e più pura. Ditemi, sono giustificato a scavalcare un ostacolo di formalità per averla?
- Jane: Esiste un ostacolo?
- Rochester: Un mero impedimento convenzionale.
- Jane: Ma quale può essere? Se nutrite un affetto, signore, una dote non può esservi di impedimento. E se la donna è di nobili stirpe e sembra ricambiare il vostro sentimento...
- Rochester: Jane, di chi credete stia parlando?
- Jane: Della signorina Ingraam.
- Rochester: Io sto chiedendo cosa farebbe Jane Eyer per garantire la mia felicità.
- Jane: Farei qualunque cosa per voi, signore. Qualunque cosa sia giusta.
- Rochester: Jane... voi mi trafiggete. Sento di potervi parlare ora della mia amata. L'avete incontrata, la conoscete. È una persona rara, fresca, fiorente, senza alcuna macchia. Mi rigenererà, farà di me un uomo migliore.
- Rochester: Io vi offro la mia mano, il mio cuore. Jane, vi chiedo di trascorre la vita al mio fianco. Noi due siamo simili, uguali. Volete sposarmi?
- Jane: Cos'è, una farsa?
- Rochester: Dubitate di me?
- Jane: Interamente. Voi sposerete la signorina Ingraam.
- Rochester: La signorina Ingraam? È lei la macchina senza sentimenti. Io voglio voi, creatura rara e celestiale. Povera e oscura come siete. Vi prego, accettatemi come marito. Devo avervi per me.
Il grande giorno è alle porte, i futuri giovani sposi stanno per unirsi in matrimonio quando sulla scena appare un nuovo personaggio, il fantomatico figlio di lui. Thornfield Hall, in un'ala segreta, nasconde un mistero. La pazza Bertha Manso, prima moglie del signore, impazzita qualche anno dopo del matrimonio e mai internata per senso di colpa.
La delusione e la separazione
La nuova rivelazione spiazza la giovane Jane che, pur amando in maniera travolgente Edward, decide di scappare e ripartire da zero. Difatti, la sua coscienza e la sua educazione non le permettono di ignorare la cosa e continuare come se nulla fosse.
Rochester: "..ho una strana sensazione riguardo a voi, come se avessi una corda sotto le costole a sinistra, annodata ad una corda simile dentro di voi. E se andaste via temo che quella corda che ci unisce si spezzerebbe e so che comincerei a sanguinare internamente..."
Il reverendo Rivers e Jane.
Jane si ritrova cosi dal reverendo Rivers, dove la nostra storia ha inizio. Il pastore scopre la sua vera identità e l'aiuta a percepire la cospicua eredità dello zio morto in Giamaica. Jane, per non sentirsi più sola e smettere di tormentarsi nel ricordo del suo vecchio amore, chiede a St. John di poter entrare a far parte della sua famiglia, come sorella, offrendo a tutti una fetta della sua eredità. I giorni passano ed il pastore domanda alla Eyre di sposarlo, purtroppo il cuore della donna non è libero e stravolta decide di tornare a Thornfield Hall.
Il ritorno. Jane e Mr. Rochester
Qui, con grande sorpresa, viene colta dalla devastazione, dalla solitudine e dal dolore. Camminando tra le macerie trova Fairfax, la vecchia governante, che le racconta le ultima follie di Berth: l'incendio appiccato durante la notte, le urla, l'arrampicata sul tetto e il suicidio. Jane corre da Rochester che, a causa dell'incidente, ha perso la vista oltre che le sue ricchezze. Edward è seduto, appare triste, invecchiato, affaticato e troppo solo. Jane prende la sua mano e lui intuisce immediatamente che il suo amore è tornato. Ora, dopo tanto dolore, i due possono finalmente amarsi e aiutarsi a vicenda dimenticando assieme il male subito.
Quando il successo nasce dall’invidia: Charlotte Brontë non sopportava la sua “rivale” Jane Austen perciò passò buona parte della sua carriera a criticarla e ad affossare i suoi romanzi, ottenendo così un enorme successo fra i critici dell’epoca.
La percezione che Charlotte Brontë aveva di Jane Austen che definiva “troppo femminista, indipendente, a volte sdolcinata” rivela molto della personalità della Brontë, ma evidenzia anche un importante cambiamento nella definizione dell'amore romantico nella cultura occidentale che anche grazie alla Brontë nel nostro secolo è diventato un amore tormentato, sofferente e spesso irrealizzabile.
Cliccate qui per recarvi da Antonella e scoprire la vita di Charlotte Brontë e la sua opera.
L'alba avvolge la stazione regalandogli una luce magica e delicata. Le tenebre si ritirano lentamente come anime in pena mentre sprazzi di sole, dai contorni gioiosi, arrivano danzando tra le case, per le strade e sulle anime della notte. In questa atmosfera magica camminano, mano nella mano, due giovani ombre. Si fermano e si ritrovano una di fronte all'altra. La più delicata sembra essere imbarazzata, a tradirla è la sua mano che invano tenta di stirarsi i capelli acchiappando le lunghe ciocche e percorrendo, con le esili dita, le morbide onde naturali. L'ombra più grande si avvicina e con delicatezza sposta un boccolo ribelle dietro l'orecchio, dell'anima fragile, sfruttando l'occasione per accarezzarle la guancia illuminata da un primo e timido raggio di sole. Lei si volta infastidita dalla luce e lui si avvicina baciandole il viso.
-devo andare- dice con voce pacate e sensuale.
-va bene!- risponde lei già triste e sconsolata.
Lui sale sul treno e le due mani, pian piano, si staccano come se quel arrivederci fosse un addio. Le porte del terzo vagone si chiudo e Giulio torna alla realtà.
Dopo essersi seduto prende il telefonino e invia, tramite whatsApp, una foto sua e di Muna scattata, alla scuola di ballo, la sera prima. Lei indossa il velo, un reggiseno rosa tempestato di strass luccicanti e una gonna di seta che, dalla coscia in già, le regala un area sensuale tra vedo e non vedo. Sui fianchi una cintura morbida e decorata evidenza il fisico statuario, ma la cosa più bella è senza dubbio il suo sorriso e l'allegria che trasmette.
CLAUDIA: sei uscito con Muna ieri?
GIULIO: si, mi ha invitato a Monopoli.
CLAUDIA: wooow e che avete fatto di bello?
GIULIO: è venuta a prendermi in stazione e siamo andata nella sua scuola di ballo
CLAUDIA: no, non ci credo troppo bello!! ;)
GIULIO: si è cambiata e mi ha fatto assistere ad una lezione. Credimi, è stato bellissimo!!! ♥♥♥
e poi ho scoperto tantissime cose. La danza del ventre è un ballo antico
proveniente dalla Mesopotamia ove era considerato propiziatorio per la fertilità
femminile, in realtà poi ebbe anche un connotato esoterico... CLAUDIA: si ma poi? GIULIO: poi...ha iniziato a danzare era stupenda, sensuale, ammaliante. Sai come si chiama la danzatrice? CLAUDIA: no, come? -.-' GIULIO: ghaziya che poi vuol dire zingara, però nel senso di donna appartenete ad una specifica tribù. Vabbè, comunque ho imparato tante cose che non sapevo...è stato affascinate! CLAUDIA: e poi? dai sono curiosa!!! GIULIO: non so cosa dire!! mi è sembrato il suo modo di corteggiare...come se quella danza avesse un significato particolare e come se avesse scelto proprio me per godere di quello spettacolo, che visto dal vivo, ha tutto un altro effetto. E poi mi spiegava tutto ...come se volesse farmi conoscere lei, la sua culture, le sue radici, ciò che ama ed è CLAUDIA: è sicuramente cosi!! Muna è una ragazza allegra, solare ma non si sbottona troppo, se ha osato tanto esiste un perchè importante. Dai è poi? GIULIO: finita la lezione siamo andati a mangiare un kebab e abbiamo fatto una passeggiate nel centro storico. Monopoli è bellissima, per entrate nel cuore del paese vecchio siamo passati dal comune, poi ci siamo recati in una piazzetta ove vi erano diversi locali. Muna mi ha detto che un tempo li vi era la biblioteca e che, quando suo padre era piccolo, si vendeva il pesce appena pescato dai vari pescherecci. Poi abbiamo abbiamo attraversato un arco con l'immagine della Madonna. I monopolitani sono molto devoti alla Madonna della Madia. Madia vuol dire zattera e la loro Madonna è arrivata attraverso il mare, proprio su una madia. Poi, con il legno di quella zattera è stato costruito il tetto della cattedrale. Comunque, lei mi ha preso la mano e camminando era euforica e mi raccontava tutte queste cose belle. Ah, il 15 agosto è festa patronale, preparati perchè andiamo tutti a vedere la Madonna che scende dal mare. CLAUDIA: davvero? non vedo l'ora mi hanno detto che è qualcosa di magico... si, è poi con Muna? mi distrai raccontandomi queste cose. GIULIO: poi siamo arrivati al Castello di Carlo V, abbiamo camminato lungo le mura ammirando la bellezza del mare e siamo saliti sopra una sorta di torretta in pietra circondata dalle mure di cinta della città. Loro chiamano quel posto "cannoni" o "i cannoni"...non ricordo! fatto sta che si chiama cosi perchè c'è un cannone. Abbiamo riso e mi sono avvicinato. Ci siamo abbracciati...non mi aveva mai abbracciato prima e stavamo per baciarci, almeno credo. Voglio dire, sembrava il posto perfetto e l'atmosfera era giusta... CLAUDIA: Giulioooo tu non puoi vederlo, ma sto per strozzarti ...cavolo!!! e non ti perdere nei particolari racconta il fatto!!! GIULIO: si, scusa...sai come sono!!! non ho il dono della sintesi ahuahuahuahuahua vabbù (come dicono loro in dialetto) è arrivata una famiglia e la magia si è spezzata, cosi siamo andati a mangiarci un cornetto e dopo siamo andati in spiaggia. Sapessi che caldo...ho proposto un bagno notturno e lei ha detto si... CLAUDIA: wooow e poi? GIULIO: ci siamo fatti il bagno in mutande...cioè io in mutande lei mutande e reggiseno...sai quanto è pudica!!abbiamo nuotato, siamo andati sott'acqua e poi ci siamo avvicinati di nuovo, ci siamo abbracciati ma lei sfuggiva sempre e giocava... non è successo nulla tranne un bacio sulla guancia -.-' -.-' CLAUDIA: la colpa è tua, sei un provolone!!! cavolo Giulio! lei ti ha offerto mille occasioni, cosa stavi aspettando, la carrozza? GIULIO: no...io non voglio forzarla, non voglio bruciare le tappe e soprattutto voglio godermi il momento, la magia ... la conquista, l'emozione che si prova in un primo bacio tanto agognato...voglio che il tempo si allunghi perchè la voglio per sempre e quindi perchè mettersi fretta, perchè fare tutto in maniera veloce? No, io voglio che sia lento, che l'amore arrivi un passo alla volta, che le sensazioni siano forti, sicure e sincere... CLAUDIA: ho sempre saputo che tu sei un uomo d'altri tempi, per questo mi mettevi sicurezza e ti pedinavo ahuahua ;) GIULIO: non sono sempre stato cosi, la vita mi ha cambiato e le esperienza negative mi hanno forgiato. Claudia, in passato ho sbagliato e non voglio farlo più!!! CLAUDIA: e non lo farai!!!! GIULIO: alla fine mi ha accompagnato al binario che albeggiava, camminavamo mano nella mano, lei si toccava i capelli... sai come fate voi donne!! io le ho accarezzato il viso, le ho baciato la guancia e sono andato via ♥♥♥♥♥♥ CLAUDIA: cavolo Giulio, come dice la mia amica fasanese "HAI BATTUTO IL SECCHIO" GIULIO: si, sono innamorato e non so come fare ... CLAUDIA: io devo andare, sono in tribunale con Luca per sistemare delle cose...sai, per la prossima udienza!! ti chiamo dopo e ne parliamo, ok? baci GIULIO: ok ...baci
Il treno si ferma, Miranda si accomoda di fianco a Giulio e mentre sistema le sua cose si rivolge all'amica con aria un po' strana. -Ciao Pasquina, come va?- -Ciao Miranda, tutto ok!! e tu?- ribatte l'amica -stanca come sempre, in ospedale siamo sempre di meno...questi sono pazzi!! cioè non fanno altro che chiudere strutture o reparti anche se appena costruiti o sistemati. I malati aumentano perchè vengono smistati negli ospedali rimasti aperti, ma il personale è sempre di meno..mah!!!- sbuffa Miranda infastidita. -eh, dobbiamo ringraziare i politici e le loro cavolate per questo...- afferma Pasquina -senti, novità? che hai fatto per il libro?- Pasquina apre la borsa e senza fiatare, con aria seria e austera, estrae un pacco rettangolare rivestito con della carta marrone e lo porge all'amica.
Il "Polpettone in gabbia"è un un secondo perfetto e gustoso, ma anche un rustico squisito. Buono sia caldo che freddo è amato da grandi e piccini. Come sempre la ricetta è senza glutine, pangrattato e pasta sfoglia sono gluten free per i celiaci e con farina 00 per chi non ha problemi d'intolleranze. Ovviamente chi è intollerante al lattosio può usare il latte di soia e sostituire o eliminare il formaggio ecc.
PROCEDIMENTO:
In una padella fate sciogliere il burro e cuocete, a fuco lento, la carne macinata. Potete usare un macinato misto o solo di manzo. In seguito unite i funghi lavati e puliti (anche i funghi potete sceglierli voi). Versate le uova in una ciotola e sbattetele con l'aiuto di una forchetta, aggiungete sale, pepe, paprika dolce e latte, mescolate. A questo punto versate la carne con i funghi nella ciotola e amalgamate il composto aiutandovi con una spatola o una forchetta. Versate il pangrattato e il formaggio (la quantità di questo secondo ingrediente cambia in base al vostro gusto, perciò da 1 a 3 cucchiai). Foderate uno stampino rettangolare da plumcake con la carta da forno, rivestitelo con la pasta soglia (ma non chiudetelo completamente, lasciate la parte alta aperta), riempite lo stampo con il vostro composto e spolverate con un po' di formaggio per formare una crosta croccante. Infornate a 180° per all'incirca 30-40 minuti.
"Il volo che ho fatto è stato così turbolento che l’hostess ha servito la cena versandola direttamente nei sacchetti per il vomito."Bob Phillips
The Cardigans-My favorite game
Viaggio e imprevisto, viaggio e avventura, viaggio e disavventura, viaggio e...
"Il senso del mie viaggi" quando la voglia di viaggiare supera qualsiasi imprevisto, quando una disavventura di trasforma in avventura e quando l'avventura diventa un racconto esilarante attraverso la raccolta delle catastrofi dei viaggiatori o dei loro momenti imbarazzanti, vergognosi, divertenti e anche un po' spaventosi.
Il nuovo appuntamento con Monica, del blog "Viaggi e Baci", ci darà la possibilità di unire, attraverso un filo conduttore diverso dal solito, tutte le storie più strane raccontate da alcuni viaggiatori della blogosfera. Un tragitto indimenticabile segnato dai momenti più assurdi della nostra vita da viaggiatori.
Inghilterra-Brighton Pier
Una delle cose più belle di Brighton è sicuramente il molo ricco di attrazioni, giochi, divertimento e cibo proveniente da tutto il mondo. Camminando all'interno del Brighton Pier, ad uno certo punto, si entra in un immensa sala giochi colma di gente impazzita. Al centro, un po' distanti tra loro, sono presenti delle macchine piene di monete ove i giocatori inserisco i loro paunds al fine di ottenere un gettone della fortuna. Cari amici, questa foto è mossa non solo a causa della mia poca dimestichezza con la tecnologia, ma soprattutto perchè nel camminare sono stata colpita da un paunds volante.
Provate ad immaginare la scena, io piccola Audrey, passeggio tranquilla e felice all'interno dell'enorme stanzone pieno di giochi, quando ad un tratto mi rendo conto di aver scattato una foto per sbaglio (quella che vedete), spengo la kodak e la ripongo in borsa. Apro la borsa e trovo un paund, quello che mi ha colpita, adagiato sulla cerniera ma non sapendo di aver appena raccolto l'oggetto incriminato lo infilo distrattamente nella tasca dei jeans. Ancora ferma, proprio davanti alla sputa soldi, alzo la testa quando un paouds esce dalla macchina infernale e di dirige, a tutta forza, verso il mio volto. L'afferro con la mano praticamente in calcio d'angolo, un secondo prima che possa colpirmi la fronte. Sconvolta scruto il macchinario, mi piego e mi domando come il paund possa essere uscito quando, un nuovo gettone, fuoriesce colpendomi sul petto. Mi abbasso nuovamente e noto che il mio ragazzo mi sta osservando, da lontano, un po' perplesso. Gli altri sembrano non avermi vista, metto i soldi in tasca e studio nuovamente la sputa soldi ed ecco che vengo colpita per l'ennesima volta. Infilo anche questa monetina nella tasca dei jeans. Il mio ragazzo mi chiama "andiamo, dai smettila!!! tanto non diventiamo ricchi!!". Io mi allontano e voltandomi una monetina mi colpisce la testa. Mi giro di scatto, però tutto e calmo e pacifico, mi sento vittima di una candid camera ma nessuno esce per deridermi. Ripenso al mistero, i paunds escono da una fessura assurda e in un modo altrettanto strambo da andare contro ogni legge fisica possibile ed immaginabile. Prima di uscire, non convinta, mi rigiro e vedo la gente di fronte allo sputa monete pronta ad accogliere i paunds, ma senza di me i soldi non escono più. Mistero della vita...
Cavolo, sono una calamita per paunds...in tempo di crisi può essere utile.
Germania-Saarbrucken (cuore della città)
Qualche anno fa, io e il mio ragazzo, decidiamo di andare in Germania per un giretto e per fare un po' di acquisiti tecnologici visto che da quelle parti certe cose, molto spesso, costano un po' meno.
La giornata è molto calda e noi camminiamo da alcune ore, il centro è invaso da turisti e molte persone si stanno esibendo in alcuni spettacoli per strada.
Il mio ragazzo mi chiede di scattargli una foto quando all'improvviso un tizio di avvicina e dice "quelle heure est-il?". Il mio ragazzo mi guarda chiedendomi aiuto con gli occhi.
Avendo ascoltato rispondo "midi".
Il tizio si volta e dice alla moglie "credevo fossero francesi lui ha la maglia del Paris St. Germain...qui parlano tutti tedesco e mi sembrava l'unico al quale chiedere ma evidentemente non sono nemmeno capace di farmi capire in francese"
Il mia ragazzo un po' dispiaciuto lo chiama "scusa, io sono Italiano, non avevo capito perchè non so il francese, ma la mia ragazza si. Lei è di queste parti!!"
Il tizio incavolato risponde "ah, sei Italiano? e che ti metti a fare la maglia del Paris St. German? mettiti quella du Milan che almeno uno quando si avvicina per chiedere una cosa capisce in che lingua deve parlarti e che cavolo" E si allontana bestemmiando.
Sconvolta per l'accaduto dico "Certo che gli italiani si fanno sempre riconoscere, vanno nei paesi senza sapere le lingue e poi si arrabbiano!!!"
Dopo di che mi dirigo verso un chiosco per comprare una bottiglia d'acqua fresca.
Premetto che il mio tedesco si ferma a 3 forme di saluto, 3 parolacce e qualche parolina del tipo grazie, prego, farina e senza glutine. Cosi, visto che ci troviamo in una zona di confine decido di chiedere dell'acqua parlando in francese ma il cameriere non capisce. Scocciata ripeto la comanda in lingua inglese, ma come sempre non capisce. Irritata provo con lo spagnolo convinta che tanto l'italiano non mi servirà a nulla, comunque il risultato è sempre lo stesso. Disperata tento di farmi capire usando il linguaggio dei segni, ma il cameriere sembra tarato. Stanca mi volto e dico:
"oh, ma è mai possibile che sti tedeschi non capiscono un cavolo? parli in francese e non lo sanno, parli inglese e non capiscono...manco il linguaggio dei segni...ma vaf...se aspetti a questi puoi anche morire di sete", non finisco la frase quando il tipo mi dice "oh, ma siete italiani? io sono napoletano, se volevi l'acqua bastava chiederlo!!!" -.-'
Italiani nel mondo!!! mah!!! non so perchè ma ci facciamo sempre riconoscere!!!
Francia- Maizières lès Metz (Walibi Schtroumpfs)
Il parco del non-divertimento è un parco stupendo situato nel nord-est della Francia.
In una sola giornata siamo riusciti a dare il meglio di noi attraverso tre piccoli spettacoli.
1-Nel Cobra della paura
Io e mio cugino, premetto che eravamo solo due bambini, decidiamo di farci un bel giro sul cobra. Tutti allegri e spensierati saliamo lasciando gli adulti giù in preda alla paura. Alziamo le mani, gridiamo come fanno gli altri e poi ad una certa la giostra si blocca lasciandoci a testa in giù (la foto coglie proprio l'attimo). Scatta l'allarme, un problema tecnico impedisce al cobra di muoversi, siamo in alto e siamo a testa in giù. I genitori tedeschi, francesi, inglesi ecc..., mantengo la calma. Ma secondo voi cosa fa un genitore italian style? Ecco mamma inizia a starnazzare "amore stai calma, io e il papà ti tireremo giù...si, forte!!!". Mio padre urla, parla con le mani ed intima, al tizio della giostra, di risolvere immediatamente la situazione. Io e mio cugino nel frattempo cantiamo a squarciagola, ridiamo e ci godiamo il panorama. Mamma inizia a piangere, papà a momenti si arrampica stile Tarzan per salvarmi la vita...
Quando improvvisamente la giostra riparte e io e mio cugino, in prede all'euforia, chiediamo un secondo giro mentre mamma e papà ci abbracciavano persi in una valle di lacrime...nemmeno fossimo tornati dalla guerra sani e salvi.
2-Volvo solo chiamare la mamma
Spaventati per l'accaduto, gli adulti italian style, decidono che possiamo fare giri solo sulle giostre da bambini e cosi ci portano al Poneys. La giostra è innocua, talmente da bambini che a momenti ci addormentavamo sul poni di vetroresina. Ma i genitori italiani si sa, sono delle palle al piede. Papà scopre che ad un certo punto del percorso mi avrebbe perso di vista e mamma, che l'aveva capito prima di lui, era già scappata e al suo posto si era piazzata una signora francese. Il mio papino, che aveva appena scoperto l'acqua calda, decide di non voltarsi verso la moglie per spiegargli cosa sta per accadere (cioè nulla di grave) e, sempre per non perdermi di vista, pensa che il modo giusto per parlare con lei sia afferrargli il braccio e dirgli il fatto senza guardarla. Io dal poni vedo papà che stende il braccio andando indietro con la mano, come se fosse un ceco in cerca di un appiglio. Ad una certa tutti guardiamo papà che afferra con la mano destra il seno di una signora, lo palpa e poi si gira di scatto urlando "pardon...pardon", completamente rosso e scosso.
Ecco cosa succede quando non si guarda cosa si sta facendo.
Abbiamo riso di lui talmente tanto che se avesse potuto si sarebbe nascosto persino nella giostra del cobra difettata.
3-Il robot che diceva no
Finalmente il tour era terminato, mamma e papà era talmente stremati, da sogna ad occhi aperti il sedile della macchina e il divano di casa. Io e mio cugino, invece, eravamo attivissimi e con tanta voglia di dare fastidio ancora un po'. Per questo abbiamo deciso di assistere allo spettacolo di break dance messo in scena da un uomo robot. Mio zio, attivo più di noi essendo un genitore franch style, pensa di riprendere il tizio. Accende la telecamera e inizia la ripresa quando l'uomo-robot stende il braccio, chiude la mano, alza l'indice e lo sposta da destra a sinistra dicendo no. Perplesso il povero zio spegne la telecamera "bambini, non si può riprendere ha fatto segno di no", noi " ma gli altri lo stanno riprendendo", lui "beh!! se gli altri riprendono... riprendo anch'io" ma come inizia a riprendere il robot si gira e ripete il cenno. Mio zio spegne "avete visto? non si può riprendere!!" , noi "ma gli altri stanno filmando tutto, guarda!!", lui "avete ragione!!". La cosa si ripete un bel po' di volte sino a quando gli altri, vedendo mio zio, decidono di emularlo e cosi tutti cominciano a riprendere il robot quando mio zio lo riprende e abbassano la telecamera quando lui smette.
Nella vita è meglio essere scemi assieme, ci si diverte di più.
-Miranda, questo è per te!!- afferma Pasquina sorridendo. Miranda scarta il regalo con delicatezza e subito sente l'odore della carta, quel meraviglioso profumo di libri nuovi che lei tanto adoro. Chiude gli occhi e con il palmo della mano accarezza la copertina con delicatezza, apre il libro e lo avvicina al naso respirando profondamente, poi lo poggia sulle gambe in maniera quasi mistica e con l'indice ripercorre le lettere che formano il titolo e poi il nome dell'autore, Pasquina Pascherlio. Alza la testa e guarda l'amica con soddisfazione mentre una lacrima le scivola cadendo proprio sulla pagina delle dediche "A Miranda. Una donna coraggiosa, forte, saggia e altruista. Grazie per aver creduto in me." -tu sei pazza!! dovevi dedicarlo alla tua famiglia non a me- la bocca dice ciò che non pensa mentre il cuore palpita dall'emozione. -perchè? mio marito non mi ha mai incoraggiata e i bambini sono piccoli. Miranda, tu sei stata l'unica che mi ha sempre detto di non mollare. Tu mi hai sostenuta e se non fosse stato per te questo libro sarebbe ancora un ammasso di fogli di carta stropicciati nel cassetto- Pasquina abbraccia l'amica fiera del suo ringraziamento e contenta di aver ricambiato, in qualche modo, la sua fiducia. Il treno prosegue la sua corsa, una giovane donna sale e si avvicina a Giulio, si piega e lo bacia sulle guance. I lunghi capelli sfiorano le gambe di lui e il profumo invade la sua testa risvegliando i sensi. -Muna, buongiorno!!!- -Buongiorno!!! hai la faccia stanca...hai fatto le ore piccole, vero?- ridacchia Muna stuzzicandolo un po'. -si, sono stato rapito da una magnifica fanciulla che mi ha tenuto sveglio tutta la notte e anche la mattina- -scusa, perchè sei rincasato? se era magnifica dovevi cogliere l'attimo e restare con lei anche dopo- -hai ragione!!! però avevo bisogno di un bel bagno rinfrescante. Cosa facciamo di bello oggi?- domanda Giulio. -andiamo con Oscar alla mensa dei poveri- Il treno si ferma, Oscar si avvicina ai due amici prendendo posto dietro Giulio. -Oscar, dopo la mensa cosa facciamo?- chiede Muna. -io devo prendere il treno. Vedi? parto!!! vado da mia figlia- -ecco perchè hai il borsone!!! io credevo dovessimo portare dei vestiti alla croce rossa. Quindi ci hai pensato, vai da Olimpia!!! sono felice per te, hai fatto la scelta giusta, vi dovete vedere, dove parlarvi e chiarirvi- Muna sorride all'amico e si volta per controllare il telefono che ha appena fischiettato. GIULIO: sei bellissima!!! Muna alza la testa e lo guarda perplessa, lui le sorride e scrive. Dopo un secondo il telefono della nostra danzatrice del ventre cingiuetta nuovamente. GIULIO: dopo la mensa accompagniamo Oscar in stazione poi prendiamo il treno e andiamo a Lecce, ti va? MUNA: ok!!! ma non sarà troppo tardi? GIULIO: se è troppo tardi ti riaccompagno io oppure dormi da me...ho una casa a Castro Marina, potremmo andare li per un giretto, dormire e andare al mare il giorno dopo. Tranquilla ho una stanza per gli ospiti!! ;) MUNA: ma non ho il costume -.-' GIULIO: andiamo a Lecce, compriamo ciò che ti serve e poi prendiamo la mia macchina e andiamo a Castro...io e te :D MUNA: posso pensarci? GIULIO: certo, tanto io non scappo e nemmeno la mia offerta!!! :P I due si guardano complici, innamorati e felici. Poi Muna si volta di scatto verso Oscar. -Oscar e Sofia? non la vedo da un pezzo, non va più a Bari con Lucia?- a causa degli ultimi avvenimenti Muna aveva quasi dimenticato la sua piccola amica. -si, sono li...la vedi?- Oscar indica con il dito qualche sedile più in là sulla destra. -si, grazie!!! ora la chiamo- la ragazza si alza facendo un cenno con la mano a Lucia che fa finta di non vederla. -Oscar, ma Lucia ha perso qualche diottria per caso?- la domanda ha un tono sarcastico e Oscar sente un certo imbarazzo nel risponderle. -no, ci vede benissimo!!! e solo che....- -solo che cosa? Oscar!!!- -tu sei amica di Claudia... lei odia Claudia per via di Luca.. e anche della sparatoria e di tutto ciò che ne è venuto furori dopo- abbozza vagamente Oscar. -quella donna è pazza!!! pazza e spregevole!!! e anche ignorante...- Muna è furiosa e Giulio, vedendola alterata, le stringe la mano e poi la guarda nella speranza di frenare i suoi istinti. -Muna, non prendertela Lucia non è cattiva..credimi!!! è solo una donna infelice e piena di frustrazioni. Il suo problema più grave è il volere...il volere troppo, tutto e in fretta. La sua sete di denaro, di ricchezza. Il suo desiderio di ostentazione l'hanno resa infelice e la vita non ha fatto altro che darle il contrario di ciò che lei inseguiva- Oscar conosce bene Lucia e la sua storia, lei pensa che nessuno sappia nulla, ma i paesi sono cosi...come si dice al sud "cett cett in minz a chiazz". -mah!!! secondo me non è come dici tu- ribatte scocciata la nostra amica mentre Mirande e Pasquina continuano a parlucchiare, abbracciarsi e ridere come due adolescenti. -Muna, dopo la sparatoria lui è sparito. Lei ha continuato a lavorare per lui, ma non andavano più a Bari insieme e si vedevano raramente. Comunque, la settimana scorsa è tornata la vecchie segretaria e lei ha perso il posto di lavoro. Lui ere dispiaciuto e per aiutarla le ha trovato un impiego in un asilo nido, sempre a Bari. Guadagna meno, si stanca di più e non vede Luca quasi mai. Inoltre è arrivato il notizione, la moglie di Luca ha chiesto la separazione e lui è tornato sul mercato...ecco, alcune persone di Polignano hanno visto Lucia a Monopoli diverse volte e tutte le volte nei pressi di casa di lui...ora capisci?- Oscar non vuole sbilanciarsi andando oltre con i dettagli. -siiii... si era capito che voleva Luca...voglio dire l'avevo intuito già quel giorno quando ci lasciò Sofia e conoscemmo Claudia e Giulio...però...non mi piace lo stesso è falsa!!!- Il regionale frena, le porte si aprono e Giulio si volta per aiutare Oscar, prende il suo bagaglio e poi afferra la mano di Muna dirigendosi verso l'uscita. Miranda saluta Pasquina e si allontana abbracciando il suo libro, felice di quella piccola conquista, di quel posto speciale occupato nel cuore di un'amica. Pasquina ora è diversa, si sente finalmente sicura di se, realizzata, forte. Sofia è stanca, le fa mele il braccio perchè la tata oggi è cattiva e non fa altro che tirarsela dietro come una sacco di patate. Lucia è arrabbiata, con una certa fretta e violenza, infila un braccio nella borsa aperta per prendere il cellulare quando una busta bianca con una scritta celeste cade per terra. Anna e Marco scendo dal treno, la donna inciampa spostando la busta lateralmente. Pasquina schiaccia la busta lasciando su l'impronta della sua scarpa. Miranda la trascina sino alla rampa delle scale. Rebecca, strattonando la gente per la fretta, fa cadere la busta giù per le scale. Muna vede la busta, la scruta qualche secondo e riconosce la scritta celeste, appartiene ad un laboratorio di analisi privato della sua città, sgrana gli occhi e legge un nome Lucia L' Abbate. -perchè ti sei fermata?- domanda Giulio. -aspetta!!! - Muna si piega e prende la busta, la gira tra le mani ed estrae il foglio. -certo che la gente è proprio incivile, dammi che quando saliamo la butto nel bidone vicino all'uscita- -no!!! non è da buttare- esclama sgranando gli occhi rileggendo il contenuto. -e tuo? cos'è?- Giulio si avvicina e piega la testa nel tentativo di capire di cosa stanno parlando. -è un test del DNA...e sai di chi è?- -no!!! come potrei!- esclama lui un po' perplesso. -è di Lucia !!!- -di Lucia? e come è finito nelle tue mani?- -nelle mie mani è finito per caso...ma il tutto è molto strano- Muna sembra quasi un detective privato. -cosa dice?- la curiosità spesso è anche uomo e Giulio, da bravo dottore, vuole sapere i risultati del referto. -nulla solo che i due DNA sono incompatibili-
n.b. i nomi e i cognomi riportati sono di pura fantasia, nessuno fatto e riconducibile a cose e persone che possano avere lo stesso appellativo.
Jojo Moyes, nata a Londra nel 1969, è una giornalista e scrittrice inglese di grande successo. Dopo l'università, nel 1992, ha vinto una borsa di studio finanziata da "The Indipendent", giornale per il quale lavorerà dieci anni occupando diversi ruoli rilevanti. Tra le collaborazioni più importanti non si può non citare il "Sunday Morning post" di Hong Kong. In seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, nel 2002, Moyes diventa una scrittrice a tempo pieno. Ad oggi Jojo è una delle poche autrici ad aver vinto, per ben due volte, "The romantic novel of the year award" da parte delle Romantic Novelists' Association. Il primo premio le è stato conferito grazie al romanzo "Fruit Esteri" nel 2004 e il secondo, nel 2011, con "The last letter from you lover". Attualmente Moyes scrive per il Daily Telegraph e passa le sue giornate in una fattoria, in Saffron Walden (Essex), con il marito il giornalista Charles Arthur e i loro tre figli. Jojo è una delle scrittrici inglesi più affermate e i suoi romanzi sono sempre in testa alle classifiche. Amata sia dal pubblico che dalla critica si è fatta conoscere anche dai lettori italiani attraverso il romanzo "Io prima di te", libro inglese più votato nella storia del "Richard and Judy book club". In Italia sono stati pubblicati: "Foto di famiglia " (Sonzogno 2003), "Silver Bay" (Mondadori 2009), "L'ultima lettera d'amore" (Elliot 2011) e "Io prima di te" (Mondadori 2012).
LUNA DI MIELE A PARIGI
Luna di miele a Parigi, uscito in Inghilterra solo in e-book è un libricino di 89 pagine che racconta due storie d'amore. La prima vede come protagonisti Liv e David ed è ambientata nel 2002. La seconda, che s'incrocia poi con la prima, narra le vicende di Sophie e Edouard durante la prima guerra mondiale. I fatti si svolgono alcuni anni prima degli eventi narrati nell'attesissimo romanzo " La ragazza che hai lasciato", quando le due coppie si sono appena sposate. Con 3 euro e 90 centesimi ci si catapulta per le strade della capitale francese tra artisti di strada, prostitute, musei e lusso. Breve ma intenso e non per questo privo di particolari. Luna di miele a Parigi mostra il lato negativo di un momento che dovrebbe essere magico. Le due donne si trovano entrambe nella città dell'amore che, per la prima volta nella storia, si trasforma in un posto completamente diverso nell'immaginario collettivo. Sophie è una ragazza di provincia semplice e senza troppe pretese, il fato le permette di incontrare e sposare Edouard, un giovane artista parigino molto apprezzato. La vita durante la Belle Epoque non è una passeggiata, i quadri dipinti sono tanti ma la gente non paga i propri debiti, cosi questi due innamorati devo fare i conti con la povertà. Un giorno Edouard presenta una strana donna a Sophia, la quale le insinua il tarlo della gelosia nel cuore, preoccupata e spaventata la donna ha una reazione esagerata e sbagliata. Dopo una notte insonne, una lunga passeggiata e il consiglio di una prostituta torna dal sua amato che, durante la lunga attesa, non ha fatto altro che dipingere la sua immagine. Un quadro pieno d'amore ove ogni pennellata mostra l'affetto, la paura e la devozione del suo giovane sposo nonostante il viso sofferente della moglie nel ritratto. Liv è inglese, passa la sua luna di miele sola e alla ricerca di qualche occupazione interessante che le faccia ammazzare il tempo. Un giorno si reca in un museo ove vede il quadro di Edouard, confusa e spaventata decide che non vuole essere come la donna ritratta in quella magnifica opera d'arte. Liv decide cosi di allontanate l'infelicità e il suo matrimonio ora le appare una decisione avventata e folle, tipica di chi vive l'amore con troppa passione. Quando racconta, al marito, le sue intenzioni mostrandogli il motivo della sua riflessione, il ricco e affermato David le spiega che in quel quadro vi è si una donna infelice, ma anche un uomo che farebbe di tutto per cambiare le cose. Il giorno dopo David prolunga il suo soggiorno nella bella città nella speranza di recuperare il tempo perduto a causa degli affari. Luna di miele a Parigi è un bellissimo romanzo breve raccontato da due donne innamorate e spaventate che offre al lettore, nella sua innata leggerezza, spunti di riflessione importanti e interessanti. Luna di miele a Parigi (Mondadori I edizione gennaio 2014- euro 3.90- 89 pagine- traduzione di Maria Carla Dallavalle) LIV, DAVID E IL DIPINTO INCRIMINATO "Lei guarda il dipinto e lui fa un passo avanti. <<Moglie con luna storta>> legge. <<Di Edouard Lefèvre>> David lo osserva per un istante, poi si rivolge a Liv, in attesa di una spiegazione. << Dunque...L'ho visto stamattina...Ho visto questa moglie infelice e trascurata, e mi ha colpito. Ecco, io non voglio diventare così. Improvvisamente mi è sembrato che il nostro matrimonio sarebbe finito in questo modo: io che voglio le tue attenzioni, e tu che non sai in grado di darmele. E mi ha spaventato.>> << Il nostro matrimonio non finirà così>> << Io non voglio essere una moglie che si sente ignorata perfino in luna di miele>> <<Non ti stavo ignorando, Liv...>> .... << Mi dispiace. Io...io non posso essere questa donna. Io proprio...non posso. Diventerei come mia madre, e questo mi terrorizza>> ... David osserva attentamente il dipinto e rimane in silenzio allungo, poi si volta verso di lei con un'espressione tesa. <<Okay, ho capito>>. Si passa la mano tra i capelli. << hai ragione. Su tutto. Sono...sono stato incredibilmente stupido. Ed egoista. Mi spiace.>> ... <<Ma...ma hai torto su questo dipinto>> Lei lo guarda. << Questa non è una donna trascurata. Non è la rappresentazione di una relazione in crisi>> ... <<Guarda come l'ha dipinta, Liv. Lui non vuole vederla arrabbiata, e non la sta trascurando. Non vedi quanta tenerezza esprimono le pennellate? Non vedi la sfumatura che ha dato alla pelle qui? Lui la adora. Non può sopportare che lei sia contrariata. Non riesce a smettere di guardarla nemmeno quando è furiosa con lui.>> ... <<Lui è là con lei, e non ha intenzione di andarsene via, anche se l'ha fatta soffrire>> ... <<Perchè quando lo guardo, vedo l'opposto di quello che vedi tu. Si, qualcosa è andato storto. Si, lei è infelice in quel preciso momento. Ma quando guarda questa donna, quando penso a loro, Liv, io vedo soltanto un'immagine piena d'amore.>> "
Torna "Rex" conosciuto da tutti come "Il commissario Rex", la serie tv più amata e seguita da mezza Europa. Il telefilm, nato in Austria e di produzione italo-tedesca, è incentrato sulle indagini svolte dalla squadra omicidi di Vienna. I poliziotti sono però aiutati da collega eccezionale, un pastore tedesco di nome Rex. Il telefilm per anni è nato dalla collaborazione di diversi registi che hanno cooperato per la realizzazione di un prodotto innovativo. Arrivato alla sua sedicesima stagione, "Il commissario Rex", ha cambiato il suo nome diventando, solo,"Rex" dopo l'approdo in Italia con l'undicesimo anno di riprese che offre come location la nostra bella capitale. Oggi si contano ben 7 primavere italiane che hanno visto come protagonisti prima la coppia, Ettore Bassi-Nick, e poi la nuova squadra composta da Francesco Arca e Achi. Le riprese della sedicesima stagione sono iniziate il 5 luglio 2012 e andranno in onda, nel mese di febbraio 2014, su Rai 2 anche se inizialmente erano state ideate per il pubblico di Rai 1 (come spiega lo stesso Francesco Arca nell'intervista rilasciata per 35mm.it). La diciassettesima stagione, pensata per un pubblico più ampio come quello di Rai 2, è stata realizzate dai Manetti bros, due fratelli romani , Marco e Antonio, attivi sulla scena italiana da più di 15 anni. La coppia di grandi innovatori è conosciuta anche per aver diretto una pionieristica serie per il web, nel 1999, e centinaia di videoclip, oltre che film per cinema e tv. Le riprese sono iniziate il 30 settembre del 2013 a Roma e si sono concluse il 23 gennaio in Puglia, per un totale di 12 episodi. Con i Manetti la fiction diventa più action abbandonando un po' l'impronta gialla che aveva precedentemente e acquistando dei contorni più polizieschi. Questa nuova stagione andrà in onda dopo qualche mese di distanza dalla prima. Tale scelta serve per mostrare la diversità dei due progetti che hanno un filo conduttore ben delineato, per l'appunto le storie che coinvolgono Rex e il suo padrone, ma sono diverse lavorativamente parlando.
Immagine dal web
Infatti nel primo caso sono frutto della collaborazione di diversi registi, nel secondo di una sola squadra, quella dai Manetti, il che ha permesso una certa continuità nei lavori che ha sicuramente giovato alla serie. La Puglia si ritrova così nuovamente protagonista in un progetto televisivo amato, non solo in Italia ma anche all'estero. Tutto questo è stato possibile, anche e soprattutto, grazie all'impegno e sostegno di Apulia Film Commission. Difatti, il produttore della serie, Alessandro Passadore, in un'intervista aveva già manifestato la propria volontà nel girare qualche puntata in questa bella terra del sud, desiderio che finalmente si è realizzato grazie all'arrivo di un furfante scappato da Roma per recarsi nel sud barese ove verrà poi ritrovato il bottino di una vecchia rapina. Il gran finale è stato girato in diverse zone: prima all'Aeroporto Karol Wojtyla di Bari, poi nelle città di Monopoli e Fasano e zone limitrofe. In occasione dell'inizio delle riprese, nell'area check in dell'Aeroporto di Bari, si è tenuto un bel incontro al quale hanno partecipato, oltre al produttore, i due registi, i due protagonisti anche il sindaco di Bari Michele Emiliano, l'assessore comunale al Marketing Territoriale Antonio Vasile, il direttore di Pugliapromozione Giancarlo Piccirillo e il direttore di Apulia Film Commission Silvio Maselli. Un bell'investimento per il nostro territorio che, in virtù del successo di pubblico riscosso dalla serie in Italia, oltre che nei 135 paesi del mondo ove viene trasmessa, può portare ad una valorizzazione delle nostre belle città arricchendo un'economia che ha fortemente bisogno del turismo.
Immagini scattate durante le riprese
Assistere alla riprese è stato senz'altro un modo per trascorrere qualche ora diversa e imparare anche qualcosa. Certo, per chi lavorava, la folla di curiosi è stata sicuramente d'intralcio perchè tra il vociferare e la luce dei falsh delle macchine fotografiche e dei telefonini, le scene sono state rallentate obbligando i nostri attori a ripetere diverse volte la medesima sequenza. Per fortuna Rex, Arca e tutta la squadra dai registi, ai fonici, alla sicurezza e quant'altro hanno saputo mettere a proprio agio la popolazione e le sue svariate esigenze di circolazione, le fans più accanite e la stampa locale; elargendo sempre grandi sorrisi, battute simpatiche e tanta disponibilità che ha reso il tutto un ricordo piacevole per noi del sud barese. In questo modo per gli abitanti della zona amanti della serie oggi c'è un motivo in più per seguire le avventure di Rex e del suo padrone, anzi due : la voglia di vedere la nostra terra sul grande schermo e l'aver scoperto come viene girato un film, cosa vi è dietro ad ogni scena e soprattutto chi lavora e si impegna per rendere tutto perfetto, ma non si vede.
Curiosità sui protagonisti
Immagine scattata durante le riprese
REX ALIAS ACHI Achi, il nuovo protagonista dalla fiction è un pastore tedesco nato da Maya e Alì, nel 2010. A notare il cane, all'esposizione Internazionale Canina di Genova, è stato Massimo Perla , un famoso addestratore già conosciuto nel settore. Per poter lavorare con Achi, l'attore Francesco Arca ha dovuto seguire un corso di aggiornamento con Perla, il proprietario della struttura che si occupa dell'addestramento di Achi. Il primo anno, quindi per la registrazione del telefilm che andrà in onda a febbraio, è servito un intero mese di full immersion che permettesse, ad Arca, di rapportarsi nel modo giusto con il cane, oltre a creare un buon rapporto con lo stesso. Per la stagione con chicca pugliese sono stati necessari altri 20 giorni di pieno lavoro. Achi è il primo Rex italiano, più simpatico del collega americano anche se leggermente meno professionale, hanno affermato i Manetti durante un'intervista. Per le scene meno action e più soft, tenere, sentimentali e statiche Achi è stato sostituito da Tokyo identico ma con un animo più tranquillo.
FRANCESCO ARCA ALIAS MARCO TERZANI Francesco Arca (Siena, 19 novembre 1979) è un attore, ex modello e personaggio televisivo italiano. Il suo esordio arriva con "Volere o Volare" nota trasmissione tv condotta da Maria De Filippi nel 2004. Tra il 2004 e il 2005 diventa tronista a "Uomini e Donne". Nel 2006 partecipa alla fattoria . Dopo queste prime esperienze posa per un calendario sexy. Determinato e pronto ad inseguire il sogno della recitazione si trasferisce a Roma per studiare dizione e recitazione con Anna Macci. Iniziano così, nel 2008, le prime piccole collaborazioni nella soap opera di Rai 1 "Incantesimo 10", nel film "Scusa ma ti voglio sposare" e nella commedia teatrale "Bum Bum liberi tutti". Nel 2010 veste i panni dell'agente di polizia Antonio Branca nella fiction "Ho sposato uno sbirro 2" e poi compare nell'amata serie "Che Dio ci aiuti". Nel 2012 diventa uno dei protagonisti del "Le tre rose di Eva" dimostrando il suo grande talento. Con "Rex", invece, si guada sicuramente un ruolo di maggiore rilievo che li permetterà di farsi conoscere ad un pubblico più ampio e variegato. Pertanto, il 2013, segna la svolta e l'arrivo di una grande soddisfazione visto che, a marzo prossimo, uscirà "Allaciate le cinture". Difatti il nuovo film del grande Ferzan Ozpetek vede Arca come protagonista assieme alla bellissima Kasia Smutniak. L'attore in un intervista, per 35 mm.it, ha mostrato una grande modestia e tanta serietà parlando di questa occasione come qualcosa di talmente bello da sembrare quasi irreale. Francesco Arca è sicuramente la dimostrazione vivente che se si crede nei sogni, se si fa di tutto per avverarli lavorando sodo le cose arrivano, nonostante i pregiudizi della gente. Durante le riprese di "Rex" l'attore ha colpito un po' tutti per la sua grande disponibilità e simpatia. Tanti attori "arrivati" spesso hanno il vizio di snobbare il proprio pubblico dimenticandosi che la fama la si acquista anche grazie ai fans. Lui, nonostante stia cavalcando l'onda del successo, non ha detto mai no ad una sola foto e durante il soggiorno in puglia tanta gente mi ha raccontato di averlo incontrato al bar, disponibile e affabile, sia con gli uomini che con le donne. Anche con la sottoscritta ha mostrato sensibilità, umorismo e dolcezza, lasciandomi piacevolmente colpita dal suo lato nascosto, il carattere. Per un attore come lui sarebbe stato più facile ostentare solo bellezza, invece, ha dimostrato di tenerci al suo pubblico per questo merita di volare alto. Speriamo che Rex e Ozpetek gli portino la fortuna che si è guadagnato con tanto lavoro.
Il profiterole o profitterol è un dolce proveniente dalla Francia ma inventato da un italiano, il famoso Chef Popelini. Nato intorno al 1540 venne creato alla corte di Caterina de Medici quando, dopo il matrimonio con Enrico II di Francia, si trasferì portando con se il miglior cuoco del momento che le avrebbe fatto ricordare l'amata Toscana attraverso le sue prelibatezze. Lo chef è noto per aver inventato la tanto amata pasta choux, in epoca rinascimentale. Conosciuto, apprezzato e amato in tutto il mondo, grazie alle sue forme tondeggianti, alla sua delicatezza e dolcezza, questo dolce era originariamente una pietanza salata. Le origini di questa squisitezza sono umili e il termine è etimologicamente incerto. Ciononostante sembra che, il primo uso di tale appellativo, fosse associato a un tipo di pane cotto sotto le ceneri e ripieno. Lo storico e scrittore francese, Alfred Louis Auguste Frankiln, in un'opera, del 1888, lo definì come una pallina di pane secco ripiena di carne di cervo e tartufo da degustare immersa in un brodo di mandorle e scarola, come riportato in un'antica ricetta di fine XVII secolo. Altra citazione rilevante la si trova anche nel "Gargantua e Pantagruel", una seri di cinque romanzi, scritti da Rablais ove l'autore spiega la parola in questi termini: "profiter", che significa fare profitto più la desinenza "Ole" come diminutivo che identifica qualcosa di piccolo. Secondo altre testimonianze il termine avrebbe origine dalla composizione di due parole "Profit" e "rolle", ciò dei tondini che danno guadagno. Infatti, la servitù francese spesso veniva pagata con piccoli pezzi di carne e pane raffermo. Del profiterole esistono diverse varianti, sia nel ripieno che nella glassa, la più comune è composta da una salsa cioccolato-panna e un ripieno alla panna. Usato anche per decorare la torta Sait Honoré, questo è senz'altro uno tra i dolci più calorici al mondo.
( Ricetta liberamente tratta dal libro "dolcemente senza glutine" edito Biblioteca Culinaria S.r.l. edizione gennaio 2010 dello chef Ernst Knam)
INGREDIENTI PASTA CHOUX 200 ml di latte 120 g di burro 100 g di farina 1/2 cucchiaino di sale 1 cucchiaio di zucchero 3 uova PREPARAZIONE In una casseruola dal fondo spesso, portate lentamente ad ebollizione il latte, il burro, il sale e lo zucchero. Raggiunto il bollore, togliere la casseruola dal fuoco e aggiungere la farina versandola a pioggia (Knam ha usato il Mix dolci Schar, io il Mix it DS). Mescolare energicamente con un cucchiaio di legno fino a creare un composto liscio e omogeneo. Rimettere sulla fiamma a fuoco medio e mescolare finchè l'impasto non si stacca dalle pareti. Togliere dal fuoco, trasferire in una ciotola e lasciare raffreddare per circa 10 minuti. Aggiungere le uova, uno alla volta, incorporando bene ognuno prima di aggiungere il successivo. Continuare a mescolare fino a quando l'impasto diventa lucido e corposo e non cade dal cucchiaio se scrollato. Foderare la carta da forno. Inserire la pasta choux in una tasca da pasticceria munita di bocchetta liscia da 1 cm. Formare delle palline della stessa misura e ben distanziate tra loro. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 12-13 minuti. Far raffreddare i bignè su una griglia e praticare una piccola incisione sul lato, con un coltellino.
N.B. la stessa ricetta può essere utilizzata dagli intolleranti al lattosio, basta sostituite il latte con il latte di soia e il burro con un burro vegetale o di soia.
INGREDIENTI RIPIENO E GLASSA 400 g di panna liquida 250 g di crema ganache RIPIENO: montare 150 g, di panna liquida, e riempire i bignè con una tasca da pasticceria con bocchetta da 5 mm. CREMA GANACHE: versare 250 ml di panna in una casseruola e riscaldare a fuoco lento. Portare ad ebollizione. Spegnere il fuoco e aggiungere il cioccolato fondente. Mescolare finché il cioccolato non si sarà completamente sciolto e ben amalgamato con la panna. Immergere i bignè, uno alla volta, nella crema ganache e disporli a piramide sul piatto da portata. Decorare con ciuffi di panna montata. Io ho creato dei fiorellini in pasta di zucchero per dare un tocco romantico.
Titolo:Tutta colpa di Freud Paese di produzione:Italia Anno:2014 Durata:120 minuti Genere:commedia Regia:Paolo Genovese Soggetto:Paolo Genovese, Paola Mammimi, Leonardo Pieraccioni Sceneggiatura:Paolo Genovese (che ha pubblicato anche un libro sulla storia edito Mondadori) Produttore:Marco Belardi Casa di produzione:Medusa Film, Lotus Production Distribuzione (Italia):Medusa Film Fotografia:Fabrizio Lucci Montaggio:Consuelo Catucci Musiche:Maurizio Filardo Scenografia:Chiara Balducci Costumi:Grazia Materia Personaggi: Marco Giallini- Francesco, Anna Fogliett- Sara, Vittoria Puccini- Marta, Vinicio Marchioni- Fabio, Laura Adriani- Emma, Daniele Liotti- Luca, Alessandro Gassman- Alessandro, Edoardo Leo- Roberto il belloccio, Giulia Bevilacqua- Barbara, Claudia Gerini- Claudia.
TRAMA
Francesco ha 50 anni, è uno psicologo e ha tre figlie. Sara è la più grande, ha superato la trentina e vive, a New York, con la sua fidanzata. Marta ha 28 anni, ha una piccola libreria in centro e spesso viene derubata da una ragazzo sordomuto. Emma ha 18 anni e una storia d'amore complicata con Alessandro, un uomo che ha la stessa età di suo padre. Beh, questo è pane per i denti di uno strizzacervelli. Saraè una donna che ama dare tutta se stessa nei rapporti, ma alla fine ne viene fuori sempre con le ossa rotte. Dopo l'ultimo clamoroso fallimento decide di tornare a casa e comunica, alla sua famiglia, la voglia di cambiare orientamento sessuale. "Se con le donne non va mai bene tanto vale provare con gli uomini" Non so voi, ma secondo me, come caschi ...caschi male!!!
Martaè una ragazza fragile e delicata, una di quelle che sogna l'amore romantico dei grandi romanzi che hanno fatto la storia della letteratura. Un giorno scopre che un ragazzo sordomuto ruba alcuni libricini esposti nella sua libreria. Seguendolo capisce che i piccoli furti servono a comprendere affondo le opere teatrali alle quali assiste grazie al suo lavoro. Beh, se uno ruba per imparare qualcosa non va punito, vero?
Emma non vede la realtà, accecata dall'amore o dall'immaturità, pensa che la sua relazione la porterà lontano. Francesco, nonostante la sua apertura mentale, non riesce ad accettare la situazione e con astuzia convince Alessandro a seguire qualche seduta per chiudere il rapporto con sua moglie. L'uomo però non sa che ogni azione serve a farlo riavvicinare alla sua Claudia. Una laurea in psicologia uno potrà pure usarla per scopi superiori, no!!!
Francescoè innamorato di Claudia, una donna che incontra spesso al bar o nei pressi del suo studio. Un giorno, per caso, al supermercato scopre che la bellissima Claudia non è nientepopodimenoche la moglie di Alessandro. Oh, ma le sfighe per quest'uomo sono sempre dietro l'angolo.
Il problema è che non è facile fare il papà moderno con tre figlie complicate e una forma mentis da psicologo. Sara tenta svaria approcci con gli uomini ma qualcosa sembra non funzionare. Marta ha un disperato bisogno d'aiuto. Il ragazzo sordomuto è molto sensibile e lei non sa mai come comportarsi. Emma progetta un anno sabbatico con Alessandro e sogno una vita piena di avventure.
Sara trova finalmente l'uomo perfetto. Uscire con l'altro sesso non è una cosa facile, soprattutto se fanno tutto quello che normalmente faresti tu. Le cose sembrano comunque procedere per il verso giusto. Ma...Un giorno arriva una lontana parente di lui, la ragazza non cede alla tentazione, ma il suo maschio alfa ci casca con tutti e due i piedi. Nuove sesso, vecchio fallimento. Questo vuol dire che è lei la persona sbagliata...Raga, i/le stronzi/e non hanno sesso, se ne becchi più di uno/a sei fottuto.
Marta, come ultimo tentativo, decide di apprendereil linguaggio dei segni e spiegare, attraverso la gestualità, il suoi sentimenti. Lui, disarmato dal gesto, invita la giovane a teatro e mentre una canzone d'amore riempie la sala, attraverso l'uso delle mani, esprime tutto il suo amore. Poi dicono che il principe azzurro non esiste!!!
Francescoè bravo nel suo lavoro, ora Alessandro è confuso e non sa più chi amare. Il problema è che Claudia scopre di essere tradita dal marito ed Emma dal padre. Lo dico sempre "chi troppo vuole nulla stringe", non si può mica avere la botte piena e la moglie ubriaca.
FINALE: Sara tenta il suicidio, ma viene salvata da un pompiere che poi si scopre essere una donna simile a lei negli atteggiamenti. Troverà finalmente l'amore? Marta scopre che non sempre quello che è simile a noi è adatto a noi. La felicità a volte è racchiusa nella differenza che può far vivere un amore speciale. Emma perdona Francesco anche se entrambi hanno perso le persone che amavano. Alessandro e Claudia scoprono che l'amore può rinascere, basta alimentarlo e non lasciar spegnere quella fiamma tanto preziosa.
Perchè l'amore è cosi:
-arriva quando meno te l'aspetti,
-non si può cambiare orientamento sessuale per non soffrire, le persone sbagliate non sono uomini o donne...le persone sbagliate sono sbagliate per noi...e quando la persona giusta arriva...beh!!! è in quel preciso istante che si capirà la differenza tra l'essere amati e sperare di essere amati.
-l'amore non ha confini o barriere. Se ami davvero, come Marta, gli ostacoli si superano. Se quello che provi è un'infatuazione, un voler solo correre fuori dagli schemi, alla fine il tutto finirà. Quello che accade ad Emma e Alessandro.
RECENSIONE
Tutta colpa di Freud è un film fresco e brillante. Che offre allo spettatore non solo la possibilità di riflettere su tematiche importanti, ma gli permette di cogliere l'essenza dell'amore. Problematiche, sensibilità e ironia, sono le armi vincenti di questo lungometraggio che, con finta leggerezza, tratta argomenti di un certo spessore e rilievo. La fotografia è ottima e la colonna sonora è delicata e giusta, sembra quasi completare, in maniera armonica, la bellezza di un film raffinato e moderno.
Beh!!! se non mi credete cliccate suoi titoli e giudicate voi:
"...Ne Me Quitte Pas, Mon Cher Ne Me Quitte Pas Ne Me Quitte Pas, Mon Cher Ne Me Quitte Pas And down on Lexington they're wearing New shoes stuck to aging feet, And close their eyes and open, And I recognize the aging street, And think about how things were right When they were young and veins were tight And if you are the ghost of Christmas Past Then won't you stay the night?..."
"..Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
Ti rendi conto di essere stato al massimo solo quando ti senti giù
Odi la strada solo quando ti manca casa
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare
E la lasci andare
Fissando il fondo del tuo bicchiere
Sperando un giorno di far durare il tuo sogno
Ma i sogni arrivano lentamente e si infrangono così in fretta
La vedi quando chiudi gli occhi
Forse un giorno capirai perché
Tutto ciò che tocchi muore..."
-Tutta colpa di Freud- Daniele Silvestri "...Tutta colpa di Freud dei suoi sordidi inganni se le cose fra noi sono sempre le stesse da anni e poi è colpa sua se non ti so dimenticare. Degli incontri imprevisti, delle scelte sbagliate, dei dolori pregressi, dei peccati commessi una sera d’estate, delle mille promesse mancate. La colpa sarà di chi le avrà ascoltate! A cosa serve la scienza, a che serve il sapere se la donna che voglio non la posso nemmeno volere..."
Non sempre tutto fila liscio come l'olio. Purtroppo, a causa di forza maggiore, dovrò abbandonare la mia postazione, il mio amato pc e questo spazio per me importante. Tranquilli, se tutto va bene, starò via solo qualche settimana.
Nel frattempo, per rendere il mio ritorno interessante, vi lascio con una riflessione sull'amicizia.
Una volta letto il post ognuno può dire la sua sulla parola AMICIZIA, quando tornerò pubblicherò un post formato dei vostri vari punti di vista . Vi va di vedere assieme cosa ne viene fuori?
Ognuno di voi può lasciare un commento, che sarà visibile solo alla riapertura di questo spazio (colpa moderazione. Capitemi senza pc alla mano non posso pubblicarli).
"Vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima: a. profonda, pura, disinteressata (o, al contrario, interessata, superficiale o apparente, e dichiarata o mantenuta soltanto per l’utilità materiale o il vantaggio che se ne può trarre); a. falsa, incostante, ecc.; vincoli, legami di a.; fare, stringere a., legarsi d’a. con qualcuno, meno com. stringersi in a.con qualcuno; coltivare l’a. o un’a.; rompere, guastare l’amicizia. Con sign. più ampio: a. tra due città, tra due paesi; trattato di a., tra due stati. Locuz. particolari: in a., con la libertà e franchezza che l’amicizia consente ed esige: te lo dico in tutta a.; per a., disinteressatamente: lo fece per pura a.; non più in uso la locuz. a. di saluto, di cappello, nient’affatto intima, limitata alle convenzioni esterne; prov.,patti chiari, a. lunga. "
2-Aforismi
-"Uno dei benefici dell'amicizia è di sapere a chi confidare un segreto." A. Manzoni
-"L'amicizia è fedele in tutto, tranne che nei servigi e nelle faccende d'amore." W. Shakespeare
-"In ogni vita ci sono amicizie che non possiamo tradire." Amir nel Il cacciatore di aquiloni
-"L'unico modo per avere un amico è essere un amico." R.W. Emerson
-"Il simile è amico al simile: che, cioè, il solo buono è amico al solo buono, mentre il cattivo non contrae mai una vera amicizia né col buono né col cattivo." Platone
-"È vero, come predica Cicerone, che la virtù è il fondamento dell'amicizia, nè può essere amicizia senza virtù; perchè la virtù non è altro che il contrario dell'egoismo, principale ostacolo all'amicizia." G. Leopardi
-"L'amicizia è rara perchè è scomoda" R. Gervaso
-"Credere che l'amicizia esista e come credere che i mobili abbiano un anima." M.Proust
-"Il migliore amico è lo specchio, perchè quando piangi non ride mai." J.Morrison
-"Il falso amico è come l'ombra che ci segue finchè dura il sole" C. Dossi
-"Una nuova conoscenza è un esperimento, un nuovo amico è un rischio." E.Pound
-"La cattiva sorte ci mostra chi non sono i veri amici." Aristotele
3-musica
Vasco Rossi - Ti voglio bene Laura Pausini - Un amico è così Oasis - Little By Little Negramaro - Estate o Nuvole e Lenzuola Dario Baldambembo - L'amico E' Antonello Venditti -Ci vorrebbe un amico Lucio Dalla- Amici Riccardo Cocciante-Un nuovo amico Biagio Antonacci- L'amico che hai Queen-Friends we'll be friends e You're my best friend Giorgia-Che amica sei (Giorgia) ... 4-film Il mio migliore amico Sette Anni in Tibet Hachiko The Dreamers Buon Compleanno Mr.Grape Il Corvo Shall we dance Ti Va di Ballare Tu, io e Dupree L'Uomo Bicentenario I Goonies Fast and Furious Gli Intoccabili Balla Coi Lupi Una Notte da Leoni Elizabethtown Scent Of A Woman Profumo di Donna I Guerrieri della Notte Full Monty Ragazze Interrotte Million Dollar Baby Trainspotting La Cosa più Dolce Noi siamo infinito E.T. Radiofreccia Che ne sarà di noi
Papà, ho trovato un amico
Quasi amici
Il cacciatore di aquiloni
Questi ultimi tre film riassumo, secondo me, i tre lati più belli dell'amicizia. Ora mostratemi voi il lato più bello o brutto, buono o cattivo, speciale o sofferente, triste o felice dell'amicizia. Potete farlo in diversi modi : scrivendo il vostro pensiero, riportando una definizione, trascrivendo il testo di una canzone, usando un film, telefilm, cortometraggio o anche un libro e/o una foto, persino una ricetta (dolce o salata). Al mio ritorno cercherò di tracciare "I nostri punti di vista sull'amicizia". Un post fatto da tutti noi attraverso i vostri commenti. Spero a presto ;)
Ieri sera si è tenuta l'86esima edizione degli Academy Awards ove la statuetta nominata Oscar, nel 1936, dieci anni dopo la sua prima apparizione, da una dalle segretarie dell'Academy che avrebbero notato la somiglianza tra il premio e lo zio; è finita dritta dritta nelle mani di un nostro connazionale, Paolo Sorrentino. L'Academy Award of Merit è placcata in oro 24 carati ed è alta 35 centimetri. Durante la Seconda Guerra mondiale, per ben tre anni, è stata realizzata in gesso dipinto per evitare la sua vendita. Inoltre, dal 1950 i vincitori si sono accordati, attraverso un patto firmato, per la restituzione dell'Oscar all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences per 1 dollaro prima di venderla. Di certo la tanto agognata statuina non verrà ceduta dal regista italiano che, grazie al film "La grande bellezza", ha permesso alla nostra nazione di portarsi a casa il 14esimo Oscar come miglior film straniero. Dopo ben 15 anni, l'ultimo ad essere premiato fu Benigni con "La vita è bella", nel 1999, il lungometraggio italiano batte tutti conquistando mezzo pianeta e facendo rinascere l'orgoglio nazionale nel cuore degli italiani. Quando Sorrentino ha sollevato il premio, al Dolby Theatre di Los Angeles, insieme a Toni Servillo e al produttore Nicola Giuliano ha detto "Grazie all'Academy, a tutti gli attori, i produttori e alle mie fonti di espirazione Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking heads e Maradona...Sono quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato tutti cosa vuol dire fare un grande spettacolo, che è la base di tutto lo spettacolo cinematografico. Sono molto emozionato e felice, non era scontato questo premio, i concorrenti erano temibili ora sono felice e sollevato". Ma a festeggiare è, anche e soprattutto, Steve McQueen con il suo "12 anni schiavo", vincitore del riconoscimento più ambito quello di miglior film. "Gravity"è invece l'indiscusso vittorioso dei premi tecnici, ben 6 statuette tra montaggio, effetti speciali, ecc..., più una come miglior regia per Alfonso Cuaròn, che attraverso alla sua odissea nello spazio diventa il primo latino a vincere l'Oscar in questa categoria. Eccovi allora la lista dei migliori:
Miglior film: 12 anni schiavo di Steve McQueen
Miglior film straniero: La grande bellezza di Paolo Sorrentino
Miglior film d'animazione: Frozen - Il regno di ghiaccio di Chris Buck, Jennifer Lee e Peter Del Vecho
Miglior documentario: 20 Feet from Stardom di Morgan Neville, Gil Friesen e Caitrin Rogers Miglior corto documentario: The Lady in Number 6: Music Saved My Life di Malcolm Clarke e Nicholas Reed Miglior cortometraggio: Helium di Anders Walter e Kim Magnusson Miglior cortometraggio d'animazione: Mr. Hublot di Laurent Witz e Alexandre Espigares Migliore regia: Alfonso Cuarón per Gravity Migliore attrice protagonista: Cate Blanchett per Blue Jasmine Migliore attore protagonista: Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club Migliore attrice non protagonista: Lupita Nyong'o per 12 anni schiavo Migliore attore non protagonista: Jared Leto per Dallas Buyers Club Migliore sceneggiatura non originale: John Ridley per 12 anni schiavo
Migliore sceneggiatura originale: Spike Jonze per Her
Miglior fotografia: Emmanuel Lubezki per Gravity Migliore scenografie: Catherine Martin e Beverly Dunn per Il Grande Gatsby
Migliori effetti speciali: Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk e Neil Corbould per Gravity Migliore montaggio: Alfonso Cuarón e Mark Sanger per Gravity Miglior sonoro: Glenn Freemantle per Gravity Miglior montaggio sonoro :Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris Munro per Gravity Miglior colonna sonora: Steven Price per Gravity
Miglior canzone originale: Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez per Let It go (Frozen - Il regno di ghiaccio) Miglior trucco e acconciature: Adruitha Lee e Robin Mathews per Dallas Buyers Club Migliori costumi: Catherine Martin e Beverley Dunn per Il Grande Gatsby
Sir Arthur Conan Doyle è stato un medico, scrittore e poeta scozzese, considerato, uno dei fondatori dei due generi letterari: giallo e fantastico.
Sir Arthur Conan Doyle
Doyle nacque in Scozia, precisamente ad Edimburgo, il 22 maggio del 1859. Secondo di dieci figli, iniziò i suoi studi molto giovane. La sua prima opera "Il mistero di Sasassa Valley" risale al 1879, la storia "Il racconto dell'americano" all'anno successivo. Nel 1881 ottenne il baccellierato in medicina e poi un Master in Chirurgi che gli permisero di fare l'assistente presso alcuni medici molto noti. In questi anni Arthur si appassionò molto alla letteratura e conobbe il Dott. J. Bell, che con il suo metodo scientifico e le sue abilità deduttive, gli ispirò il personaggio di Holmes. Doyle all'apparenza era un uomo tranquillo, ma dietro il suo essere cosi a modo si nascondeva una persona dalle convinzioni eccentriche che sosteneva le sue idea a spada tratta. Nonostante l'enorme successo del suo romanzo, Arthur, non legò moltissimo con il grande Holmes perchè grazie ai suoi scritti era diventato più famoso di lui. Il 7 luglio del 1930, a 71 anni, Doyle lasciò questa terra a causa di un attacco cardiaco che lo colse all'improvviso. Nel 1983 è uscita una raccolta di suoi racconti inediti che ha permesso a tutti di conoscere il Conan Doyle mai letto.
Sherlock Holmes
Londra- statua Sherlock Holmes
Uno studio in rosso ( A study in scarlet) è il primo romanzo dedicato al detective più astuto del pianeta, Sherlock Holmes. Il suo titolo deriva da un'affermazione fatta dallo stesso protagonista del romanzo, che dice "nella matassa incolore della vita corre il filo rosso del delitto e il nostro compito consiste nel dipanarlo nell'isolarlo, nell'esporne ogni pollice". La trama del romanzo è ambientata principalmente a Londra tranne per una piccola parte, nello specifico quella centrale, che vede come protagonista lo Utah, negli Stati Uniti. La storia coinvolge il lettore portandolo a rimuginare, assieme al detective e al suo amico dottore, sulle vicende narrate in modo avvincente e interessante dallo scrittore. Il racconto inizia con la presentazione di Watson, un ex-ufficiale medico dell'esercito britannico che, ferito in battaglia, viene congedato per alcuni mesi. Al suo ritorno, dopo un casuale incontro con un vecchio amico, Stamord, conosce Holmes, con il quale dividerà un alloggio. Grazie alla convivenza i due si conosco e Holmes svela al coinquilino la sua attività di investigatore-consulente. La nascita del giallo arriva con la morte di un tale Enoch Drebber avvolta nel mistero più cupo. Sherlock raccoglie i vari indizi sul caso seguito dal suo nuovo amico Watson che, desideroso di scoprire la veridicità del suo metodo e delle sue affermazioni, si lascia trascinare dagli eventi e dalle varie scoperte. Ancora una volta, il grande Holmes, risolve il caso grazie ad alcune semplici osservazioni capaci di mettere luce nell'oscurità di un caso assurdo composto da moltissimi particolari scovati proprio attraverso le sue analisi.
Immagine Film Sharlock Holmes
Non sono un amante dei gialli e solitamente non leggo libri di questo genere perchè difficilmente mi appassionano. Fortunatamente sono stata capace di andare oltre il mio stupido pregiudizio dandomi l'opportunità di scoprire una storia fantastica che mi ha tenuta inchiodata alle vicende dell'investigatore Holmes, sino a farmi desiderare di leggerne altre. La lettura è scorrevole e appassionate, lo stile è prevalentemente giornalistico e con un ampio utilizzo di termini specifici del linguaggio scientifico e poliziesco. Naturalmente vi è una grande presenza di discorsi diretti ma non mancano comunque parti descrittive. La riflessione che lascia il racconto è ancorata alla capacità di ragionare in modo logico e rigoroso. L'aspetto più interessante del libro riguarda l'esposizione dei fatti e l'articolazione del romanzo stesso. L'illustrare le vicende per poi passare all'analisi del caso sino a discutere sulla soluzione coinvolgono il lettore che, un passo alla volta, entra nel giallo studiando la storia anche dal suo punto di vista. In conclusione penso che i racconti dedicati a Sherlock Holmes siano davvero una lettura coinvolgente e intrigante. La storia del detective più famoso al mondo, soprattutto grazie alla televisione, è uno di quei libri che vale la pena leggere nella vita.
Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a "unlamponelcuore" intendono far conoscere il progetto "lamponi di pace" della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/), nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi. Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo circa dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell'antica coltura dei lamponi e sull'organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull'aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti. A distanza di oltre dieci anni dall'inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola "ritorno" nella scelta del "restare".
Borderline ha deciso di far parte di questa bellissima e solidale iniziativa per aiutare, anche se solo nel suo piccolo, queste donne che hanno il diritto di rifarsi una vita. La festa della donna serve a ricordare qualcosa di grande e quest'iniziativa è perfetta in un giorno cosi importante. Ogni donna dentro di se ha delle passioni e dei sogni, spesso la guerra dipinge di nero ogni cosa, le donne di Bratunac hanno il diritto di ritrovare le loro passioni e i loro desideri riprendendosi i colori della vita. Purtroppo non sono riuscita a reperire la materia prima, il tanto amato lampone, in nessuna delle sue mille forme (freschi, congelati, essiccati, marmellate, succhi ...). Pertanto vi ripropongo una ricetta postata più di un anno fa, la crostata ai frutti di bosco senza glutine che, al suo interno, contiene dei buonissimi e pacifici lamponi.
Inoltre la stessa ricetta può anche essere realizzata esclusivamente con i lamponi senza l'aggiunta degli altri frutti di bosco.
La pasta brisée INGREDIENTI: -200 gr di farina senza glutine -100 di margarina -1/2 cucchiaino da caffè di sale fino -1 o 2 cucchiai di zucchero (in base al vostro gusto personale) -1/2 bicchiere d'acqua PREPARAZIONE: 20 minuti. Gli ingredienti della seguente brisée posso essere utilizzati anche per fare la stessa pasta, ma con il glutine. Come vi ho detto su, basta usare la farina 00 al posto di quella senza glutine. Per il senza glutine, di solito, uso la farina DS, perchè è ottima per i dolci. Infine la brisée è senza uova e avendo usato la margarina (che è vegetale) al posto del burro, la pasta diventa perfetta per chi segue una dieta vegana. In una ciotola abbastanza grande ponete la farina setacciata, fate un buchino al centro e mettete zucchero e sale. A questo punto versate l'acqua un po' alla volta e mescolate. Per finire aggiungete la margarina che si sarà ormai ammorbidita e lavorate bene la vostra pasta. Fare un pallina e copritela con la pellicola. Lasciate riposare la pallina in frigo per 30 minuti. Imburrate il vostro stampo, passateci su una spolverata di farina e stendete la pasta aiutandovi anche con le mani (a la tendenza a sbriciolarsi), bucherellatela bene con la forchetta e metteteci su un pezzo di carta da forno ed un peso (per esempio dei fagioli secchi). Cuocete a 180 ° per una ventina di minuti.
Crema per celiaci e non: INGREDIENTI: -4 tuorli -100 gr di zucchero -40/50 gr di farina senza glutine (o 00 per chi non è celiaco) -1/2 litro di latte (per chi intollerante al lattosio può usare il latte di soia o di riso) -30 gr di margarina -la buccia di un limone
PREPARAZIONE: In una pentola mettete i tuorli d'uovo e lavorateli con lo zucchero. A questo punto aggiungete la farina e mescolate il tutto a fuoco lento. Mentre girate in senso orario, versate un po' alla volta il latte (attenti a non creare grumi), aggiungete la margarina e per ultimo la scorza del limone. Continuate a mescolare sino a quando il tutto non diventa denso e quindi cremoso. Una volta creata la crema togliete la buccia del limone dalla pentola. La crema va preparata mentre la pasta brisée stà cuocendo nel forno. Cosi dopo aver fatto raffreddare un po' la pasta potrete spalmare la crema ancora tiepida (in questo modo sarà più facile stenderla).
Gelatina:
Potete farla voi, ma per essere più veloci ad avere un ottima gelatina, io ho usato la gelatina senza glutine della marcaDecorì. La marca Decorì è ottima e i suoi prodotti sono perfetti per tutta la famiglia, sono facili da utilizzare e costano davvero poco (ho pagato all'incirca 1,30 euro la bustina di gelatina) Per preparala basta versare in un pentolino il contenuto della bustina, aggiungere 250 g di acqua e mescolare il tutto a fuoco lento. Quando il contenuto inizia a bollire continuata a mescolare per un minuto. Poi togliete dal fuoco il pentolino e mescolate ancora per 3 minuti.
RIEPILOGHIAMO: Preparate la pasta brisée e lasciatela riposare in frigo, una volta passati i 30 minuti stendetela sulla vostra teglia (già imburrata ed infarinata) e bucherellatela ben bene. Mentre la brisée cuoce, voi preparate la crema. Lasciate raffreddare la pasta ed intiepidire la crema. Una volta che la crema è bella tiepida, con l'aiuto del dorso di un cucchiaio passato nell'acqua fredda, spalmate la crema in modo omogeneo all'interno della pasta brisée e lasciatela raffreddare. Quando la crema sarà fredda con le mani o con l'aiuto di un utensile mettete i frutti di bosco sulla crema, coprite bene il tutto, si devono vedere solo i frutti di bosco. Serve almeno un piatto di frutti freschi, se non li trovate freschi potete comprali congelati. Se sono congelati vi servono all'incirca 300-400 gr, metteteli in un colapasta molte ore prima, in questo modo espelleranno un po' d'acqua. Una volta svolto il penultimo passaggio potrete versare la gelatina sui frutti di bosco, a questo punto la vostra crostata sarà ultimata, ma prima di mangiarla dovrete attendere un paio d'ore.
PUNTI VENDITA Cooperativa Agricola Insieme: - sono distribuiti da Coop-Adriatica e NordEst quindi si trovano più facilmente nel Veneto, Friuli Venezia Giulia, parte dell'Emilia e della Lombardia al confine. I punti vendita che hanno in assortimento i prodotti partono dai 1000mq in su; - sono distribuiti anche da Altromercato e dal commercio equosolidale e dal loro sito (altromercato.it) è possibile, tramite anche una richiesta via email, ottenere i punti vendita; - nel milanese vengono distribuito da MioBio (http://www.mio-bio.it/), un gas molto attivo; - Rada Zarcovick, la responsabile della cooperativa, sta prendendo accordi con le Coop che si occupano dei punti vendita della Lombardia e della Toscana per poter distribuire anche in queste zone i loro prodotti.
Per quanto riguarda Coop Adriatica le confetture dei frutti della pace è in assortimento solo nel canale iper: ADRIATICA BOLOGNA IPER BORGO ADRIATICA BOLOGNA NOVA ADRIATICA BOLOGNA LAME ADRIATICA VENETO SAN DONA' ADRIATICA VENETO SCHIO ADRIATICA VENETO CONEGLIANO ADRIATICA VENETO VIGONZA ADRIATICA ROMAGNA IMOLA ADRIATICA ROMAGNA RIMINI ADRIATICA ROMAGNA LUGO ADRIATICA ROMAGNA FAENZA ADRIATICA ROMAGNA RAVENNA ADRIATICA MARCHE PESARO ADRIATICA MARCHE CESANO ADRIATICA ABRUZZO SAN BENEDETTO ADRIATICA ABRUZZO CHIETI ADRIATICA ABRUZZO ASCOLI
Uno dei mie accessori preferiti è senz'altro l'occhiale da sole: elegante, raffinato, eccentrico, colorato, rock, griffato, spregiudicato. Si, quando esco il mio osare è completamente concentrato sul viso perchè i miei occhiali da sole sono una vera e propria collezione di pezzi spettacolari. Immaginate che per sceglierne un paio servo delle ore, pomeriggi interminabili, ove il mio rivenditore di fiducia arriva all'esasperazione, mia madre si addormenta sulla poltrona ed i clienti iniziano a consigliarmi. In breve creo la divina commedia degli occhiali, in un angolo del negozio c'è il paradiso, in uno l'inferno e nell'altro il limbo. L'inferno è formato dagli occhiali che sono da scartare, il paradiso da quelli belli ma troppo cari, il limbo da quelli che rispondo ai 3 requisiti dell'anno (ovviamente sono tre parametri che cambiano ogni anno: budget concesso all'occhiale, colore desiderato, forma richiesta). Quest'anno, per esempio, ho optato per un paio di Dior enormi super fighissimi fucsia. Una ricerca estenuante che ha portato ad un risultato soddisfacente visto che appartenevano alla zona paradiso ma grazie alla mamma, portata con me per inoltrare la trattativa sul prezzo, sono miei. Comunque bando alle ciance perchè proprio qualche giorno fa si è conclusa, a Milano, la Mostra Internazionale di Ottica, Optometria e Oftalmologia, che ha permesso di curiosare un po' sulle ultime novità del settore. Naturalmente gli occhiali da sole, come tante altre cose, sono un accessorio molto soggettivo. Ci sono persone che adorano indossare sempre lo stesso paio, ci sono persone che odiano indossarli, quelli che posso indossarli solo se graduati, quelli che amano cambiare, quelli che devo indossarli necessariamente perchè infastiditi dai raggi del sole, quelli che li usano anche di notte e quelli che devono essere sempre alla moda. Eccovi allora qualche novità:
Isabel Marant
1- ciao ciao montatura: la nuove tendenze prevedono montature alleggerite e talvolta quasi inesistenti. Gli occhiali diventano leggeri e comodi. Possono non averli? la moda ripropone ciclicamente le stesse cose, anche quelle che non dovrebbe riproporre. Questa tendenza vide il suo boom già molti anni fa. Si, il design è meraviglioso ma guadagnare in leggerezza significa: sole che arriva negli occhi dai lati (montatura leggera = poca stecca che protegge dai raggi uv laterali e poca stabilità della montatura stessa). In breve se avete l'abitudine di mettere gli occhiali in testa e appoggiarli ovunque dopo qualche giorno sono già deformati. Certo, sono bellissimi ma sono perfetti solo per chi presta molta attenzione nel manovrarli e per chi li usa principalmente per una questione estetica e non di protezione.
RayBan
2- buongiorno vintage: l'occhiale datato è ormai un must! Per questo conservo i miei, per dare qualche bel cimelio ai posteri e sempre per questo molti brand si stanno ispirando agli anni '70. Tra i più iconici ritroviamo il modello aviator. Sono occhiali decisamente più stabili ed intramontabili, praticamente perfetti per chi non ama cambiarli spesso considerando che non passano mai di moda. Per questi occhiali potete spendere anche qualcosina in più visto che la somma è ammortizzata negli anni.
Dolce&Gabbana
3-benvenuta stravaganza: se amate risultare ironici, diversi, folli o sopra le righe, proprio come me. Non potete lasciarvi scappare montature floreali, enormi, eccentriche e singolari. Sono gli occhiali giusti per chi ama osare, non essere uguale alla massa e soprattutto dare incisività ai propri outfit mostrando un risvolto nascosto del proprio carattere. Gli occhiali con una forte personalità, sono solitamente occhiali di stagione o comunque adatti a determinati periodi. Naturalmente, occhiali del genere vanno ponderati con lunghe analisi visto che devo sposarsi perfettamente con il vostro viso e con la vostra personalità, dovete sentirvi convinti e non esagerare, il passo da stravagante a ridicolo è davvero breve.
Another Moderne
4- bentornato tutto tondo: il revival degli anni '90 in un unico pezzo ad effetto. Un ritorno atteso ma anche una permanenza abbastanza lunga per una delle montature più amate e odiate di tutti i tempi. Un occhiale adatta a pochi, ma con il suo perchè.
La musica è arte, una delle più travolgenti, emozionati e belle creazioni dell'uomo. Secondo voi, cosa serve per fare musica? In verità, a volte, può bastare poco: un MacBook Pro, un software tipo Reason, una tastiera M-audio e una Akai Professional, un degidesing Mbox2...Beh!! naturalmente serve un'idea, il senso della musica, l'orecchiabilità e l'ingegno. Se poi si è "Formidable" come Stromae vi occorre solo mettere assieme 4 capitoli, come mostra lui stesso nelle sue lezioni on line. Con gli strumenti giusti e delle buone capacità, in pochi step, si riempiono i campionatori. Se non mi credete guardate il video, perchè è proprio cosi sono nati i brani che hanno conquistato mezza Europa e fatto ballare milioni di giovani. Una delle sue song più conosciute e ballate, quella che ha condotto Stromae al successo, la stupenda "Alors on danse", ha visto la luce attraverso 4 semplici capitoli, come potete appurare nella lezione numero 8 (video sotto): 1-la composizione (le note che fanno da base nel pezzo) l'idea arriva e si registra sul pc con un click, 2-le percussioni (suoni prodotti dagli strumenti a percussione che si aggiungono alla base), 3-qualche trucco (come il suono di un sax che crea acrobazie musicali) 4-il testo (le parole che completeranno l'opera).
Alors on danse la creazione
Chi è Stromae? Paul Van Haver (Stromae) è un cantautore belga nato a Bruxelles, il 12 marzo del 1985. Originario del Ruanda da parte di padre, ma belga da parte di madre è cresciuto nella stupenda Bruxelles. Il padre Dylan Steven, un architetto morto, nel 1994, durante il genocidio del Ruanda è sempre stato un uomo poco presente nella vita del giovane che sin dall'infanzia è stato accudito, cresciuto e amato, assieme ai tre fratelli, unicamente dalla madre, una belga fiamminga.
Stromae
All'età di 12 anni Paul si appassiona alla musica e si iscrive all'accademia musicale di Jette. Nel 2000, per cominciare la sua carriera nel mondo del rap, si sceglie lo pseudonimo Opmaestro, ma essendo tale appellativo troppo simile a quello di un altro artista lo cambia in Stromae, che in verlan vuol dire maestro. A 18 anni forma il gruppo Suspicion assieme a J.E.D.I, quest'ultimo l'abbandona per non rallentarlo nella scalata al successo e nella sua crescita. Nel 2005 arrivano i primi risultati. Nel 2006 partecipa a Hip Hop Family e nel 2007 a Debout Benelux. Per un anno intero lavora in un fast food per finanziare i suoi studi, ma essendo il suo budget insufficiente si iscrive all'INRACI sezione cinema, investendo il suo capitale nella creazione delle sue prime opere. Per farsi conoscere collabora con i rapper Bdbanx e Beretta. Nel 2008 firma un contratto con l'etichetta discografica Because Music e contemporaneamente diffonde le sue creazioni musicali sotto forma di lezioni (Les leçons de Stromae). Nel 2009 effettua uno stage presso la radio NRJ a Bruxelles e dopo aver colpito Vincent Verbelen vede i suoi album ripubblicati grazie alla Vertigo Records. Il primo album Cheese , che contiene la ballatissima "Alors on danse", esce nel 2010 conquistando le vette di molte classifiche, compresa quella italiana. Le canzoni sono tutte valide e toccano temi comuni come: l'amore non corrisposto, la violenza, l'estate e la fede. Nel 2012 riappare su youube con "Humain à l'eau". Nel maggio del 2013 pubblica il suo secondo album e grazie a "Papaoutai" tocca l'apice del successo in Francia, Belgio, Olanda e Germania. Pochi settimane dopo viene diffuso, in maniera quasi amatoriale, "Formidable". Dopo qualche mese annuncia l'uscita del suo secondo album Racine Carrée che vende milioni di copie solo in Francia. Il cd è una bomba e lo dimostra anche il terzo singolo estratto dall'album "Tous les mêmes", che oltre a colpire per la musicalità e il testo, stupisce anche per il video ricco di spunti e suggerimenti. L'album è straordinario, i suoi brani parlano di alienazione da social network (Carmen), cancro dovuto al fumo (Quand c'èst?), problemi di coppia (Tous les mêmes, Formidable), eccesso, malattia, dolori familiari (Papaoutai) che è anche autobiografico, infine, denuncia anche la mancanza di prese si posizione da parte della società nei confronti del razzismo, sessismo e omofobia. La particolarità di Stromae è il suo accostare la musica hip hop ed il soul alla musica elettronica, creando un mix orecchiabile, ballabile ma sempre pieno di riflessioni, considerazione personali e denunce.
Tratto dal video Formidable
Uno dei testi che apprezzo di più è sicuramente "Papaoutai". Un brano forte, pieno di dolore e domande, un testo di denuncia, ma anche autobiografico, come spiegato sopra. Ove Stromae manifesta il suo malessere di figlio abbandonato, la voglia di avere un padre presente e l'errore degli uomini nel mettere al mondo dei bambini e poi non assumersi le proprie responsabilità. Denuncia che ritroviamo anche in alcune frase di altri brani: Formidable (...Tu sais dans la vie y'a ni méchant ni gentil. Si maman est chiante c'est qu'elle a peur d'être mamie. Si papa trompe maman c'est parce que maman vieillit... ) e Tous les mêmes (...Tu sais la vie c'est des enfants, mais comme toujours c'est pas l'bon moment. Ah oui pour les faire, là tu es présent, mais pour les élever y aura des absents...) . Il video mostra un bambino che tenta di dialogare con un padre che non ha reazioni, mentre al di fuori il mondo è pieno di bambini che giocano con i loro papà. Il piccolo, stanco e deluso, alla fine del brano, non può far altro che prendere le sembianze del proprio padre arrendendosi al suo destino.
PAPAOUTAI TESTO Dites-moi d'où il vient Enfin je saurais où je vais Maman dit que lorsqu'on cherche bien On finit toujours par trouver Elle dit qu'il n'est jamais très loin Qu'il part très souvent travailler Maman dit "travailler c'est bien" Bien mieux qu'être mal accompagné Pas vrai ? Où est ton papa ? Dis-moi où est ton papa ? Sans même devoir lui parler Il sait ce qu'il ne va pas Ah sacré papa Dis-moi où es-tu caché ? Ça doit, faire au moins mille fois que j'ai Compté mes doigts Où t'es, papa où t'es ? Où t'es, papa où t'es ? Où t'es, papa où t'es ? Où, t'es où, t'es où, papa où t'es ? Quoi, qu'on y croit ou pas Y aura bien un jour où on y croira plus Un jour ou l'autre on sera tous papa Et d'un jour à l'autre on aura disparu Serons-nous détestables ? Serons-nous admirables ? Des géniteurs ou des génies ? Dites-nous qui donne naissance aux irresponsables ? Ah dites-nous qui, tient, Tout le monde sait comment on fait les bébés Mais personne sait comment on fait des papas Monsieur Je-sais-tout en aurait hérité, c'est ça Faut l'sucer d'son pouce ou quoi ? Dites-nous où c'est caché, ça doit Faire au moins mille fois qu'on a, bouffé nos doigts Où est ton papa ? Dis-moi où est ton papa ? Sans même devoir lui parler Il sait ce qui ne va pas Ah sacré papa Dis-moi où es-tu caché ? Ça doit, faire au moins mille fois que j'ai Compté mes doigts
Stromae- tous les mêmes
Un'altro brano degno di nota è sicuramente "tous les mêmes", un testo controverso ove l'artista cerca di mostrare le varie sfaccettature dei due sessi davanti a questioni rilevanti e spesso anche stereotipate. Il video è singolare e mostra uno Stromae metà donna e metà uomo che sottolinea gli atteggiamenti degli uomini nei confronti dell'altro sesso. La musica è in parte calda e passionale, in parte forte e ritmata, il tutto si sposa con gli effetti d'illuminazione del video (luci blu per i maschi e rosa per le femmine) che offrono un'interpretazione più accentuata al brano. Per quanto mi riguarda Stromae mi ha conquistata anni fa grazie alla sua energia, la musicalità, i ritmi ballabili ed i temi trattati nelle proprie canzoni. Se poi ci mettere che canta anche nella mia lingua madre è facile intuire il mio colpo di fulmine per quest'artista ingegnoso e sensibile. La sua originalità, il saper osare e le tematiche trattate, con tatto e forza, all'interno dei suoi brani sono sicuramente la sua arma vincente. Io vado a "danse" e voi?