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A spasso per la Puglia: Alberobello

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Alberobello è un comune italiano appartenete alla città metropolitana di Bari, in Puglia. Essa è collocata al centro della Valle d’Itria e della Torre dei Trulli. L’origine del suo nome, secondo recenti studi, deriverebbe da “Silva Alborelli”. Conosciuta in tutto il mondo, grazie alla sue abitazioni caratteristiche, dal 1996, fa parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Durante la seconda guerra mondiale il governo italiano requisì la Masseria Gigante, una scuola agraria circondata da una estensione di terreni di 78 ettari, per adibirla a campo di concentramento e internamento.
Oggi Alberobello è una delle principali mete turistiche pugliesi, apprezzato set cinematografico già dal lontano 1931, quando tra le sue strade venne girato il primo film, e centro abitato pronto a stupire il turista, non solo con la sua grande ospitalità legata ad un’antica tradizione, ma soprattutto attraverso i suoi eventi e le tante iniziative che ogni anno coinvolgono milioni di visitatori, comparse e cittadini.

 

I TRULLI

Il termine “trullo” deriva dal greco “cupola” che identifica la struttura dell’edificio simile ad una cupola tirata su a secco ponendo le pietre una su l’altra formando archi concentrici.

Sui trulli non sappiamo nulla di preciso. Secondo alcuni storici tali abitazioni risalgono al periodo megalitico e alla civiltà Celtica che in questa regione ha lasciato qualche dolmen e alcuni menhir. Le prime notizie sicure risalgono al 1635 quando, per evadere il fisco che tassava gli edifici in muratura,  il barone di Acquaviva faceva smontare i tetti facendo trovare solo un cumulo di sassi ai controllori del viceré spagnolo provenienti da Napoli. I contadini però continuarono a costruire  trulli anche dopo il 1797, allorché Alberobello finì di essere un possesso baronale trasformandosi in città libera.

La struttura del trullo è abbastanza complessa, essi sono formati da una base che poi si alza in forma conica, le pareti hanno una camera d’aria che permette di mantenere l’ambiento fresco d’estate e caldo in inverno e nell’estremità presentano pinnacoli e simboli. I muratori capaci di realizzare questo tipo di costruzione venivano chiamati “caseddari“. La costruzione iniziava con lo scavo della cisterna, poi venivano eretti i muri portanti suoi quali venivano posti in circolo le pietre sagomate, infine veniva realizzata la copertura esterna con pietre più piccole chiamate “chianche” che venivano intonacate ed imbiancate a calce con un operazione chiamata “lattatura“.

Sulle chiancarelle poi sono dipinti alcuni segni che possono essere di origine cristiana o pagana.

Anche l’origine di questi segni è abbastanza controversa e divisa in tre grandi gruppi: primitivi, magici e cristiani. I primi, quelli primitivi, derivano da culti antichi celebrati nelle foreste pugliesi, quelli magici sono collegati ai segni astrologici e zodiacali, quelli cristiani appartengono alla religiosità arcaica diffusa nel bacino del mediterraneo. Infine, la sommità della copertura conica termina con della chiancarelle più piccole che vengono bloccate da un “pinnacolo“, una sorta di elemento cuspidato composto solitamente da quattro parti. La prima è composta dagli ultimi filari sigillati con malta imbiancati a calce, la seconda ” cannarile” è in pietra ed ha una forma cilindrica, a tronco o cono; la terza “carrozzola” o “scodella” e l’ultima “cocla” al contrario può avere diverse forme (disco, sfera, cono, piramide a base quadrata o triangolare).  I “pinnacoli” rappresentano così una sorta di marchio posto dai differenti maestri trullari per firmare ilo proprio lavoro attraverso un elemento decorativo anche se per alcuni hanno una simbologia magica.

COSA VEDERE

1-IL TRULLO SOVRANO

Situato nel nord del paese, alle spalle della Chiesa dei S.S. Medici Cosma e Damiano,rappresenta il migliore esempio di trullo disposto su due piani. Composto da una maestosa cupola conica alta 14 metri si erge al centro di un gruppo formato da dodici coni. Il complesso originariamente era denominato “Corte di Papa Cataldo” ed  è stato costituito nella prima metà del settecento dalla famiglia Petra. Il prestigioso immobile è stato dichiarato Monumento Nazionale nel 1923 e definito “Sovrano” per le sue maestosi proporzioni. Adibito a museo è possibile visitare il suo interno arredato secondo il gusto dell’epoca in base alle testimonianze degli anziani del paese. Durante il periodo estivo il trullo ospita piccole manifestazioni, spettacoli teatrali, concerti e serate culturali.

2- I TRULLI SIAMESI

Percorrendo la scalinata di Via Monte Nero ci si ritrova dinanzi ad un’antichissima abitazione edificata su una roccia affiorante. I trulli siamesi, chiamati cosi per la loro forma doppia e unita, hanno due ingressi, uno per ogni cono, una struttura a gradoni e delle fondamenta costituite da grossi macigni appena sbozzati. Essi rappresenta una delle costruzioni più antiche della città considerando l’iscrizione epigrafica del portale che riporta come anno il 1400. Su uno dei due trulli compare il simbolo del sole dipinto con latte di calce. Un’altra peculiarità dell’edificio è il doppio ingresso situato su strade diverse, particolarità che viene attribuita alle storia di due fratelli. Difatti si racconta che nel trullo abitassero due fratelli innamorati della stessa donna e che tale fanciulla venne promessa in sposa al primogenito anche se fini per innamorasi del fratello più piccolo. I tre iniziarono a vivere sotto lo stesso tetto ma la convivenza, sempre più difficile, spinse il maggiore a scacciare i due amanti. Il secondo, non contento, protestò è face dividere il trullo costruendo un secondo ingresso sul retro.

3-CASA DELL’AMORE

Ubicata in Piazza Ferdinando IV di Borbone, la casa dell’amore rappresenta un vero e proprio passaggio tecnico-costruttivo dalla prima dimora a trullo alle abitazioni ottocentesche. Pare che tale costruzione venne edificata, il 22 giugno del 1797, quando il Sindaco Francesco D’Amore venne eletto. Essa è ufficialmente la prima casa in cotto realizzata con l’uso di malta con sopraelevato raggiungibile grazie ad una scala esterna. Composta da tre angusti ambienti conici, posti su differenti livelli, nel primo vano ci si ritrova in un ambiente più ampio seguito da uno più piccolo e conico originariamente collegato al pianterreno tramite una botola; l’ultimo locale consente l’affaccio al balconcino, ove sotto l’arco è riportata la seguente iscrizione: EX AUCTORITATE REGIA- HOC PRIMUM ERECTUM- A.D. 1979.  La casa, Monumento Nazionale dal 1930, è stata restaurata nel 1951 ed attualmente è la sede dell’Assessorato al Turismo.

4- CASA PEZZOLLA

Tra il quartiere Aia Piccola e piazza del Popolo, sorge il più piccolo complesso di trulli contigui e comunicanti di Alberobello. Il complesso abitativo conosciuto da tutti come Casa Pezzolla, dal nome degli ultimi proprietari, nel 1986 è stato acquistato dal Comune e restaurato tra il 1993 e il 1997. Il complesso è composto da una serie di edifici più recenti che si affacciano su piazza XXVII maggio e una parte più antica che risente dell’influenza della zona monumentale dell’Aia Piccola. All’interno del complesso è ospitato il Museo del territorio che ha il fine di conservare e narrare la storia del comprensorio dei trulli. Al suo interno è possibile visionare alcuni attrezzi, reperti e testimonianze storiche appartenenti alla tradizione ed al folklore del territorio della Murgia dei trulli.

EVENTI IMPERDIBILI

1-Il presepe vivente, i piatti tipici della Vigilia e il light festival

Durante il periodo natalizio la città si trasforma, ogni trullo diventa una capanna, si prega, si medita, si gustano i cibi della tradizione grazie alla partecipazione e all’impegno dei cittadini che indossano i costumi dell’epoca. Sempre nello stesso periodo è poi possibile assistere alla manifestazione “A tavola come una volta”. In ogni stradina si può gustare un piatto tipico della tradizione natalizia come: baccalé fritto, baccalé ca crisciaul, fcazz ca’ cpodd, tmben d’ ciuchredd e vambascioun, scarteddet i pettl.

Infine, tra natale e la befana, per all’incirca 3-4 settimane, è possibile passare una serata indimenticabile tra trulli e luci colorate grazie al light festival  ove le vie si riempiono di giochi di luci e colori stellati. Una festa nata lo scorso anno che ha appassionato non solo i visitatori provenienti dall’estero ma anche e soprattutto gli abitanti delle città vicine pronti a tutto per un super selfie tra le luci di questo incantevole scenario da favola.

2-Festa della birra

Nel mese di settembre, invece, è possibile godersi tre giorni di festa durante i quali i produttori di birra nazionali ed esteri, permetto, assieme agli artigiani della pizza serate indimenticabili tra danze, musica e buon cibo.

3-L notte dei briganti

La notte dei briganti è una meravigliosa rievocazione storica che si svolge nei boschi della Masseria Gigante, nel mese di settembre. Duecento comparse in costume mettono in scena piccole consuetudini e usi della vita quotidiana e battaglie e guerre tra briganti. Il tutto si conclude con una degustazione di piatti poveri tipici della zona.

4-Masseria sotto le stelle e mostra mercato dell’artigianato turistico

Nel mese di agosto la gastronomia più deliziosa si riempie di musica, ballerini e intrattenimento capace di rende unica una serata di mezza estate. Sempre nello stesso periodo, esattamente nelle due settimane centrali del mese, è possibile ammirare la mostra dell’artigianato realizzata nella villa di Don Giacomo Donnaloja. In questa occasione è possibile acquistare oggetti unici realizzati interamente a mano e prodotti tipici eccezionali.

5-La passione vivente

Nella settimana santa, il venerdi, si può assistere alla via crucis che attraversa la zona monumentale rendendo ancora più fiabesco e particolare la passione di Gesù.

6-Rievocazione storica della Liberazione di Alberobello

Durante la rievocazione storica della liberazione oltre 250 comparse in costume sfilano tra le vie del centro storico intonando canti, balli dell’epoca e scene d’altri tempi. I testi, curati nei minimi dettagli, riportano alla luce i conflitti tra il Conte, il feudatario di Alberobello e gli alberobellesi all’indomani della liberazione della città dal servaggio feudale.

7-Festival Folkloristico Alberobello

Il gruppo folkloristico della “Città dei Trulli” consente a tutti di riscoprire usi, costumi, danze e canti alberobellesi di fine ottocento.

PUGLIA DA MANGIARE: “U VAMBASCIOUN”

Il lampascione o lampagione è una pianta erbacea della famiglia delle liliaceae molto amata e apprezzata nel bacino mediterraneo. I fiori della pianta sbocciano in primavera e sono presenti sino alla fine dell’estate. Il bulbo, ricco di sali minerali, è rotondo e simile a quello di una cipolla in miniatura, ha un sapore amarognolo e si ripulisce prima di essere cucinato. Per essere commestibile il lampascione va bollito per un ora in moda da eliminare la sua componente amarognola. I bulbi vanno cucinati interi dopo essere stati incisi.

In Puglia i “vambascioun” si mangiano soprattutto sottolio o sottaceto, ma quelli fritti sono sicuramente i più amati

 

Ricetta tradizionale

Ingredienti: lampascioni. olio extravergine, sale e pepe

Procedimento: pulire, lavare e incidere il bulbo formando una croce. Cuocere in acqua calda per all’incirca un’ora in modo da togliere l’amarognolo. immergerli nell’olio bollente e servirli caldi con una spolverata di sale e pepe.

Se volete maggiori informazioni potete visionare il seguente sito Comune Alberobello
Immagini:L’atelier du Fantastique – Immagine lampascioni, struttura del trullo e simboli dal web
Fonte: Comune di Alberobello- Quaderno storia dell’arte Pugliese di Audrey del “L’atelier du fantastique”

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