
Spesso, dopo una giornata stressante, abbiamo il forte desiderio di un dolce sfizioso e goloso, ma veloce nella preparazione.
Cosi, la settimana scorsa, dopo una giornata interminabile di lavoro no stop sono tornata a casa e mi sono preparata questa delizia con ingredienti avanzati e che avevo a casa.
INGREDIENTI:
-biscotti (io ho usato gli allegretti della Giuliani) per chi non è intollerante al glutine vanno bene i Pavesini.
-frutti di bosco q.b.
-nutella q.b.
-panna da montare q.b.
CHICCA: se volte che il vostro dolcetto sia più morbido, mettete qualche frutto di bosco in un bicchiere d'acqua, aggiungeteci un cucchiaino di zucchero e mescolate. Quando l'acqua si colora, grazie ai frutti di bosco, immergeteci dentro i vostri biscotti, per ammorbidirli un pò, in questo modo il dolce sarà morbido e più gustoso.
PROCEDIMENTO:
Per prima cosa ho preparato la crema alla nutella che ho messo in freezer per qualche minuto, in modo da farla rapprendere un pò, per spalmarla maglio. Per farla montate la panna (q.b.) e poi aggiungeteci la nutella. Dico "quanto basta" perchè dipende dalle porzioni che dovete preparare. Io ho usato un cucchiaio di nutella bello pieno e due di panna montata.
In un piatto ho messo i biscotti e poi ho spalmato sui tre "allegretti" uno strato di crema alla nutella, poi ho messo i frutti di bosco e ho ripetuto l'operazione più volte. Quando sono arrivata all'ultimo strato ho decorato il tutto con i frutti di bosco.
"...Degustare è un atto di piacere, raccontare questo piacere è un fatto artistico, ma l’unica vera opera d’arte, in definitiva, è il banchetto dell’altro. Lo spuntino di Jacques Destrères rappresentava la perfezione perché non era il mio, perché non sconfinava nel prima e nel dopo della mia quotidianità, e poteva imprimersi nella mia mente come unità chiusa e autosufficiente, momento unico scolpito fuori dal tempo e dallo spazio, perla del mio animo libera dalle emozioni della vita. Proprio come una stanza contemplata nel riflesso di uno specchio magico diventa un quadro perché non è più aperta all’esterno, ma evoca tutto un mondo senza sbocchi, inscritto rigorosamente entro i bordi dello specchio e isolato dalla vita circostante, così il pasto dell’altro è racchiuso nella cornice della nostra contemplazione ed è protetto dalla linea di fuga infinita dei nostri ricordi o dei nostri progetti..." (Estasi culinarie- Muriel Barbery)